Capitolo 73

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Pov's Burak

Sono nervoso a dismisura,se entro cinque minuti non si piazza qui,giuro che salgo di sopra a prenderla.
Il fastidio della voce di Sanchez che mi risuona in mente non mi aiuta a scaricare la rabbia,anzi diventa accecante,al solo schifo che gli esce dalla bocca.
Il cellulare mi vibra in tesca,lo estraggo e rispondo senza curarmi di chi sia.
Tanto so già che sarà qualche rottura di palle.

"Burak,pessime notizie.
Dobbiamo vederci subito."

Osman parla velocemente,riesco a malapena a capire tre quarti del discorso che tenta di spiegare sussurrando per non farsi beccare.
Gli ho detto più volte di chiamarmi quando è al sicuro, ma non ascolta.
Non riesce ad aspettare,mi dice sempre che il tempo è prezioso.

"Che cazzo è successo?"

Sicuro quel verme di mio padre sta già escogitando qualche cosa a mia insaputa.
Sento la presenza di Norah alle mie spalle,non voglio che incominci con le domande.

"Ci aggiorniamo in giornata,Osman."

Chiudo la chiamata e ripongo il cellulare in tasca.
Mi giro e trovo Norah in tutto il suo splendore.
Il tailleur beige sembra aderire bene con il suo corpo.
Riesco a vedere bene le sue forme,anche fin troppo.
I suoi capelli sono girati con delle leggere onde, donandogli quel aria selvaggia e furiosa.

"Possiamo andare?
Posso aiutarti con qualcosa?"

Il fatto che mi abbia rimbeccato solo perché la stia guardando così spudoratamente,non mi fa indietreggiare nemmeno un po'.
Perché conciarsi così se non si vuole gli occhi addosso della gente?
Se solo Sanchez osasse guardarla in questo momento,gli caverei gli occhi.
Quando ci sposeremo dovrà ridimensionare il suo armadio.
Solo perché la tradizione è così che vuole.

"Prego,prima le donne."

Indietreggio per farla passare, ma lei non è della stessa idea.
Incrocia le braccia sopra la pancia,strizza persino le sue tette che rischiano di uscire dal suo body con del pizzo bianco.
Cavolo.
Sarà una giornata difficile.

"Non usare con me gesti da galantuomo,non occorre che fingi."

Questa volta mi scansa dandomi una spallata ed esce.
È proprio vero, il buongiorno si vede dal mattino.

"Smettila di fare l'acida del cazzo."

Si gira di scatto e rischia di sbattermi addosso.
I suoi capelli mi colpiscono in pieno viso e con esso anche il suo profumo.
Davvero inebriante.

"Scusa?
Per essere un uomo della tua età, non sei così educato.
Consoci le buone maniere?"

Sogghigno e credo che se solo volessi potrei sprofondarla qui ora.
Solo con una semplice frase,evito solo per la sua innocenza da venticinquenne.
È vero,le esperienze aiutano a crescere.

"Tu ne consoci qualcuna?"

Sbuffa e si gira nuovamente.
Aspetta che apro la macchina per fiondarsi dentro.
Davvero scattante.
Dobbiamo solo condividere due ore di macchina prima di arrivare a destinazione.
Stare con lei in auto mi aiuterà a non cambiare idea.
Se fossi andato solo,probabilmente sarei tornato indietro.
L'unione fa la forza,e noi lo siamo l'uno per l'altra.
Anche se non lo ammette,vedo che si fida di me.
Vedo il modo in cui la becco ad osservarmi di sottecchi.
Per non parlare di quando parlo con le persone e lei mi fissa in maniera estasiata.
Come se non avesse mai visto un altro uomo.

"Ehilà,tutto bene dalle tue parti?"

Norah sventola una mano nella mia direzione, mi ero di nuovo perso nei miei pensieri.

"Dimmi."

Lei scoppia a ridere e mi compia imitandomi.

"Smettila di fare l'acido del cazzo."

Rido spontaneamente e vedo lei arricciare ancor di più il naso.
Le sue guancia si colorano di rosso,si gira di botto e porta il suo sguardo fuori dal finestrino.
Non è facile limitarci solo all''indispensabile con lei.
So che sta pensando alle mie parole.
Siamo curiosi.
Sono curioso di tante cose a dire il vero.

"Bene,ricominciamo.
Buongiorno."

Norah ridacchia,giuro che non l'ho mai vista così di buon umore come oggi.
Forse tutta questa positività che vedo si trasformerà in una tragedia.

"Buongiorno dottor Aslan Burak."

Parla con una voce delicata,posata quasi insolita.
Quando incomincerà a dare di matto?

"Saresti così gentile di dirmi dove stiamo andando?"

Eccola,sempre curiosa e furba.

"Vedrai.
Capirai subito."

Accavalla le gambe e si appoggia allo schienale.
Si è davvero arresa?

"Ti manca il lavoro?"

Che stramba,passa da un discorso all'altro.

"A dire il vero non so cosa mi prende.
In tutta la mia carriera lavorativa non ho mai lasciato il mio lavoro in sospeso per così tanto tempo.
Certo continuo a svolgere sempre il tutto tramite conference-call, e-mail e tanti altri file che arrivano dai collaboratori ma non è la stessa cosa studiare un caso a distanza.
Determinate dinamiche devi viverle per capire chi sia il colpevole."

Gli si illuminano gli occhi.
Poter scoprire cose in prima persona è adrenalina pura.
Sa cosa provo ed anche io posso capirla.

"Condivido.
Penso che non ci sia più indecisione nella mia scelta.
Ma non escludo niente nelle mia vita,sono cambiate davvero tante cose in così poco tempo che non mi stranerei se alla fine divettassi un ostetrica."

Ride e istintivamente si porta la mano in bocca per nascondere il suo sorriso.
Tento di non osservarla a lungo,non mi piace metterla in imbarazzo.

"Un grande abisso.
La vita che nasce,la vita che cessa.
Così opposti ma allo stesso tempo sensati.
Non c'è nascita senza la morte.
È il ciclo della vita."

Doloroso il pensiero di perdere qualcuno,specialmente le persone che ami.
Lasciano un vuoto incolmabile.

"Già.
Comunque mi è arrivato un altro compito.
I miei colleghi mi aiuteranno con le riprese e tutto ciò che riescono a vedere,io farò come te.
Utilizzerò qualsiasi dispositivo mi possa aiutare."

Annuisco e lei si appoggia nuovamente.
Continuo a proseguire la strada che il navigatore mi indica e mi godo il silenzio.
Norah è assorta nei suoi pensieri e io lascio correre i miei.
Di tanto in tanto la osservo di sfuggita e finalmente mi sento sollevato di essere lontano da tutto ciò che c'è di marcio.

RESTADove le storie prendono vita. Scoprilo ora