Capitolo 13

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                                                                Attrattiva per i disastri

Pov'S Norah 

Maledizione.
Sto davvero tentando in tutti i modi di rovinare la mia vita?
Non oso immaginare il discorso diplomatico che dovrò sorbirmi.
Non mi aspettavo assolutamente che Aslan , se ne uscisse cosi...mi ha colta alla sprovvista.
Se ripenso che mi sono fatta abbindolare come una quindicenne, mi sento male.
Sono confusa, tanto confusa sul giochetto che ha fatto il dottor Parma.
Ha già una famiglia, perchè sbilanciarsi cosi?
Tutto avrei pensato, tranne che fosse papà e marito. 

"Andrea, corri subito dal signor Burak, ho combinato un disastro."

Combino sempre disastri, non riesco mai a farne una giusta.
Spero che non mi cacci dal lavoro, non so in quale altro posto tentare.
Certamente non mi aspettavo di passare dal tutto al niente nel giro di un nano secondo.
Dipendere da terze persone, non fa per me.
Ho visto mia madre poche volte toccare il fondo, credo che con me abbia versato l'ultima goccia nel vaso, goccia che ha fatto traboccare il vaso. 
Ha fatto traboccare me, la mia vita. 

"Che caspita ti sei bevuta?
Il signor Burak, è davvero incazzato nero.
Muoviti, vai a servire altri tavoli."

Andrea si è già messo all'opera con i cocktail che ho distrutto mandandoli al suolo, quando quell'essere vile, ha sganciato la notizia bomba.
Prendersi un infatuazione di un uomo sposato, con dei figli non è l'ideale.
Il fatto che sia il medico che ho affiancato, non è l'ideale.
Avanzo verso i tavoli e incomincio a raccogliere i tanti bicchieri appoggiati, tento di impilarli il più velocemente possibile uno dentro l'altro, li poggio sul mio vassoio, afferro le innumerevoli bottiglie e le adagio, con difficoltà torno verso  il bancone.
Quando sto per poggiare il vassoio mi accorgo della figura di Burak, tutto ad un tratto la mia presa si ammorbidisce dal vassoio.
Sta per precipitare ma prontamente Burak, si gira e afferra il vassoio con tutto ciò che ho messo all'interno.
Per fortuna, o per sfortuna non ho rotto nulla.
Soltanto i liquidi dei drink si rovesciano nel pavimento. 

"Seguimi in ufficio, subito."

Ho cantato vittoria troppo presto.
So già che non accetterà le mie scuse, so che era un incontro importante, Andrea mi ha riempito con tantissime raccomandazioni prima che servissi quel tavolo.
Burak si fa strada attraverso la folla, che si divide in due per farci passare.
Mi sento in totale imbarazzo, cosi piccola rispetto a tutto ciò che mi sta attorno mentre passo per seguire Burak.
I ragazzi sembrano non far caso a noi che scompariamo nel buio del corridoio, come se non ci fosse un uomo pronto a far saltare la testa a qualcuno. 
E' davvero di cattivo umore.

"Avanti, entra."

Burak apre la porta e mi lascia passare dentro, avanzo sino alla scrivania ed aspetto che le urla si impossessino di lui.
Tutto ciò che fa, è chiudere la porta con forza per poi mettere degli scoppi alla serratura.
Perché occorre stare chiusi a chiave?
Non capisco, non può sgridarmi davanti a tutti?

"Cosa cazzo è successo li dentro?"

Mi oltrepassa colpendomi la spalla e si adagia sopra la sua poltrona.
Io resto impalata di fronte a lui, che si bea della mia posizione.
Vorrei porgli un miliardo di domande, evito solo per non peggiorare la situazione.

"Ho inciampato il piede, ho perso l'equilibrio.
Chiedo scusa."

Rischio sul serio di vomitargli addosso.
Questa notte sembra non finire mai.
Sono esausta.

"Stai mentendo Norah.
Cosa è successo li dentro?"

Perché non può accettare questa verità e chiuderla qui?
Cambierebbe il risultato della mia azione?

"Credo di essere stata abbastanza chiara.
Chiedo nuovamente, scusa."

Non sembra essere contento della mia risposta.
Non so cosa si aspetta gli dica, ma certamente non gli dirò mai di essermi fatta abbindolare dal dottor Parma, questa pessima figura la seppellirò nei posti più remoti del mio inconscio.

"Mi è sembrato di vedere dell'altro, ostinati pure.
Per prima cosa, non stai rispettando le regole di questo posto.
Il look del locale non è certamente quello che ti è stato chiesto.
In più, combini casini quando stai per servire dei clienti in un incontro importante.
Non si accettano questi errori in questo posto.
Non si accettano distrazioni di nessun tipo, sono stato chiaro?

Vai pure all'inferno brutto idiota.
So che allude a me e Ali, probabilmente ci avrà visti parlare da qualche parte all'internato.
Vorrei scappargli la faccia, il sorrisetto che alloggia sul suo viso mi fa bruciare lo stomaco.

"Domani sera, fai la giusta acconciatura e cerca di non combinare guai.
La mia pazienza, ha un limite."

Pov's Burak 

Norah annuisce velocemente, la sua coda si muove da tutte le parti.
Se fosse stata un'altra, l'avrei probabilmente cacciata, ma lei è la soluzione ai miei problemi.
Se riesco a convincerla o con le buono o con le cattive a diventare mia moglie, molte cose cambieranno.
Mio padre capirà qual è il suo posto, mio fratello Ahamet sa già che quando e come voglio mi prendo tutto.
Lo lascio divertire, gli lascio credere che sia io quello ingenuo.

"Sarà fatto, tenterò di prestare più attenzione possibile."

Non ci crede lei stessa, figuriamoci io.
Si sente davvero a disagio, il suo sguardo accusatorio mi trafigge il corpo.
Molleggia avanti e indietro, non ha la minima intenzione di proferire parola,vuole solo uscire da questo dannato ufficio.
La fisso senza ritegno, la sua bellezza è davvero disarmante.

"Puoi andare Norah, per qualsiasi problema, rivolgiti ad Andrea."

Come potrò mai convincerla, se non riesco nemmeno a parlargli del mio problema.
Mi prenderà per pazzo, ha preferito farsi persino cambiare per non stare con me, durante le autopsie.
Certo, rimpiangerà di averlo fatto, ma non me ne fotte un cazzo.
Credeva che quel figlio di puttana di Parma, fosse il principe azzurro perfetto?

Sento nuovamente la rabbia crescere, mi alzo e la scanso senza degnarla di uno sguardo, vado dritto alla porta e tolgo gli scoppi che poco prima aveva messo.
Norah non aspetta nemmeno un  cenno, coglie la palla a balzo e si fionda fuori non appena spalanco la porta.
La richiudo con forza e gli tiro un forte pugno, un altro e un altro ancora.
Sono davvero di pessimo umore, se penso nel modo in cui ho visto parlare Norah e Ali, mi viene voglia di spaccarla questa porta.
Lui è un porco, maniaco ossessionato da tutto ciò che respira.
Spero che dopo la lezione di stasera, non osi sconfinare più dove non gli appartiene.
Altrimenti non mi limiterò solo alla messa in scena.

RESTADove le storie prendono vita. Scoprilo ora