Capitolo 25.

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Ribrezzo
Pov's Burak

Esco dalla mia camera, dopo essere rimasto sotto la doccia non so per quante ore,ho smaltito un po' la sbornia e l'incazzatura.
Il mal di testa è rimasto lì,fisso...come un chiodo.
Osman mi ha piantato qui e mi ha detto che mi aspetta nelle nuova abitazione cosparsa nel verde.

"Signor Burak, suo padre l'attende fuori nel giardino."

La signora Rosa,non mi guarda nemmeno in faccia.
So già che è di cattivo umore,quel pezzo di merda.
Io lo sono più di lui però.
Ho le mani fracassate,che ancora perdono sangue per via delle schegge del vetro, che ho rimosso.
Non mi preoccupo,se dovessi ulteriormente spaccarmele per prendere la sua faccia a cazzotti,sono abituato al dolore, ci convivo.

"Grazie signora Rosa.
Può portarmi un caffè,amaro?"

Vorrei dirgli di portarmi un whisky doppio, già con la mattina.
Evito solo perché non vorrei scombussolare ancor di più il suo stato d'animo.
Mi prenderebbe per ubriacone e probabilmente incomincerebbe a pensare che abbia astinenza dall'alcol e in tutto ciò sono medico.
Così,giusto per dire.
Cammino fino a raggiungere il giardino, il mio posto preferito di questa casa.
Questa casa che un tempo,era la mia fortezza, ora è come se fosse la mia prigione.

"Alla buon ora,figliolo."

Ipocrita, vorrei spaccargli la faccia, in tanti modi.
Dovevo andare via con Osman, sarei dovuto andare direttamente a vedere come procedono i lavori, per la mia futura casa.

"Papà, tu invece abbastanza mattiniero,stamattina."

Continua a sfogliare il suo giornale,indifferentemente.
Per caso aspetta che faccio colazione, per poi farmela digerire subito?
Ho si sbriga a parlare, o me ne vado e lo pianto qui.

"Arriva al dunque.
Gli affari chiamano."

Irrompo interrompendo la sua finta lettura, mia madre chissà quando torna e lui sa predicare molto bene l'uomo diplomatico.
Detta leggi come se fosse il capo assoluto.

"Abbassa i toni Burak, per quale motivo hai dato fuoco ai locali di Ali?"

Di nuovo?
Mi sembra che ieri sia stato chiaro, non credo di aver omesso qualcosa.
Forse,si.

"Te l'ho già detto,abbiamo avuto un incontro a Milano, lui pensava di dettare leggi a destra e manca.
Ovviamente, se permetti ho un onore da rispettare.
Non compro e non vedo con nessuno.
Gli ho fatto capire, chi comanda."

Ribadisco per la seconda volta.
Non mi piace essere ripetitivo,evidentemente è talmente vecchio che si scorda le cose con la stessa velocità la quale si scopa mia cognata.

"So che dietro c'è dell'altro.
Mi ha chiamato suo padre dicendomi appunto che tre dei suoi uomini sono morti bruciati, chiusi e sigillati nei propri locali."

In realtà sono 4 ma evito di buttare ancora benzina nel fuoco.
Il coglione di Ali, ha tirato in mezzo suo padre.
Cosa pensa di fare?
Pensa che mi spaventi di qualcuno?
Ho per caso qualcosa da perdere?
No.
Non ho nulla e nessuno da perdere.
Solo mia sorella, per quanto la amo, cercherò sempre di proteggerla.
Niente a più senso,arrivati a questo punto.

"Quindi?
Dopo che ti chiama il Parma maggiore, pensi che mi metto paura?"

Inarco un sopracciglio e gli sfodero il mio sorriso migliore.
La signora Rosa si appresta a poggiare di fretta e fuori il vassoio,quasi gli vola di mano per la fretta.
La paura di rimanere nella stessa stanza con mio padre, gli mette paura.
Ha paura di un altro schiaffo?

"Non si tratta di paura Burak, ma voglio l'assoluto controllo su tutto,ogni minima cazzata che tu vuoi fare, ne voglio essere a conoscenza.
Ricorda che sarai tu a darmi il mio erede, quindi bada a ciò che fai."

È ancora convinto così,probabilmente sino a quando non metterò al mondo un fottuto bambino,mi starà alle calcagne.
Ma io non intendo mettere incinta una troia, non voglio che mio figlio cresca in mezzo a questa merda e cosa più importante, non mi interessa un cazzo di mettere un bambino al mondo.
Mi va così bene la mia vita, che non capisco la pazzia che dovrei compiere.
Se lo avessi voluto, avrei sposato una delle tante opportuniste di questo cerchio.
Perché ancora insiste?

"Ci tieni o no alla vita di tua sorella?
Perché devi costringermi a fare il peggio?
Gli altri clan, osservano Burak, tuo fratello è sposato da un pezzo, e le persone incominciano a stranirsi del perché sua moglie non sia incinta."

Odio fottutamente, questa mentalità così chiusa.
Essendo che sua moglie non può procreare, a priori Ahamet, non salirà al trono, una volta che ne verrano tutti a conoscenza.
Gli altri clan, lo escluderanno da questo cerchio.
Un uomo che non è grado di dare un erede,non è degno di salire al trono.
Trono che comporta tantissime responsabilità e soprattuto il quadruplo del peso da portare.

"Perché fai leva su mia sorella?
Perché non cambi tu le regole?
Solo perché Ahmet,non ti darà un erede non significa che non sia in grado di salire al trono.
Ne adotteranno uno è il problema è risolto, tu gli presenti il tuo nipotino e otterrai ciò che vuoi, non ti sembra più logico?"

Lui sembra rifletterci, ma so già che non accetterà mai questa idea.
Ride beffardamente,si passa la mano ripetutamente nella sua barba e odio maledettamente quella sua espressione dipinta in faccia.

"Credi che un fottuto bastardino, possa prendere il posto mio nipote?
Non intendo cambiare idea Burak, o mi dai tu questa gioia, o sarà tua sorella.
Io stesso mi sa, che la metterò incinta.
Immaginati un puro sangue."

Non riesco più a sentire le sue stronzate, il solo pensiero mi spinge a provare più ribrezzo che altro.
Mi alzo di scatto e sbatto le mani violentemente nel tavolo.

"Se solo osi toccare mia sorella, ti stacco la testa.
Non mi importa se ci lascio la vita, ma ci proverò, sino a quando non ti uccido."

Lui non si scompone minimamente,mi fa ancor di più incazzare la cosa.
Primo o poi lo ammazzo.
In un modo o in un altro lo faccio fuori.
Vuole la guerra?
Così,sia allora.
Avrà la guerra.

RESTADove le storie prendono vita. Scoprilo ora