Capitolo 82

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Pov's Norah.

Mi sveglio di soprassalto nel cuore della notte, il respiro affannoso rompe il silenzio della notte.
Guardo l'orologio: sono solo le tre e mezzo.
La paura di essere trovati mi tiene in un costante stato di allerta, rendendo il sonno un lusso che sembra sempre più irraggiungibile.
Accanto a me, Burak dorme serenamente, la sua respirazione regolare è in netto contrasto con la mia agitazione.
Mi giro verso di lui, cercando conforto nella sua presenza.
I suoi tatuaggi, che coprono gran parte del suo petto, catturano la mia attenzione.
C'è qualcosa di quasi sacro in quei disegni, un'arte intricata che parla di forza e resilienza.
Ma cosa mi sta succedendo?
Perché mi soffermo a pensare a queste cose?
Burak è molto più grande di me e non posso permettermi di vederlo come altro se non come un partner in questo assurdo accordo matrimoniale.
Un accordo che, se rispettato, mi restituirà la mia amata Fanny e mi libererà dal soffocante controllo di mio padre.
Scuoto leggermente la testa, cercando di allontanare questi pensieri.
Non posso permettermi di confondere i miei sentimenti.
Questo matrimonio è solo un mezzo per un fine, una strategia per ottenere ciò che voglio.
Non c'è spazio per emozioni complicate o attrazione fisica.
Guardo Burak ancora per un momento, cercando di reprimere la crescente sensazione di sicurezza che provo accanto a lui.
Non posso ignorare il fatto che, nonostante tutto, sto iniziando a vederlo come qualcosa di più di un semplice partner di convenienza.
Mi costringo a distogliere lo sguardo, focalizzandomi sul motivo per cui siamo qui.
Devo concentrarmi su ciò che davvero conta: recuperare la mia libertà e proteggere Fanny.
Spero persino che quel verme di Sanchez si tolga di torno, così da potermi dedicare completamente al mio obiettivo.
Cerco di rilassarmi, ricordando il piano e le misure di sicurezza che abbiamo preso.
Burak ha fatto del suo meglio per rassicurarmi, e so che posso fidarmi di lui per quanto riguarda la nostra sicurezza.
Inspiro profondamente, lasciando che la calma mi avvolga a poco a poco.
Forse non riuscirò a dormire di nuovo questa notte, ma almeno so che non sono sola in questa battaglia.
Burak è accanto a me, e per ora, devo fidarmi di lui e del nostro piano. Chiudo gli occhi, cercando di trovare un po' di pace in questi momenti di quiete, sperando che il giorno successivo porti con sé qualche risposta e un po' di speranza.
Il mio cuore continua a martellare nel petto, incapace di ritrovare un ritmo normale.
Nonostante l'apparente tranquillità della notte,sento un peso opprimente, come se ogni ombra nascondesse un pericolo imminente.
La paura di essere scoperti, di fallire in questa missione, è una presenza costante che mi divora dall'interno.
Mi siedo lentamente, cercando di non fare rumore, per non svegliare Burak. Le lenzuola scivolano via, e l'aria fresca della notte mi fa rabbrividire. Mi avvicino alla piccola finestra del caravan e guardo fuori.
Il mondo esterno è avvolto in un silenzio profondo, spezzato solo dal fruscio degli alberi mossi dal vento. Un'altra notte insonne, e la mia mente continua a girare senza sosta.
Ricordo quando tutto questo è iniziato, quando mio padre mi ha costretto in questo accordo insensato. Ho sempre saputo che avrei dovuto fare dei sacrifici, ma mai avrei immaginato di trovarmi qui, in una situazione così intricata e pericolosa. E Burak... lui doveva essere solo un mezzo per raggiungere il mio obiettivo, eppure ogni giorno mi scopro più coinvolta, più confusa.
Non posso permettere che questo accada.
Devo rimanere concentrata, devo ricordare perché sono qui.
Ma è difficile ignorare il modo in cui mi sento al sicuro quando sono con lui, la sensazione che, nonostante tutto, potrei davvero fidarmi di lui. Non dovrei provare nulla di tutto questo, eppure la mia mente torna sempre a quei momenti in cui mi ha protetto, in cui è stato il mio unico alleato.
Mi scosto dalla finestra e torno al letto, cercando di mettere in ordine i pensieri.
Devo rimanere lucida, devo focalizzarmi sul nostro piano.
Le emozioni sono pericolose in situazioni come questa.
Mentre mi sdraio accanto a Burak, lui si muove leggermente nel sonno, girandosi verso di me.
La sua mano sfiora la mia, un contatto così lieve ma incredibilmente rassicurante. Trattengo il respiro, tentando di non reagire, ma il calore della sua pelle contro la mia mi riporta, ancora una volta, a quei pensieri che non dovrei avere.
Mi impongo di chiudere gli occhi, di pensare solo al mattino che verrà, ai passi successivi del nostro piano. Domani sarà un giorno cruciale.
Ogni dettaglio deve essere perfetto, ogni mossa calcolata con precisione. Burak ed io dobbiamo essere in sintonia, uniti in questa battaglia contro un nemico comune.
Con la determinazione che solo la necessità di sopravvivenza può dare, cerco di scacciare ogni incertezza. Devo farlo, per Fanny, per me stessa. Non posso permettere che i miei sentimenti interferiscano.
L'amore, o qualsiasi cosa possa essere, non ha posto in questa equazione.
Eppure, mentre il sonno finalmente mi reclama, l'ultima immagine nella mia mente è quella di Burak che mi protegge, la sua presenza forte e rassicurante accanto a me.
Forse non posso ignorare quello che inizia a crescere dentro di me, ma posso tenerlo sotto controllo. Domani, tutto tornerà a essere chiaro. Domani, l'unica cosa che conterà sarà il nostro obiettivo.
E mentre mi addormento, una piccola parte di me spera che questa battaglia ci porti non solo alla libertà, ma anche a qualcosa di più.
Ma è solo un sussurro, un pensiero fugace che si dissolve nel buio, lasciando spazio alla determinazione.

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