Pov's Burak
La sera avanza e la tentazione di avvicinarmi a lei cresce a ogni secondo che passa.
Lei sta lì, nella sua tutina stretta, quasi inconsapevole di come mi fa sentire.
La tentazione è forte, così come la sfida.
Norah sa esattamente che mi sta provocando, anche se cerca di mantenere una distanza, quel tanto che basta per lasciarmi sul filo.
Mando un messaggio rapido a Osman per confermare l'invio dei documenti al comune più vicino e isolato al lago di Shkodra.
Concludo tutto mentre ancora una parte di me osserva Norah spostarsi, sistemando le ultime cose con movimenti lenti, inconsapevolmente ipnotici.
Quando finalmente si decide a sedersi accanto a me, nel piccolo letto che condividiamo, lei sbuffa."Dovremmo davvero prendere due letti separati... o almeno un materasso meno stretto."
La guardo e mi avvicino lentamente, con un sorrisetto beffardo sulle labbra.
"Temi di starmi troppo vicina?"
Sussuro con una voce volutamente più bassa, lasciando che la mia mano le sfiori appena la spalla.
Lei ride, ma si vede che è agitata."No, temo che qualcuno approfitti dello spazio stretto."
"Dovresti saperlo,se volessi approfittarne, sarei già passato all'azione."
Rispondo piano, e lei scuote la testa, guardandomi con gli occhi che brillano di sfida.
"Sei così sicuro di te."
Replica,e c'è quel sorriso sul suo volto che mi stuzzica.
"Forse sei tu che ti stai trattenendo... magari, non vuoi rischiare di essere respinto."
"Respinto da te?
Non ci pensi nemmeno."Dico mentre ci guardiamo, fermi come in attesa di un segnale.
Norah trattiene il respiro, ma non si muove.
Non si tira indietro.
Riesco a sentire il calore del suo corpo mentre ci avviciniamo appena, senza oltrepassare nessun limite, ma rendendo l'aria tra noi sempre più carica.
Poi, con un sorriso, le faccio spazio, prendendo una coperta."Forse hai ragione.
Stanotte starò buono, ma non credere di sfuggirmi così facilmente."Norah si stende accanto a me, senza distogliere lo sguardo, e la sento rilassarsi un poco quando finalmente avvolgo un braccio intorno alle sue spalle.
"Non sto sfuggendo a nessuno, Burak."
Mormora, quasi in un sussurro, mentre la sua testa si appoggia contro il mio petto.
E mentre la notte cala e il silenzio ci avvolge, la tengo stretta, senza aggiungere altro.***
Mi sveglio di soprassalto, il cuore batte forte nel petto.
La prima cosa che vedo è Norah, il suo viso solcato dalle lacrime.
La luce della luna filtra attraverso la finestra del caravan, illuminando le sue guance bagnate.
È chiaro che sta avendo un brutto sogno.
L'accarezzo dolcemente, sfiorando i suoi capelli."Norah, va tutto bene."
Dico con voce calma, sussurrando il suo nome.
"È solo un sogno."
Ma all'improvviso, senza preavviso, si alza e urla il mio nome, una chiamata disperata che mi fa gelare il sangue. Mi precipito verso di lei, stringendola forte a me.
"Norah, sono qui.
È tutto okay, sei al sicuro."La rassicuro, mentre la mia mano cerca di pulire via le lacrime dal suo viso.
La sento tremare tra le mie braccia, il suo corpo che si agita."Burak."
Mormora, e c'è una fragilità nella sua voce che mi spezza il cuore.
"Pensavo che... che fosse tutto perduto.
Non voglio perderti."
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Mystery / Thriller𝘌 𝘴𝘦 𝘪𝘭 𝘥𝘦𝘵𝘵𝘰 '𝒎𝒂𝒊 𝒈𝒊𝒖𝒅𝒊𝒄𝒂𝒓𝒆 𝒖𝒏 𝒍𝒊𝒃𝒓𝒐 𝒅𝒂𝒍𝒍𝒂 𝒄𝒐𝒑𝒆𝒓𝒕𝒊𝒏𝒂' 𝘳𝘦𝘢𝘭𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘴𝘪 𝘳𝘪𝘷𝘦𝘭𝘢𝘴𝘴𝘦 𝘪𝘭 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘳𝘢𝘳𝘪𝘰? 𝘓𝘦𝘪 𝘭𝘢𝘶𝘳𝘦𝘢𝘵𝘢 𝘢 𝘱𝘪𝘦𝘯𝘪 𝘷𝘰𝘵𝘪 𝘮𝘢 𝘤𝘰𝘯 𝘭𝘢 𝘵𝘦𝘴𝘵𝘢 𝘧𝘳𝘢...