CAPITOLO 11

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Ogni cosa ha il suo tempo

Pov's Norah

Il dibattito che ho appena avuto con Burak mi ha reso molto nervosa e incapace di lavorare, così ho chiesto gentilmente ad Andrea di andare via almeno per questa volta, anche se è stato il mio primo giorno di lavoro.
Cosa ho fatto di male per meritarmi tutto questo?
E soprattutto cosa interessa a lui di me?
Sin da subito non gli sono piaciuta e sicuramente la questione non cambierà e ritrovarmelo tra i piedi nelle autopsie non sarà di grande aiuto, anzi mi torturerà ancor di più specialmente dopo quello che è appena successo.
Sono uscita di casa con tutta la determinazione che ci voleva per far una buona impressione, ho perso almeno due ore per farmi i capelli rigorosamente mossi e tutto ciò si è rivelato un enorme disastro.
Il rumore che emette il mio cellulare mi distrae dai pensieri, una chiamata a quest'ora mi fa soltanto pensare alla morte.

"Pronto?"

Gentile, come sempre.

"Dottoressa c'è un cadavere da esaminare, le mando subito la posizione."

Non mi lascia nemmeno il tempo di rispondere che mi chiude il telefono in faccia.
Riesco fortunatamente ad arrivare in poco tempo a casa per prendere la macchina e avviarmi sul posto delle indagini, e soltanto adesso mi rendo conto di come fare successivamente a far coincidere lo studio e il lavoro, per esempio se mi chiama qualcuno mentre lavoro cosa rispondo?
Che scusa potrei inventarmi?
Arrivo sul posto, parcheggio di fretta e come sempre quando si tratta di un cadavere tutti sono pronti a sapere il più possibile per poter spargere la voce, i soliti pettegolezzi.

"Dottoressa Evans da questa parte, stiamo per iniziare."

Bianca al solito riesce a darmi una mano quando può, ma anziché parlare e ringraziarla la seguo soltanto e quando arrivo mi accorgo che manca lui.

"Dottor Parma le presento la dottoressa Evans, è una specializzanda."

Bianca accorcia i tempi e mi presenta finalmente a questo benedetto dottor Parma.
Lo guardo e ne rimango meravigliata dalla tanta bellezza di questo uomo, spero che il cuore ne sia altrettanto.

"Dottoressa piacere mio, l'aspettavo per un autopsia o sbaglio?"

Mi sorride e io posso svenire.

"Ha ragione, mi deve perdonare ma sono dovuta partire subito per Londra."

Una piccola bugia si può dire no?

"Capsico, tranquilla non è successo niente.
Adesso possiamo iniziare?"

E dopo un si collettivo inizia la sua tesi.
L'opposto di Burak, due dottori completamente diversi e soprattutto due persone completamente diverse.
L'osservo in ogni suo movimento, osservo il suo modo di fare e osservo il suo corpo, il suo viso.
Tutto.
Non sto capendo più niente.

"Perfetto, abbiamo finito ci vediamo in istituto per l'autopsia."

Ha già finito?
Così velocemente?
Tutti annuiscono e lui si dirige verso di me, diciamo che sono servita a ben poco in questa notte movimentata, hanno fatto tutto loro, ma almeno la cosa buona è aver conosciuto lui.

"Posso sapere il tuo nome?"

Mi prende in giro?

"Sono sicura che lo sappia già, ma comunque Norah."

RESTADove le storie prendono vita. Scoprilo ora