Capitolo 50

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Pov's Norah

Il quadro della situazione è evidente, eppure qualcosa non mi quadra.
Perché togliersi la vita in questo modo così scontato?
Cosa più importante,come ha fatto?

"Ci sono diverse impronte digitali sparse per la stanza, fate attenzione a cosa toccate."

Burak continua a parlarci con tono serio.
Sembra essere più perplesso di me.
Questa settimana trascorsa assieme in albergo, mi ha concesso di conoscere tantissime delle sue espressioni facciali.

"Non si è suicidato.
Qualcuno ha dato la spinta, per lui."

Non riesco a tenere a freno la mia lingua.
Lui sembra essere sorpreso di sentire la mia voce.
In questi giorni ho preferito mantenere il silenzio tombale, ho aspettato che qualcuno mi trovasse ma fortunatamente la strategia di Burak,pare funzioni.

"Cosa te lo fa pensare?
Patrick ascolta anche tu,la tua collega, potrebbe essere fondamentale."

Cavolo,no.
Non volevo mica tutta questa pressione addosso.
È soltanto una ipotesi,scontata.
Ci arriverebbe persino un bambino di due anni.

"Prego, dottoressa Evans."

Burak mi indica ed il fatto che mi tratta come un estranea, mi fa stringere ancor di più il nodo che ho in gola.
Evidentemente non vuole far sapere nel campo lavorativo, che si sta per sposare con una ragazzina viziata.
Pensa ancora che lo sia, solo perché il mio pensiero è diverso dal suo.

"Credo sia il primo pensiero che ci poniamo tutti.
Come ha fatto?
Una sedia,un piano di appoggio, nei dintorni non vi è presente qui.
Come ha fatto?"

I miei colleghi sembrano entranti nel pallone, non avevano nemmeno pensato a questa ipotesi.
Avevano dato per scontato che si fosse tolto la vita.
Sarà anche così, lo stabiliranno i fatti.
Burak annuisce, so che prova grande stima,quando azioniamo il cervello.

"Potrebbe anche essere un idea,non scontata.
Ottimo punto di vista.
Un complice si è aggiunto alla lista."

Burak asseconda la mia ipotesi,so che aveva già considerato l'ipotesi che ci fosse la mano di qualcuno.
Ora basta ricostruire il tutto e verrà a galla la verità.
Continuo a girare a debita distanza dal cadavere.
Ispeziono qualsiasi parte lasciata scoperta.
Chissà, cosa avrà provato sul punto del non ritorno.

"Raccogliete tutti i vostri appunti, al solito lavorateci e consegnate i  vostri contenuti tramite e-mail a me e alla professoressa Campo."

Bene, il lavoro quantomeno mi terra occupata.
Burak non fa altro che ripetermi che devo stare chiusa, in giro sono successi parecchi atti vandalici e lui pensa sia legato alla mia ricerca.
Mio padre continua a cercami disperatamente.
Fanny mi ha raccontato che è sul serio infuriato,non ha preso bene il fatto che abbia messo la sua immagine ai quattro venti.
Lui non ha fatto altro che gettarmi nel fuoco,la vergogna è l'unica cosa che potrà distruggerlo a livello mentale,ecco perché tra non molto verrò presentata come futura sposa di Burak.
Chissà come la prenderà.

"Dottor Burak, la ringrazio.
Una buona serata."

I miei collegi se ne vanno, io mi appresto a raccogliere la mia roba.
Burak finisce di sistemare alcune cose è usciamo.

"Andiamo,non staremo più in albergo."

Vorrei urlargli dove andremo, cosa ne sarà di me.
Preferisco mantenere la calma,mi sono già stanca di vivere nascosta.
Ho capito che non ho via di scampo, quindi meglio scegliere il malessere che la morte assicurata.

"Non mi chiedi dove stiamo andando?"

Si è per caso scolato una bottiglia di wodka?
Sino a poco fa sembrava non conoscermi nemmeno, adesso sembra uno che punge sul vivo.
Sa che se gli rispondo sbotto sul serio.
Si aspetta sempre una mia sfuriata, forse perché gli ho sempre e solo mostrato il mio lato difensivo.

"Ovunque andremo, ostacolerà i miei genitori, a trovarmi.
Basta e avanza, preferisci le mie lamentele?"

Sputo acida, è più forte di me.
Ci provo a non vomitargli tutto il ribrezzo che provo per tutti, ma è inevitabile.
Sono abbandonata da tutti, non ho un posto, un lavoro e sto per contrattare con uomo il mio matrimonio in cambio di soldi e libertà.
La famiglia è davvero in grado di buttarti tra le fiamme, penso che sia come soffrire a ripetizione.
La colpa è loro, se la loro reputazione andrà a picco.
Mi hanno spinta loro, adesso vedremo se riuscirò a sorprenderli ancor di più.

"No, le detesto."

Inarca il sopracciglio e sfodera un sorriso tirato.
Lo seguo in silenzio e mi fa accomodare nella sua auto lussuosa.

"Nella casa in cui ti sto portando, non ci ha mai vissuto nessuno, tu starai lì."

Cosa significa io starò lì?
Lui cosa farà?
Continuerà a fare la sua vita, tenendomi in vetrina,solo perché non posso essere esposta?

"Ok perfetto, grazie.
Mi viene difficile raggiungere il centro?"

Voglio spostarmi come meglio credo, ho diritto ad una vita normale.
I patti sono patti,prima li rispetta prima andremo d'accordo.

"Sei la persona più ricercata in questo momento, e mi parli di centro?
Hai capito o no che devi mantenere un profilo basso?"

Mi volto infuriata e lo inchiodo al sedile con il mio sguardo assassino.

"Abbassa i toni,Burak.
So badare a me stessa."

Lui sorridere ancor di più e giuro che non corrispondo delle mie azioni.

"Tu smettila di credere di star giocando a guardia e ladri.
Se ti prendono prima del matrimonio, sei fregata.
Sai benissimo che ti ha promessa a quel porco, perché fai finta di nulla?
Solo una cosa potrebbe fermare ciò."

Si blocca e arresta il suo discorso.
Gliene sono grata, altrimenti avrebbe spezzato quel filo sottilissimo che ci lega.
So dove vuole arrivare, so che se mi prendono,faranno di tutto per farmela pagare.
Arrossisco ancor di più, mi sento in totale imbarazzo perché non potrò fermare ciò.
Mio padre e mia madre si sono impegnati davvero tanto a nascondermi dal mondo.
Io però voglio conquistarlo.
Sarò forte.
Saremo forti.
Io e me medesima.

RESTADove le storie prendono vita. Scoprilo ora