Capitolo 129

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Il bambino  comincia a strillare e a dimenarsi  sul sedile, mentre io non ho neanche  la forza di alzarmi da terra...
Il dolore sembra calmare ma il respiro  sembra venire meno..
I passanti non sembrano fermarsi fino a quando un uomo sulla sessantina  d'anni,  vedendomi corre in mio aiuto.
"Signore,  si sente male? "
Io appoggiato alla macchina cerco di prendere fiato, come se avessi corso per una mattinata intera senza fermarmi  neanche un minuto.
Con la mano indico il bambino  che nel frattempo  non hai mai smesso di piangere.. Lui lo accoglie tra le sue braccia fasciandolo con l'asciugamano messa sul sedile...
Dopo averlo cullato un pò il bambino sembra calmarsi.
"Volete che chiamo l'ambulanza?"
"No,  grazie ".
Sbottono i primi bottoni della camicia, e facendo dei grossi  respiri cerco di riprendere fiato..
" Per favore ,  mi può prendere un bicchiere  d'acqua ".
" Si.. Vado al bar qui vicino.. Il bambino se vuole può venire  con me "
" Va bene"
Io non lascio i miei figli  ad estranei ma quest'uomo sembra darmi fiducia ,  e so che se  starebbe con me non servirebbe a nulla,  visto che in questo momento non so a badare neanche a me stesso.
So di non avere un infarto ma solo un piccolo malore che ogni tanto si fa sentire..
Non lo sanno neanche i medici i problemi  di questo malore,  siccome non sono infarti,  più volte mi hanno detto che potrebbe essere il cuore quando é sotto sforzo ma non sono sicuri. Tuttavia per tenere a bada questo problema  prendo delle pastiglie che mi aiutano a stare meglio..
Dopo pochi minuti  vedo arrivare lo sconosciuto  con in braccio il bambino  e un bicchiere d'acqua.
"Ecco a lei " dice porgendomi il bicchiere
Io prendo la scatola delle pastiglie nella mia tasca  e subito ne prende una.
Per fortuna  non passa molto che la medicina  fa effetto  e finalmente anche il respiro sembra tornare.
Alzandomi da terra ringrazio  l'uomo con tutto il cuore..
"Grazie.. Se non ci fosse stato lei."
"Non si preoccupi.. Siete sicuro di stare bene? "
" Sto meglio grazie "
" Papà "
Vede Benedetta correre verso di me e abbracciandomi dice
"Cosa succede?"
"Vostro padre non é stato bene..io lo stavo aiutando  ". Si difende l'uomo che gentilmente  poggia il bambino  tra le braccia di Benedetta
" Ora come stai? "
" Sto meglio grazie " dico sedendomi in macchina.
" Sicuro? Chiamo mamma? Chiamo Francesca?  Andiamo all'ospedale? "
" Sto bene piccola mia.. Non ti preoccupare.. Solo un piccolo malore "
" Va bene.. Grazie di aver aiutato mio padre "
" Di niente.. Ora vado.. Arrivederci " dice l'uomo andandosene
" Arrivederci "
" Stavo cambiando il bambino  ma ad un tratto non sono stato bene "
" Finisco di cambiarlo io " dice Benedetta  prendendo nella borsa il pannolino  pulito
" Lucia e Junior? "
" Stanno aspettando  l'ordinazione.. Papà,  sei sicuro di stare bene? "
" Sicuro"
"Papà , se vuoi torniamo a casa.. A me non interessa niente  della gita a me importa di te "
" No,  é giusto che Continuiamo la gita "
" Te la senti davvero? "
" Si! Non ti preoccupare "
Dopo aver dato da mangiare anche al bambino  e dopo essermi ripreso meglio,  chiudiamo la macchina ed insieme ci avviamo verso il McDonald's..
" Papà,  Benedetta!  Che fine avevate fatto? ".
Io non vorrei dirgli la verità ma so che Benedetta  gli dirà tutto. Infatti  anticipandomi dice
"Papà  non é stato bene.. Per fortuna  un uomo lo ha aiutato" dice Benedetta  posando il seggiolino  con Simone sulla sedia...
"Ora come stai? Vuoi che andiamo in ospedale? " domanda Lucia preoccupata
" Papà stai male? "domanda  Junior  abbracciandomi
Io lo prendo in braccio e con la mia solita calma tranquillizzo i miei figli.
" Tesori miei, non vi preoccupate.. Sto bene.. Non é niente .. Ora continuiamo la nostra  gita ".
Dopo aver mangiato  ci mettiamo in macchina,  mentre i miei figli  cantano e giocano divertendosi io penso a quanto sono stato fortunato ad averli come figli.
" Dove andiamo papà? " domanda  Junior
" Che ne dite di andare al mare? "
" Si " Tutti gridano entusiasti..
La spiaggia é deserta,  il mare é calmo,  il sole é pungente. Proprio  una bella giornata. L'odore salina dell'acqua invade le nostre narici,  e facendo  un grosso respiro ci buttiamo in questa sabbia davvero vuota.
Metto un asciugamano per terra dove da un lato metto il seggiolino e dall'altro mi siedo  io..
Benedetta ,  Lucia e Junior  corrono per la spiaggia gridando e giocando..
Io guardo il piccolo Simone che beatamente dorme,  le sue piccole manine vicino al viso e il suo corpicino  mosso ritmicamente  dal respiro. Quanto é bello il miracolo della vita?
La vita dei tuoi figli che dipendano tutto  e per tutto da te..
Il pensiero di quando ho scoperto  di diventare genitore per la prima volta invade il mio cervello.
La prima volta in cui Anna ha   scoperto di aspettare  Lucia. Lo stesso  giorno  in cui ci domandavano se mai  avremmo avuto uno figlio.
Flashback :
È  passato un po' di tempo dal nostro matrimonio ed io e Anna siamo la classica coppia felice, innamorati e con la voglia di vivere e fare feste.
Ci godiamo in qualche modo il nostro essere coppia libera.
Abbiamo comprato  una grande casa anche se i figli tardano ad arrivare. Ci abbiamo  provato  tanto ma non sono arrivati e così abbiamo smesso per un po'..
L'idea di non avere figli ci spaventa ma cerchiamo di essere positivi. Sono molto fiducioso.
Sono appena tornato  dal lavoro e la mia bellissima  moglie mi accoglie con un caloroso abbraccio  e bacio.
"Amore, mi sei mancato  tantissimo "
" Anche tu.. Com'è  andata la giornata? "
" Bene.. La tua? "
" Benissimo "
Ci mettiamo  a tavola e silenziosamente  consumiamo il nostro pranzo.
I suoi occhi guardandomi diventano improvvisamente  lucidi.
" Cosa succede piccola mia? " dico andando verso di lei per abbracciarla
" Giovanni ,  avremo mai la possibilità  di diventare  genitori?"
"Non lo so!  Ma faremo di tutto per diventarlo "
" Sono due anni che ci proviamo e niente "
" Noi non ci abbattiamo. Se questo significa  fare esame su esami lo faremo "
" Tu mi stai per sempre  accanto "
" Per sempre ! "
Dopo aver finito  di pranzare ci mettiamo a lavare i piatti ,  ma ad un tratto  Anna corre in bagno e accasciata vomita anche l'anima.. Io gli sto accanto fino a quando non finisce.
" vieni ti porto nel letto ".
La prendo tra le mie braccia e la faccio sdraiati sul nostro letto.
" Devo aver preso qualche virus o avrò mangiato qualcosa  che mi ha fatto male "
" Sicura di stare bene? "
" Ora si "
" Però se succede  ancora ti porto in ospedale "
" Va bene,  mio principe "
La tengo stretta tra le mie braccia  fino a quando non si addormenta..
Vederla così fragile davanti i miei occhi,  la mia bellissima  donna.
Farò di tutto per farla diventare mamma..
Dopo aver dormito  un po'  la vedo correre ancora in bagno,  la sento un'altra volta vomitare. Subito corro in suo aiuto,  la prendo tra le braccia e senza pensarci due volte la porto in ospedale.
Dopo degli approfonditi esami il dottore ci raggiunge  ridendo..
"Cosa ha mia moglie?" domando  preoccupato
"Niente  che non si possa risolvere  in nove mesi "
" Nove mesi? " domandiamo in coro
" Si,  lei aspetta un bambino "
I nostri occhi diventando improvvisamente  lucidi,  ci abbracciamo senza fare conto del dottore che ci osserva scioccato. Non sa quanto abbiamo desiderato questo momento ,  non sa che proprio  pomeriggio  piangevamo  perché il figlio sembrava farsi desiderare.
Usciamo dallo studio del dottore e mentre siamo in ascensore ci mettiamo a ridere...
"Un figlio?  Un figlio nostro " dice lei
" Un figlio nostro! Che somiglia a te. Magari un maschio "
" E se é femmina? "
" Va bene comunque .. L'importante  che é sano "
" Finalmente  genitori !  Le nostre preghiere sono state ascoltate "
" Ti amo "
" Anch'io "
Fine flashback .

Cosi abbiamo scoperto  di aspettare Lucia e chi mi doveva dire che alla fine sarei diventato papà per ben quattro  volte.
E con Anna dopo poco tempo  avremo  avuto anche la nostra Benedetta.

Spazio Autrice :
Come va?
Giovanni  guardando i suoi figli pensa a quando ha scoperto  di diventare papà per la prima volta.
Ogni tanto mi piace inserire questi flashback ,  perché voglio che conosciate in tutto e per tutto questo personaggio.
Ora vi lascio alla lettura.
Baci!

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