Pt:20

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Salimmo tutti quanti in pullman, come sempre mi misi accanto a Nicolò e insieme iniziammo ad ascoltare un po di musica.
Nico tempo quattro canzoni si addormentò, mi guardai intorno e notai che moltissimi ragazzi dormivano, dovevano essere in forze per la partita di questa sera da qui sarebbe iniziato il loro cammino verso la vittoria degli europei.
Appoggiai la mia testa a quella di Nico e chiusi gli occhi rilassandomi sempre di più con la musica fino a quando anch'io non mi addormentai.
Arrivati a Roma andammo direttamente all'Olimpico dove si sarebbe tenuta Italia-Turchia.
I ragazzi erano carichi, vogliosi di lottare in campo ed io non vedevo l'ora di guardali giocare.
Ormai mancava davvero poco all'inizio della partita e mentre lo stadio iniziava a riempirsi con tifosi proveniente da tutta l'Italia io andai all'interno degli spogliatoi per fare il mio personale imbocca al lupo ai ragazzi.
"Agitati?" Urlai entrando negli spogliatoi
"Un po" sorrise Giggio
"Io tanto" Risi io "ma sono certa che sarete fantastici in campo, vi ho visto durante gli allenamenti, siete tenaci, forti e con tanta voglia di riscatta e di vittoria. Quindi andrà tutto benissimo" dissi incoraggiandoli.
Nel frattempo che pelavo ai ragazzi entro papà.
"Degna figlia del mister" disse Giorgio sorridendomi
"Mini mister da oggi la Ludo" aggiunse Leo.
Papà sorrise e caricò i ragazzi con un discorso motivazionale, ricordando anche qualche tattica di gioco, poi si rivolse a me dicendo un semplice "ti aspetto su" dal suo tono di voce capii che era in ansia ed era più che normale.
Mi avvicinai a Nicolò e lo abbracciai.
"Sei il migliore ricordalo sempre" gli sussurrai all'orecchio.
"Grazie Fragolina" disse lui stringendomi
"Il miglior centrocampista d'Italia" dissi piano per non farmi sentire dagli altri. Lui sorrise.
"Fammi sentire il tuo tifo come sempre" aggiunse poi
"Ovviamente" affermai "ti voglio bene e sta attento. Se ti fai male in campo e ti vedo soffrire scappo da te meglio che lo sai" dissi preoccupata.
"Anch'io te ne voglio e tranquilla che non succederà nulla" disse sereno, poi sciolse l'abbraccio e mi diede un bacio sulla guancia.
"Un abbraccio a noi non lo dai?" Domandò Lorenzo agitato.
"Certo" dissi rivolgendomi ai due ragazzi. Strinsi Lorenzo e Ciro, la mia testa era tra le loro quindi ne approfittai per dirgli due parole.
"Grazie per quello che avete fatto per me in questi giorni, siete due ottimi amici, vi voglio tanto bene" dissi
"Anche noi" dissero in coro e sciolsero l'abbraccio
"Sono certa che segnerete!" Dissi entusiasta
"Magari" disse Ciro
"Ci proverò con tutto me stesso" aggiunse  Lollo.
"Scusate posso rubarvela un momento ?" Domandò Federico alle mie spalle ai due ragazzi.
"Tutta tua" disse Lorenzo e poi fece una piccola risata.
"Vieni un momento con me" disse il ragazzo prendendomi velocemente la mano senza farsi vedere da nessuno.
Usciti dagli spogliatoi facemmo qualche passo e entrammo in una rientranza della passerella.
Mi appoggiai al muro e Fede venne verso di me, posò le sue mani sui miei fianchi e mi bació.
"Avevo bisogno di un porta fortuna" disse, io sorrisi.
"Sono fiera di te" dissi
"Addirittura!" Esclamò lui
"Si, sei un giocatore fenomenale Fede e un ragazzo d'or0" aggiunsi
"Se vinciamo ti porto a festeggiare" disse lui
"Ci sto" sorrisi. Lui si avvicinò e mi diede un altro bacio.
"Facciamo così, se vinciamo gli europei mi regali la tua maglia" dissi
"Affare fatto" sorrise lui.
"Adesso andiamo dai che tra poco si iniziai" gli stampai un delicato bacio sulle labbra e ci separammo, io andai da papà e lui tornò dagli altri in spogliatoio.
"Manca pochissimo" dissi sprizzando gioia
"Davvero poco" disse papà. Lo stadio era pieno di gente e i boati erano meravigliosi.
Ed ecco che partì la mia parte preferita, quando urlavano il numero e il nome del giocatore e tutti i tifosi a loro volta urlavano il cognome.
"Numero 14 Federico" Urló la voce fuori campo
"Chiesa" Urló tutto lo stadio
"Numero 18 Nicolò" Urló la voce fuoricampo
"Barella" Urló tutto lo stadio.
Ero davvero orgogliosa di Nicolò, urlai il suo cognome con tutta la forza che avevo in corpo.
"Mancano due minuti" disse papà stringendomi le mani.
"Adesso sono in ansia" dissi
"Andrà bene" disse papà
"Andrà bene" ripetei a mia volta.
"Eccoli!" Esclamai successivamente.
I ragazzi scelti per giocare la partita si posizionarono in campo, gli altri si accomodarono in panchina.
Ed ecco il momento più toccante di tutti, l'inno d'Italia.
Tutto lo stadio cantò con orgoglio e gioia ed ecco il calcio d'inizio.
"Forza ragazzi!" Urlammo io papà in coro.
La partita iniziò nel migliore dei modi.
"Non ci credo!" Urlai incredula alla visione dell' auto goal di Demiral.
"Può succedere" sottolineò papà
"Quindi siamo in vantaggio?" Domandai sorridendo
"Si siamo in vantaggio" sorrise lui.
Il primo tempo terminò e in un battito di ciglia iniziò il secondo.
"Vai vai!" Urlai "Ciro!!!!" Urlai al goal del biondo. Guardai papà e ci sorridemmo a vicenda.
"Hai visto 2 a 0 papà!" Esclamai felice
"Manca ancora un pochino" disse lui.
La partita continuò fino a quando al settantanovesimo minuto Lorenzo segnò!
"Sei il numero uno!" Gli urlai.
Ed eccoli qua gli ultimi secondi.
Italia-Turchia 3-0. I ragazzi avevano vinto.
Erano passati alla prossima partita.
"Sono così fiera" dissi abbracciando papà
"Anch'io" disse lui stringendomi.
I ragazzi esultavano in giro per il campo felici poi la festa si spostò negli spogliatoi.
"Siete stati meravigliosi, bravissimi, bravissimo tutti" dissi entrando in spogliatoio
"Tu poi sei stato pazzesco" dissi a Nicolò abbracciandolo.
"Sono sudato!" Esclamò cercando di scappare dall'abbraccio.
"Non mi frega niente, abbiamo vinto" dissi felice stringendolo.
Poi alla sue spalle vidi Ciro e Lorenzo.
"Voi due poi! Siete stati atomici!" Dissi andando ad abbracciare loro
"Grazie piccolina" disse Ciro
"Grazie Ludo" disse Lollo.
Finito l'abbraccio con i due ragazzi notai lo sguardo di Fede addosso così andai da lui.
"Abbiamo vinto!" Dissi
"Si!" Esclamò lui prendendomi in braccio e facendomi fare un giro, poi mi riappoggiò per terra.
"Adesso dobbiamo festeggiare" disse lui sorridendo
"Assolutamente si" confermai.

All'improvviso || Federico ChiesaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora