Pt: 42

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Uscita dalla stanza di Ale corsi da Nicolò.
Arrivata davanti la porta iniziai a bussare.
"Apri!" Dissi battendo sulla porta
"Non ci sono" disse lui.
"Dai aprimi!" Dissi di nuovo
"Ho detto che non ci sono" ribadì lui
"Va bene allora mi accampo in corridoio" dissi sedendomi davanti alla porta con le gambe incrociate.
"Smettila e vai in camera tua" disse lui
"Nicolò dai stiamo parlando attraverso una porta, aprimi" continuai ad insistere
"No" disse secco
"Ok tanto mi sono messa comoda" dissi al ragazzo.
Dopo questa frase sentii scattare la porta, uno spiraglio si aprì e Nicolò da quest'ultimo uscì la testa.
"Ti sei realmente messa per terra" disse
"Già, ora mi fai entrare, è pieno di polvere" sottolineai
"Ok" disse alzando gli occhi al cielo.
Entrai in camera e Nico disse premurosamente: "vatti a lavare le mani prima di avere un attacco allergico" disse e così feci.
"Possiamo parlare?" Domandai al ragazzo sedendomi accanto a lui sul letto
"No" disse accennando un mezzo sorriso
"Mi sa di si invece" precisai
"Sono arrabbiato con te" disse
"Lo so ma prova ad ascoltarmi" risposi io
"Ti do due minuiti" impose Nicolò con voce antipatica
"Allora, è vero io sapevo che Martina provava qualcosa per Matteo ma ero certa che lui non provasse nulla, lei si è accertata che la cosa non mi facesse stare male e voleva provarci anche se io l'ho avvisata che poteva riservarle lo stesso trattamento che ha riservato a me, ma la conosci è testarda e fino a quando non va a sbattere la testa non ragiona. Le ho detto sempre di venire a parlare con te ma lei prendeva tempo aveva paura della tua reazione" dissi
"Perchè questa reazione è stata migliore?" Domandò lui ironico
"Ovvio che no ed è proprio per questo che le dicevo di parlarti non volevo accadesse ciò" precisai
"La proteggi fin troppo" mi rimproverò
"Dovere da sorella maggiore" dissi
"Una sorella dovrebbe anche cazziarla" continuò a rimproverarmi Nico
"A quello ci pensi tu" scherzai
"Smettila io sono ancora un pochino arrabbiato" disse lui
"Non è vero" lo stuzzicai
"Si invece" disse convinto
"Non è vero, non puoi essere arrabbiato con me" dissi saltandogli addosso
"Lasciami!" Rise lui
"No" dissi
"Sei una cozza" disse ridendo
"Mi adori per questo" lo strinsi forte. Finito l'abbraccio Nicolò inziò a palare: "Scusa se mi sono arrabbiato anche con te" ammise
"Acqua passata, adesso devi chiarire con Marti" dissi
"Non voglio vederla stasera mi ha mentito e ci sono rimasto di merda" rispose
"Se può consolarti passerà la notte da Ale" lo informai
"Ecco perché non capisce che quel ragazzo gli muore dietro ed è un santo, che testa dura, deve correre dietro gli stronzi invece!"si lamentò Nicolò
"Sai di Ale?" Domandai
"Ovvio, lo so dal primo giorno" precisò
"E sai anche che domani vorrebbe dichiarasi?" Chiesi
"Questo no, però non credo Martina ricambi" disse lui
"Io credo di sì invece, solo che non vuole ammetterlo a se stessa" risposi
"Vedremo" alzò le spalle Nicolò
"Mi prometti che domani parlerete?" Domandai
"Certo, siamo fratelli faremo sicuramente pace" mi tranquillizzò lui
"A proposito di pace, ora che so che Martin è tranquilla da Ale e che io e te ci siamo chiariti devo andare a parlare con Federico" sospirai
"Vi ho sentiti litigare" disse Nicolò
"Bene, abbiamo dato spettacolo" dissi
"Può capitare, ti aveva organizzato una sorpresa pazzesca" spiegò Nicolò
"Ottimo, mi sento uno schifo" manifestai il mio malessere
"Fragolina va da lui" mi incitò
"Sicuro?" Chiesi
"Ovvio, vai!" Continuò lui. Abbracciai Nicolò e uscii dalla stanza.
Presi il cellulare e chiamai Federico, il telefono continuava a squillare ma nessuna risposta.
Una, due, tre, quattro chiamare ma niente non voleva proprio rispondermi, nel frattempo io inizia a girare in lungo e in largo l'hotel. Infine prima di arrendermi e tornare in camera provai in terrazzo.
Aprii la porta e lo vidi appoggiato alla ringhiera. Corsi subito da lui e lo abbracciai da dietro, dandogli anche un bacio sulla schiena.
"Mi hai trovato finalmente" disse lui mantenendo la sua posizione
"Perché non mi hai risposto?" Chiesi
"Perché non volevo essere trovato" ammise
"Io ti troverò sempre" gli dissi stringendolo
"Non fare la dolce e romantica, sono arrabbiato con te" precisò lui
"Fede voltati ti prego" lo implorai, lui si voltò e lo guardai dritto negli occhi, aveva gli occhi rossi e non era sereno in viso.
"Posso raccontarti una storia?" Domandai
"Sentiamo" disse voltando la testa verso l'altro e guardando il cielo.
"Ok" dissi, presi un respiro e inizia a parlare.
"Questa storia è la mia storia. Da dove inizio, avevo 18 anni, era il giorno del mio diploma e mia mamma insieme a Nicolò avevano assistito al mio esame orale, io non volevo fare nessuna festa ma lei insistette così tanto che invitò la famiglia di Nicolò a casa nostra.
Nico venne direttamente a casa mia e mia mamma felice decise di fare una torta. Io e Nicolò andammo in camera mia e iniziammo a giocare con la play quando sentimmo un tonfo, preoccupati ci alzammo e trovammo mamma senza sensi distesa sul pavimento, era persino ricoperta di impasto per torta. Io andai subito in panico, Nicolò si avvicinò a lei e iniziò a toccargli il viso ma lei non rispondeva, era lì semi morta e io non sapevo cosa fare, Nico venne verso di me e mi disse che non dovevo avere paura che dovevo solo avere il coraggio di chiamare Roberto e che c'era lui con me. Io chiamai Roberto e Nicolò un'ambulanza. Quando l'ambulanza arrivò io salii con lei mentre Nico ci raggiunse in auto, Roberto quel giorno era via per lavoro ma prese subito il primo aereo per tornare da lei.
Arrivati in ospedale iniziarono a farle migliaia di controlli fino a quando, durante la notte un medico mi svegliò, io avevo preso sonno tra le braccia di Nicolò e svegliandomi ero circondata da gente. C'erano i suoi genitori, la mia abuelita, Martina che mi teneva la mano e Roberto con gli occhi gonfi per i pianti appoggiato ad un muro, il medico fu veloce e brutale, mi disse che era sveglia ma che era debole, le avevano trovato un tumore al sono però in tutta questa merda c'era una nota positiva, era operabile. Il medico ci consigliò di tornare a casa e andare a trovarla il giorno dopo, io tornai a casa con Nicolò e Roberto, Nic rimase con me a dormire. Il giorno dopo andai all'ospedale e Nicolò insieme a Martina mi aspettarono fuori. Mia madre era lì bloccata su un letto per colpa di un cazzo di tumore ed io non potevo fare nulla per salvarla solo pregare, lei era una donna piena di vita sai? Invece di camminare saltava, ho tantissimo video di lei dove ballava in camera con Nicolò, mentre faceva fare i tuffi a Marti in piscina e mentre giocava con me, mentre la truccavo, insomma era una donna piena di vita che si faceva in quattro per chi amava, anche quel giorno sorrideva e mi diceva di stare serena perché lei era più forte di uno stupido cancro.
Uscii da quella stanza distrutta e le uniche persone che erano lì per me erano Martina e Nicolò. Da quel giorno tutti i giorni Nico mi accompagnava da mia mamma e mi veniva a prendere e Marti pur avendo solo quattordici anni invece di godersi la sua estate veniva da me a tenermi compagnia.
Il giorno dell'operazione di mamma dormii a casa Barella, non era la prima volta ma quel giorno tutta la famiglia di Nicolò si strinse intorno a me come non avevano mai fatto prima. L'operazione andò bene e mamma tornò a casa sembrava tutto finito poi però un giorno durante una visita di controllo trovarono altre due metastasi, fegato e pancreas non operabili entrambi, le avevano dato tre mesi, tre fottuti mesi capisci?" Mi interruppi per via delle lacrime.
"Ludo vieni qui" disse Federico avvicinandosi
"Fammi finire!" Esclamai. Presi una boccata d'aria e continuai a parlare.
"Poi il tempo continuava a passare un anno, due anni, tre anni, tre anni e mezzo, pensavo quasi che mia mamma fosse indistruttibile, poi un giorno, quasi due anni fa esattamente mi chiamò mia nonna, ero appena uscita dall'accademia e con me c'era Martina perché le avevo fatto una prova trucco per il suo diciottesimo compleanno, quella dannata chiamata che volevo e speravo non arrivasse mai, non era ancora morta, aspettò me o almeno io l'ho sempre vista così, ebbi la forza di chiamare Nicolò che venne subito a casa mia, entrata lì dentro trovai Roberto disperato, mia nonna accanto a lei e i genitori di Nico vicino l'ingresso della porta, io mi catapultai da lei e le strinsi la mano, lei mi sorrise e mi disse di non piangere che era solo stanca, che voleva riposare ma che qualche ora dopo si sarebbe svegliata piena di energie, io non facevo altro che piangere. Nicolò era dietro di me e aveva una mano sulla mia spalla, mentre Martina abbracciava la madre piangendo. Ha persino avuto la forza di fare una battuta in punto di morte, mia mamma era una forza della natura, riuscì a dire qualcosa a tutti con quel briciolo di forze che le rimanevano a Roberto disse che lo amava e lo ringraziò per avermi fatto da padre, ai genitori di Nico li ringraziò per tutti quegli anni di fantastica amicizia, a Marti disse di non piangere e che quando sarebbe stata meglio le avrebbe preparato una torta per il suo compleanno, a mia nonna disse di non disperarsi e di continuare ad essere la donna Latina forte che era, poi guardò Nicolò e gli disse di prendersi cura di me e che era il figlio maschio che aveva sempre sognato, infine guardò me, riuscì solo a dire che mi voleva bene io la stoppai perché era stremata, le dissi che poteva andare, mi strinse la mano ed andò via. In quel momento Nicolò mi strinse e non ricordo più nulla di quello che è successo dopo. Ricordo dai funerali in poi lo shock fu tale da avermi fatto dimenticare delle cose, da quel momento in poi la famiglia di Nicolò divenne la mia famiglia, anche se Nico non c'era, anche se Nico era tornato a Milano. Martina, i loro genitori e Nicolò sono stati fondamentali per me per tutta la mia cazzo di vita, perché sai Fede, io non ho una famiglia, dopo aver perso mia mamma non avevo più nessuno avevo solo abuelita. Si ok avevo Roberto ma sai quanta paura ho avuto che mi abbandonasse? Quanta paura ho avuto che Nicolò andando a Milano si dimenticasse di me? Non ne hai idea. Invece no loro sono stati la mia famiglia dal primo giorno delle elementari, quindi si per me loro verranno sempre prima di tutto, sono mio fratello e mia sorella e questa cosa non cambierà mai e poi mai" finito il discorso non avevo più fiato per via dei singhiozzi. Tenevo lo sguardo basso e appena lo alzai notai gli occhi lucidi di Federico addosso, poi una lacrima gli rigò il viso, mi tirò per il polso e mi abbracciò.
"Non avevo idea di cosa avessi passato, non avevo idea dell'importanza che questa famiglia ha per te, ti chiedo scusa per tutto, ti prego perdonami" disse lui stringendomi forte
"Ei, ovvio che ti perdono, non potevi sapere, tu sei molto importante per me" gli dissi
"E tu per me" rispose lui
"Non lasciarmi mai ti prego" dissi appoggiando la mia testa al suo petto, sentii il suo cuore battere forte poi prese il mio viso tra le dita.
"Non lo farò" disse, poi mi diede un dolce bacio pieno di sentimenti. 

All'improvviso || Federico ChiesaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora