Il pensiero di conoscere la sorella di Federico divenne fisso, presi qualcosa dall'armadio senza farci troppo caso, avevo paura, avevo il timore di non piacerle, avevo fatto soffrire molto il fratello e lei e tutta la famiglia sicuramente sapevano ciò che era successo fra noi.
"Sei pronta?" Domandò Federico cacciando via il pensiero.
"Oh ehm si" mormorai
"Che c'è Ludo?" chiese lui preoccupato
"Non c'è niente, andiamo!" Esclamai con voce tremolante caricando il borsone sulla spalla.
"Ti conosco, dimmi cosa c'è che non va" disse lui supplicandomi con gli occhi.
"Nulla" borbottai facendo dei passi verso la porta. Federico mi bloccò per il braccio e il borsone scivolò via dalla mia spalla.
"Guardami" mi disse ma non lo feci. Federico mi tolse il borsone da dosso e lo poggiò per terra.
"Ho detto guardiamo" ripetè dolcemente, alzai lo sguardo ed incrociai i suoi occhi felici.
"Che succede? Eri così allegra fino a poco fa" chiese confuso.
"Ti ho detto nulla" mentii
"Smettila di dire cazzate Ludo" supplicò lui con tono di voce alto.
"Non ti va di conoscere Ari, ho capito" continuò lui con voce tremante.
"Si che mi va, solo che" mi bloccai di colpo.
"Solo che?" Domandò lui
"Solo che sono consapevole del fatto che la tua famiglia molto probabilmente mi odierà" sbottai
"Ma che stai dicendo!" Esclamò lui accennando una piccola risata.
"La verità Federico, semplicemente la verità" dissi sedendomi sulla punta del letto.
Rivolsi lo sguardo sulla punta delle mie scarpe e non lo distolsi nemmeno un secondo.
"Smettila Ludo, non è così" disse lui sedendosi al mio fianco.
"Si invece, ho fatto soffrire loro figlio, mi sembra il minimo" dissi continuando a fissare le scarpe.
"Anch'io ho fatto soffrire te e tuo padre non mi odia" ammise lui
"Ma mio padre è diverso,. Lo conosco e conosce te, ti vuole bene e non potrebbe mai odiarti" dissi continuando a tenere la testa bassa.
"Beh ed io conosco i miei, ti accoglieranno benissimo Ludo, credimi" rispose lui dolcemente.
"Io ho tanta paura, paura che preferiscano sempre lei, paura di non piacere ai tuoi fratelli e di essere disprezzata" ammisi, Federico mi avvolse tra le sue braccia e dolcemente rispose: "smettila di dire cazzate, vedrai che ti adoreranno, a loro interessa la mia felicità stanne certa e poi Ari era super entusiasta di conoscerti al telefono, non hai idea di quanti consigli mi ha dato durante quei giorni terribili che abbiamo vissuto, vedrai che andrete d'accordo". Federico era convinto di ciò che stava dicendo ed era soprattutto fermo sulla sua idea.
"Va bene" dissi semplicemente con un filo di voce.
"Dai adesso andiamo piccola che sto morendo di fame" rispose lui balzando in piedi, fece un sorriso meraviglioso pieno di gioia e vita e a questa visione non potei che sorridere anch'io.
"Andiamo" dissi a mia volta.
Scesi in sala da pranzo trovammo quasi tutti i ragazzi li, alcuni di loro erano ancora in costume tra cui Nicolò.
"Ti senti in vacanza o cosa?" Lo presi in giro
"Sta zitta, sono in vacanza ancora per due ore" scherzò lui.
"Uff non mi hai considerata in questa tua mini vacanza" lo stuzzicai io.
"Non osare a dire altro che sono venuto a bussare a te e a quel bradipo del tuo fidanzato e mi avete palesemente ignorato" sbottò Nicolò ridendo
"Ma non è vero!" mentii per stuzzicare ancora Nicolò.
"È vero Nic, io non ho sentito nulla!" Mi tenne il gioco Federico.
"Tu stai zitto!" Esclamò Nicolò ridendo.
"Ok, sto scherzando, volevo solo disturbarti un po" ammisi
"Ma va!" Mi prese in giro il biondo.
"Dai basta voi due mangiamo" si intromise Federico.
Finito il pranzo Nicolò annuncio ai presenti al tavolo che stava per andarsi a cambiare.
"Vengo con te" gli dissi
"Mhm come vuoi" rispose lui
"Ci vediamo in pullman amore" dissi a Federico dandogli poi un bacio al volo.
Io e Nicolò ci allottammo sottobraccio e salimmo in camera sua.
"Avanti che devi dirmi?" Mi domandó il mio migliore amico quando le porte dell'ascensore si chiusero.
"Mi conosci troppo bene!" Risposi appoggiando la schiena al vetro dell'ascensore.
"Avanti che succede?" Chiese di nuovo Nicolò
"Stasera conoscerò la sorella di Fede" ammisi
"E cosa c'è di strano?" Domandò Nico.
L'ascensore arrivò al piano ed io e Nico scendemmo.
"Come cosa c'è di strano?!" Domandai urlando quasi seguendo passo passo Nicolò che camminava davanti a me.
"È sua sorella!" Esclamai davanti la porta della camera, Nicolò la aprì ed entrammo, io mi gettai sul letto e Nico entrò direttamente in bagno.
"Lui conosce tutta la tua famiglia, me, Martina, i miei, tuo padre e tua nonna, cosa c'è di strano se adesso inizia a conoscere la sua?" Chiese Nico dopo aver aperto l'acqua della doccia.
"Che io ho fatto soffrire come un cane il figlio" sbottai guardando il soffitto della camera di Nicolò.
"Si Ludo ma non è una scusa" rise il ragazzo poi proseguì "lui convive giorno e notte con me e tuo padre e non mi sembra che lo odiano o che ci sia disagio ed anche Federico ti ha fatto soffrire, tanto quanto tu abbia fatto soffrire lui se non di più" Urló Nicolò per via del rumore dell'acqua.
"Ma non vuol dire nulla, tu sei suo amico e papà gli vuole molto bene" ammisi.
"Smettila di arrampicarti sugli specchi e non dire cazzate" mi rimproverò Nico.
"Ma io non" dissi ma Nicolò con un urlo mi bloccò.
"Ah! Smettila! Non fiatare più!" Rise infine.
"Non fiatare più" lo imitai.
L'acqua della doccia si chiuse e capii che Nicolò aveva finito la doccia.
Qualche istante dopo entrò nella stanza con l'asciugamano avvolto alla vita e i capelli ancora bagnati.
"Mi hai per caso imitato?" Domandò lui con tono di sfida
"Oh si caro mio!" Esclamai balzando in piedi
"Ora ti uccido! Aaaaaah!" Urló Nicolò ridendo
"Alt!" Urlai io
"Che c'è? Volevo giocare" disse Nico con voce sconsolata.
"Vestiti e poi lottiamo se è il caso" Risi imbarazzata
"Non eri tu quella che diceva che ci consociamo da una vita e vedermi nudo non ti scandalizzava" scherzò Nico.
"Si ma una cosa è vederti, un'altra è che il cielo non voglia ti cade l'asciugamano e mi ritrovo il tuo pene in faccia" Risi
"Non hai torto" rise lui.
Nicolò si cambiò velocemente sotto i miei occhi.
"E tu non eri il puritano della situazione ti sei cambiato senza problemi" scherzai
"Ma se manco mi guardi" rise "non ho problemi a spogliarmi davanti a te sorellina" disse Nico.
In quel momento un brivido mi percorse la schiena, io e Nicolò ci chiamavamo in moltissimi modi ma era la prima volta che mi chiamava sorellina, mi sentii avvolta da una sensazione di gioia e benessere, sorrisi e gli saltami addosso mente lui da in piedi si stava mettendo gli scarponcini.
"Gli attacchi a sorpresa non valgono!" Si lamentò appoggiando una mano al muro che lo accostava per evitare di cadere.
"Non era nessun attacco era un abbraccio" ammisi stringendolo
"Dovuto a cosa?" Chiese
"Al fatto che ti voglio un bene pazzesco" ammisi
"Anch'io e lo sai" rispose
"Mi hai chiamata sorellina" dissi velocemente
"Si e allora?" sorrise Nicolò
"Non l'avevi mai fatto" dissi velocemente di nuovo.
"Ti ha dato fastidio?" chiese Nico sorridendo
"Affatto" risposi
"Ti vi chiamerò più spesso allora Fragolina" sorrise ancora il ragazzo. Poi si alzò e mi abbracciò per poi sussurrare qualcosa al mio orecchio: "tu sei mia sorella ok? Anche se non abbiamo lo stesso sangue, anche se il nostro cognome è diverso, tu sei mia sorella dal primo giorno, non dimenticarlo mai anche se non te lo dico"
"E tu sei mio fratello" risposi stringendolo
"Ti voglio così bene" disse Nicolò
"Io di più" risposi. Qualche istante dopo Nicolò sciolse l'abbraccio.
"Dai adesso andiamo che staranno aspettando noi" sorrise Nico ed insieme uscimmo dalla stanza.
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All'improvviso || Federico Chiesa
Fanfiction"Eppure è successo, lo so non doveva accadere ma come si fa ad ignorare il cuore? Ho sbagliato? Non l'ho fatto? Solo il tempo saprà dirmelo, ma tu non odiarmi.. ti prego." Dissi tristemente "Non ti odio, sei la mia migliore amica lo sai e la tua f...