Pt: 55

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Andai in bagno a lavarmi ed indossai un vestitino nero, molto semplice che abbiano ad un paio di tacchi. Appena finii di vestirmi tornai in bagno per acconciare i capelli e truccarmi e qualche istante dopo sentii la porta della camera aprirsi.
Uscii fuori dal bagno e vidi Federico in tutto il suo splendore.
"Ciao amore" dissi saltandogli addosso
"Ei" rispose lui sorridendo "quanto entusiasmo" sottolineò
"Mi sei mancato" ammisi
"Anche tu piccola" disse lui, poi prese il mio viso tra le mani e mi bació.
"Che bella che sei" disse guardandomi tenendo ancora il mio viso.
"Che bello che sei tu, sembra che vieni da un lungo sonno invece che da degli allenamenti" Risi io
"Che mi metto stasera?" Domandò lui allentandosi
"Le mutande vanno bene" sorrisi maliziosamente
"Grazie" disse ironico "sopra?" Rise lui
"Nulla! Restiamo qui ti prego" dissi avvicinandomi al suo orecchio.
"Non iniziare!" Esclamò lui "abbiamo prese un impegno Ludo" continuò
"Non voglio andarci!" Sbuffai gettandomi a letto
"Facciamo così, se succede qualcosa, anche una minima cosa che possa darti fastidio mi fai un cenno e andiamo subito via" disse lui sedendosi accanto a me
"Me lo prometti?" Domandai
"Certo amore" rispose lui e poi sorrise dolcemente.
"Comunque metti la camicia nera" risposi alla sua domanda fatta qualche minuto prima
"Va bene mister" mi prese in giro lui.
"Vado a finire di truccarmi" lo avvisai
"Ancora stucco!" Esclamò lui
"Si mi devo fare una bella maschera per questa serata di merda" ammisi nervosa
"Magari ti sta simpatica" disse lui speranzoso.
"Sicuramente guarda, sei troppo positivo amore mio" dissi infine, gli diedi un bacio veloce sulle labbra e tornai a prepararmi.
"Sono pronta!" Esclamai uscendo dal bagno
"Sei bellissima" disse Federico dolcemente
"Grazie" sorrisi
"Andiamo?" Domandò lui
"No manca una cosa" dissi andando verso la valigia.
Presi la giacca che Federico mi aveva regalato qualche tempo prima e la indossai.
"La mia giacca" sorrise lui
"Veramente è mia" dissi con tono scherzoso
"Ti sta bene, solo un po larga" disse lui
"Non m'importa ha il tuo profumo addosso e quando l'ho indosso mi sento protetta ancora di più" dissi sinceramente
"Ti amo" pronunciò lui
"Io di più" risposi, gli presi la mano e uscimmo dalla camera.
Uscimmo dalla camera e c dirigemmo in hall dove trovammo papà super elegante.
"Sei bellissima tesoro" disse lui guardandomi
"Grazie papà" risposi
"Allora andiamo, il taxi ci aspetta fuori e Silvia è già al ristorante" disse
"Che felicità!" Esclamai a voce alta
"Ludo!" Mi richiamò Federico. Papà invece mi ignorò totalmente, durante il viaggio in taxi nessuno parlò, io ne approfittai per aggiornare Nico e Martina sull'andamento della serata appena iniziata e ogni tanto mi scambiavo qualche sorriso con Fede, mentre papà non faceva altro che guardare fuori dal finestrino.
"Arrivati a destinazione" disse il tassista per avvisarci.
Scendemmo tutti dalla macchina e papà si rivolse subito ad un cameriere che si trovava all'ingresso.
"Avevo prenotato un tavolo a nome Mancini per quattro" disse serio
"Si signore, mi segui" disse.
Seguimmo tutti il cameriere che ci condusse sulla parte esterna del ristorante.
Vi erano pochi tavolini e c'era davvero pochissima gente, poi ecco che notai una donna tutta sola seduta ad un tavolo, era magra con i capelli neri, apparentemente una bella donna ma mai nella come la mia mamma.
"Silvia!" Esclamò papà
"Buona sera" disse lei facendo un sorriso smagliante. I due furono molto composti si salutarono con una braccio e un bacio sulla guancia e poi papà disse con voce corta: "Ti presento Ludovica".
"Piacere" le dissi sforzando un finto sorriso
"Piacere mio" risposte lei.
"Lui invece è Federico, il ragazzo di Ludo è uno dei miei ragazzi in nazionale" disse papà
"Piacere Federico" disse lei allungando la mano, Fede la strinse e rispose: "piacere mio signora"
"Chiamatemi pure Silvia" disse lei continuando a sorridere.
Ci sedemmo al tavolo e papà cerco in tutti i modi di trovare argomenti di conversazione.
"Allora Ludovica, mi ha detto Roberto che sei una truccatrice" disse lei.
"Si" risposi secca
"E dimmi un po cosa pensi del mio trucco?" Domandò lei
"Non è male, la prossima volta ti consiglio di valorizzare più gli occhi però li hai molto belli" dissi correntemente.
"Grazie del consiglio cara" sorrise lei.
"I signori sono pronti per ordinare" ci interruppe un cameriere
"Si" rispose papà.
Ordinammo e tornammo a chiacchierare.
"È in che squadra giochi Federico?" Domando lei
"Nella Juventus" rispose il ragazzo
"Nemmeno a farlo a posta Ludovica si è andata a fidanzare con un giocatore della sua squadra del cuore" sorrise papà
"Non sapevo fossi juventina" mi disse sottovoce Fede
"Non mi hai mai chiesto cosa tifassi" sorrisi.
"Roberto mi ha detto che invece il tuo migliore amico gioca anche in nazionale" disse lei riferendosi a Nicolò
"Si, ha giocato per tanti anni al Cagliari e ora e all'Inter" spiegai
"Quindi il tuo migliore amico e il tuo ragazzo fanno perte di due squadra rivalisi" rise lei
"La rivalità in realtà nasce dai tifosi, tra noi giocatori siamo parecchio amici" si intromise Federico
"E tu non sei geloso che la tua fidanzata ha un migliore amico maschio?" Domandò lei con parecchia insolenza.
"Perché dovrebbe?" Mi intromisi parecchio irritata
"No, non lo sono, Ludovica e Nicolò sono cresciuti insieme e li lega un legame puro e sincero, mi fido di lei e anche di Nicolò che tra parentesi è anche un mio carissimo amico" disse Federico serio
"Amore non c'era bisogno di dare tutte queste spiegazioni" dissi ad alta voce
"Ludovica!" Mi richiamò Roberto
"No, niente Ludovica, è stata una domanda fuori luogo" ammisi
"Non volevo mettervi a disagio" disse lei
"Nessun disagio Silvia" si intromise papà
"Ludovica chiedi scusa" aggiunse
"No papà" dissi secca. Poi Silvia rise.
"Posso sapere perché ridi?" Domandai nervosa
"Nulla, lo chiami papà" disse lei
"Come dovrei chiamarlo" risposi a tono
"Beh, Roberto" disse lei seria
"Ma è mio padre!" Esclamai
"Non mi sembra" disse lei con uno sguardo cattivo
"Hai mai sentito dire che i figli sono di chi li cresce e non di chi li fa!" Dissi parecchio nervosa, Federico mi prese la mano sotto il tavolo e la strinse.
"Si tesoro mio, ma resta il fatto che non è il tuo vero padre, per te lui non è nessuno" disse
"Mi sembra tu stia esagerando" si intromise Roberto.
"No senti Roberto, ho fatto la carina abbastanza, ora dico ciò che penso, tu non sei suo padre, quella povera disgraziata di sua madre è morta e non eri tenuto a tenerla con te anche perché è maggiorenne quindi ti sei portato questa zavorra appresso per tutti questi anni inutilmente, non sei suo padre e lei non è tua figlia" disse lei incattivita
"Posso essere sincera io, tu se una stronza, non meriti minimamente il sentimento che prova mio padre per te. Eh si! Dico mio padre perché anche se non mi ha creata lui, mi ha cresciuta come sua figlia e continuerà ad essere nella mia vita mio padre e non altro, capisco l'italiano brutta bigotta" dissi, presi fiato e continuai "secondo poi rischiati di nominare ancora mia madre o ti finisce male" conclusi
"Mi stai per caso minacciando?" Domando lei scioccata
"Si brutta stronza, è proprio quello che sto facendo" ammisi urlando
"E tu non le dici niente?" Domandai lei allibita guardando papà.
Papà restò in silenzio, non disse nemmeno una frase.
"Detto questo godetevi la vostra serata io e Federico andiamo via" dissi alzandomi, Federico si alzò in piedi e disse: "aspetta Ludo" in quel momento il mio cuore si fermò.
"Devo due una cosa" disse lui.
"Mister mi scusi per quello che sto per dire ma poteva trovarsi una fidanzata migliore di questa donna poco gentile, insomma ha scelto una strega. Silvia un consiglio da parte di un ragazzo di ventitré anni, metti un catenaccio a quella fogna che ti ritrovi per bocca, perché sei davvero una stronza, non hai tatto e soprattuto non hai un briciolo di rispetto, se provassi davvero qualcosa per Roberto avresti accolto Ludovica a braccia aperte perché sono certo che il mister ti abbia fatto ore ed ore di discorsi parlandoti di sua figlia, si, perché lei è sua figlia! E se solo avessi ascoltato con il cuore avresti capito quanto lei sia speciale. Detto questo buona serata" disse Federico.
Lo guardai dritto negli occhi e sorrisi.
"Adesso possiamo andare" disse lui
"Ti amo" gli dissi, gli presi la mano e mentre stavamo per andare via la voce di mio padre ci fermò.

All'improvviso || Federico ChiesaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora