Pt: 127

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"Fede posso chiederti una cosa?" Domandai a Federico prima di salire in pullman
"Certo, dimmi pure" rispose lui.
"Hai qualcosa in contrario se Nico si mette vicino a noi in volo?" Chiesi
"Perché dovrei avere qualcosa in contrario?" Domandò Federico a sua volta.
"Ha bisogno di pelare" dissi sospirando
"Lo so piccola. Per adesso ha tanta confusione in testa" rispose Fede.
Saliti in pullman appoggiai la testa sulla spalla di Fede, provai a chiudere per qualche Instagram gli occhi ma non riuscii a dormire poichè la mia testa aveva solo un pensiero fisso ovvero aiutare Nicolò.
Aveva davvero tanto bisogno di parlare, di tirar fuori i suoi sentimenti.
Il suono assordante dell'aereo stonava quasi e saliti a bordo presi per mano Nicolò e insieme a Federico ci accomodammo ai nostri posti.
"Anzi non ti ha fatto mettere in mezzo" scherzò Federico
"Guarda non ho voglia di scherzare" disse scocciato Nicolò.
"Calmati Nico o ti faccio realmente mettere in mezzo" Risi
"Non siete simpatici" rispose serio Nicolò.
"Senti bró, vogliamo solo aiutarti" disse Federico.
Nicolò strinse la mano sui braccioli e le vene schizzarono fuori per la forte presa.
"Non dovete farmi una seduta di psicanalisi" si lamentò il ragazzo.
"Lo facciamo per te" borbottai
"Ma io non voglio che lo facciate" rispose a tono
"Io devo farlo! Sono in dovere di farlo!" Esclamai.
"Non sei in dovere di nulla Ludovica!" Ringhiò lui.
"Nicolò calmati" si intromise Federico nervoso
"Lascia stare Fede, è solo un testardo del cazzo che preferisce farsi una scopata ogni tanto invece di essere felice" dissi
"Vaffanculo Ludo, ok?" Disse Nicolò nervoso.
"Basta Nicolò hai rotto" sbottò Federico.
"E adesso tu che vuoi?!" Disse Nicolò con tono di sfida.
"Non ti permetto di trattarla così cazzo! È la tua migliore amica porca buttana! Vuole solo aiutarti! E sai che c'è! Ludovica ha ragione! Tu preferisci stare in questo stato di merda, perché Nicolò ammettiamolo, stai di merda non sei più tu da giorno, preferisci farti una scopata ogni tanto quando andiamo a Londra e non accetti la realtà! Vuoi essere felice con lei, lo so, lo sappiamo tutti ma sei un codardo, rischia Nicolò e soprattutto non trattare male i tuoi amici solo perché non sei a posto con te stesso" sbottò Federico.
Le parole di Federico credo abbiamo creato impatto su Nicolò, infatti quest'ultimo non rispose.
"Di qualcosa!" Sollecitai il mio migliore amico.
"Che devo dire Ludo?" Domandò  Nicolò nervoso.
"Di quello che sentì cazzo!" Sbottai
"Quello che sento" ghignò Nicolò.
"Si" dissi ferma.
"Sento che non voglio impegnarmi" mentì lui
"Non dire cazzate" si intromise nuovamente Federico.
"Non dico cazzate, non voglio impegnarmi seriamente, ne voglio la famiglia del Mulino Bianco come la sognate voi due" mentì ancora Nicolò.
"Non è vero Nic! Smettila di avere paura" dissi "Ludo preferisco autoconvincermi così" disse
"Perché devi convincerti di una cosa che non vuoi" mi lamentai
"Perché non sarebbe una cosa fattibile" Urló Nicolò divenendo rosso in viso, alcuni ragazzi della squadra si voltarono verso di noi ma suppongo che dopo aver incorniciato lo sguardo furioso  di Nicolò abbiano deciso di farsi i fatti loro.
"Perché no Nicolò!" Esclamai
"Ludo ma scherzi! Io vivo a Milano lei a Londra! Non la voglio una storia a distanza" disse.
"Ma se ne parlaste magari trovereste un punto d'incontro" dissi seria.
"Nessun punto d'incontro non posso pretendere che lei vada via da Londra tantomeno posso andarci io e una storia a distanza non fa per me" disse serio
"Nicolò senza giri di parole a prescindere d'ala distanza, tu credi di amarla?" Domandò Federico serio intormentendosi.
"Non lo so" mormorò
"Si sincero cazzo!" Esclamai
"Si cazzo! Si! Sono innamorato di lei, è questo quello che volevi sentirti dire? Si! L'ho ammasso! Sei contenta? Ma lo stesso non voglio una relazione a distanza" disse gettando tutto fuori.
"Si ma cazzo! Sei troppo testardo" dissi e Federico rise.
"Evita grazie" dissi alzando gli occhi al cielo.
"Ludo non voglio una cosa a distanza perché mi conosco non sarei a capace a gestire una cosa del genere" ammise.
"Per me invece non dovresti precluderti la felicità a prescindere da come potrebbe andare" dissi infine
"Va bene" concluse infine Nicolò.
Il volo proseguì in silenzio, ne io, ne Federico parlammo più con Nicolò, tantomeno lui ci rivolse la parola, mise i suoi auricolari e nemmeno ci guardò più.
Atterrati a Londra andammo direttamente al campo. Anche se era estate li faceva particolarmente freddo.
Poco dopo l'allenamento mattutino papà richiamò la squadra per comunicare la formazione di gioco di domani.
"Ascoltatemi bene ecco la formazione di Italia Spagna" disse serio papà. Nella sala non si sento più nessun rumore solo la voce di papà che riecheggiava tra le mura.
"Donnaruma, Di Lorenzo, Bonucci, Chellini, Emerson, Barella, Jorginho, Verratti, Chiesa, Immobile, Insigne" disse serio papà scrivendo i nomi sulla sua lavagnetta di fogli di carta.
"Adesso di nuovo in campo" disse papà con tono fermo.
L'allenamento proseguì ed io guardavo i ragazzi con ammirazione. Improvvisamente il mio telefono squillò.
"Pronto" dissi
"Buongiorno" disse Thessa felice
"Tesoro!" Esclamai
"Come va a Londra?" Chiese
"Bene, si allenano e fa freddo" Risi
"Pensi che domani vinceranno?" Chiese
"Assolutamente si" ammisi
"Ho chiamato per dirti una cosa" disse Thessa seria improvvisamente.
"Dimmi" le dissi.
"Benedetta è a Londra" disse seria
"Ci mancava l'ultima" Risi
"Perché?" Domandò
"Problemi con Nicolò, cioè in realtà problemi di Nicolò che mi fanno avere la testa a lui" spiegai brevemente
"Mhm capisco" si limitò a commentare Thessa.
"Comunque Londra è grande non è detto che incontreremo Benedetta, giusto?" Domandò
"Beeeeh!" Disse Thessa con voce stridula
"Che c'è Thessa?" Domandai scocciata.
"Alloggia nel vostro stesso hotel" disse ferma
"Cazzo" dissi
"Peró ero sincera quando ti ho detto che non le interessa più Federico" disse
"Lo stesso Thessa" mormorai
"Era giusto che lo sapeste" disse
"Lo so e grazie per avermi avvisata, ora vado a dirlo a Fede" dissi
"Ciao Ludo" mi salutò la ragazza.
"Ciao principessa" ricambiai il saluto della ragazza.
Chiusa la chiamata con Thessa notai che i ragazzi erano assaliti dalla stampa, dunque per avere un momento di pace raggiunsi gli spalti aspettando che i giornalisti finissero con loro.

All'improvviso || Federico ChiesaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora