Pt: 143

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"Eccomi" disse Martina quando le risposi al telefono.
"Finalmente, stavo impazzendo" ammisi
"Devi parlarne con Fede" rispose seria
"Ho paura della sua reazione!" Ammisi con voce tremante.
"Ludo ma scherzi! Quel ragazzo è cotto di te ma anche se fosse è solo una supposizione" rispose lei
"E se fosse vero?" Chiesi
"Ma ancora non lo sai!" Esclamò lei frustrata
"Non voglio dirlo a Fede" realizzai
"Vuoi fare tutto da sola? Non te lo permetterò! Almeno dillo a Nico" disse lei nervosa.
"Scherzi" Risi "Non lo direi mai a Nico. Ho paura del giudizio di Fede, figurati Nico! È il giudizio che conta di più per me e so che direbbe che sono una sgualdrina perché l'abbiamo fatto senza e si incazzerebbe" dissi
"Devi parlarne con qualcuno Ludo! Io opto per Fede" disse Martina. Il mio cervello poi elaborò un pensiero.
"Matteo!" Esclamai
"Matteo?" Chiese Martina
"Si Matteo è perfetto! So che lui non mi giudicherebbe, che qualsiasi cosa mi dica il test mi tenderà la mano e mi abbraccerà. Devo farlo insieme a Matteo" dissi
"No! Cazzo! No! Devi farlo con Fede, è lui il padre" disse Marti.
"Federico è fin troppo stressato Marti, gli dirò tutto dopo" disse fiera
"Che testa dura che sei, poi però non chiamarmi quando litigherete, non ci sarò sappilo" disse seria.
"Si come no!" Risposi
"Fanculo" rise lei.
"Adesso basta, parlami di te e Ale" insistetti.
"Non c'è granché da dire, ho riflettuto molto il questi giorni, tutto qua" disse vagamente.
"E allora! Voglio i dettagli" dissi
"Niente l'ho chiamato Ludo, non c'è granché da dire" ammise lei
"Voglio sapere che vi siete detti! Non essere vaga, non con me!" le dissi con tono severo.
"Uffa! Ok" si lamentò lei "abbiamo parlato molto di tutto, mi ha chiesto scusa un sacco di volte e alla fine l'ho perdonato, la piccola merita un padre come Ale, sarà un ottimo genitore, un ottimo compagno per Camilla ne sono certa e amerà quella bambina più della sua stessa vita. Abbiamo parlato di tutto. Di come ho affrontato questo periodo senza di lui e lui senza di me e siamo ostati onesti e chiari, stavamo una merda entrambi, io e Ale siamo come due calamite abbiamo bisogno l'uno dell'altra, della nostra chiacchierata serale prima di andare a dormire, di ridere insieme. Mi è mancato, mi mancava il respiro. Gli voglio troppo bene Ludo e basta mettere l'orgoglio da parte" disse lei accennando ogni tanto qualche sorriso, si sentiva dal tono di voce che cambiava.
"Quindi siete tornati amici?" Le chiesi
"Si, siamo tornati amici" disse infine Marti
"Aaah! Sono così felice!" Esclamai.
"Anch'io" rispose subito lei.
Io e Marti parlammo di tante altre cose ma il mio pensiero principale era far quel dannato test di gravidanza.
Quando conclusi la chiamata con Martina chiamai mio padre e con la scusa che stessi meglio insistetti per non far tornare prima ne Federico ne Nicolò come aggravante della situazione ricordai a mio padre che avevano perso tante ore di allenamento e così si convinse al cento per cento. Gli dissi però anche che avevo bisogno di Matteo per una commissione urgente, non specificai cosa dovevamo fare ma gli chiesi che senza far capire nulla alla squadra provincialmente a Nico e Fede di far finire prima Teo.
Dopo la conversazione con papà andai a fare una doccia, mi cambiai i vestiti e aspettai Matteo in camera mia.
Intorno alle diciotto bussò alla mia porta.
"Apri Ludo sono io" disse Teo con voce pacata.
Aprii la porta e alla sua vita mi paralizzai, di colpo lo abbracciai forte e respirai il suo buon profumo. Teo non disse nulla mi strinse semplicemente forte a se e mi accarezzava delicatamente i capelli con una mano, poi sussurrò al mio orecchio con voce dolce queste parole: "Che succede? È così grave? Sai che qualsiasi cosa accadrà io sarò con te e ti aiuterò ma spiegami".
Io e Teo ci spostammo dall'ingresso della porta e ci sedemmo sull'ormai ex letto di Federico. Io incrociai le gambe e mi misi spalle al muro, mentre Matteo rimase seduto sulla punta del letto con i gomiti appoggiati sulle ginocchia e il viso tra le mani.
"Allora Ludo che succede?" Chiese lui con insistenza, io non riuscivo nemmeno a guardalo in faccia, mi tremavano le mani e avevo tanto caldo.
"Sai non è stato facile scappare da quelli la senza destare sospetti" sdrammatizzò lui
"Come mai?" dissi piano
"Perché si insospettivano soprattutto Fede, ho dovuto dire che Vian era qui per un paio d'ore per un servizio fotografico per farlo calmare" disse mimando le virgolette sul calmare.
"A proposito come va con lei?" Chiesi
"Alla grande, mi piace davvero tanto" ammise sorridendo.
"Ne sono felice" dissi mettendogli una mano sulla coscia.
"Adesso mi dici che hai?" Chiese gentilmente Matteo prendendomi la mano che avevo delicatamente poggiato su di lui e accarezzandola.
"C'è la possibilità che io possa essere incinta" disse velocemente.
"Cosa!" Esclamò Matteo
"È solo una probabilità, un  dubbio più che altro" dissi
"Quindi non hai fatto il test" disse
"No" risposi
"Ed ecco a cosa ti servo io" sottolineò
"Non volevo farlo con nessun altro accanto" ammisi.
Matteo sorrise.
"Questa cosa mi lusinga Ludo ma Federico non credo lo sappia giusto?" Chiese
"Ehm no" mormorai
"Non è corretto che tu lo faccia con me e non con lui" disse Matteo
"Ho paura di farlo con lui o ancora peggio con Nicolò, tu sei l'unico che non mi giudicherà mai qualsiasi risposata darà quel fottutissimo bastoncino" dissi con ansia.
"Facciamo una cosa io ti accompagno a comprare il test ma riflettici su, devi farlo con Fede" insistette.
"Non ti prometto nulla" dissi
"Va bene, adesso andiamo" disse Teo prendendomi la mano.
Il tragitto alla farmacia più vicina fu breve e l'ansia prese sempre di più il sopravvento.
"Eccoci" disse Teo fermando l'auto che papà aveva deciso di affittare per le esigenze della squadra.
"Non voglio scendere" dissi
"Devi farlo!" Esclamò lui
"No ho paura" ammisi
"Ludo dai! Io non posso scendere con te purtroppo, sarebbe troppa carne al fuoco per i paparazzi lo sai e sai perfettamente che non è bello scoprire così le cose, pensa a Fede" disse serio.
"E così mi ricordi che non dovrei essere tua amica" Risi
"Ecco almeno ti ho fatto ridere" precisò lui
"Va bene vado" sospirai.
"Brava" concluse Matteo.
Scendendo dalla macchina le mie gambe tremavano, presi un respiro davanti le porte automatiche della farmacia e si aprirono.
Non c'era nessuno all'interno, solo due giovani ragazze che scherzavano dietro al bancone.
"Salve" mi salutò una gentilmente
"Salve" risposi
"Come posso aiutarla" disse la deliziosa ragazza dagli occhi blu.
"Un test di gravidanza per favore" dissi con voce tremante

All'improvviso || Federico ChiesaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora