Pt: 107

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"Piacere Luca" sorrisi al gentil ragazzo
"Come stanno Federico e Nicolò?" Chiese
"Bene, ma come li conosci?" Chiesi
"Il giorno del tuo incidente ero di turno e beh sono stato io a caricarti sull'ambulanza quella giornata e li ho conosciuto Nicolò, mentre Federico ha fatto la guerra per stare con te quella notte e grazie a me e alla mia ragazza è riuscito a rimanere, avrebbe fatto di tutto pur di star con te quella sera, sarebbe andata contro tutti i no che poteva incontrare, credimi non ho mai visto qualcuno lottare così tanto per qualcosa, il tuo ragazzo ti amo tanto" disse lui.
"Il mio ex ragazzo" dissi secca, il ragazzo mi guardò stupito qualche istante prima di parlare,  il suo sguardo era confuso, poi aprì bocca e disse:"In che senso era? Non dirmi che ti ha lasciata"                                 
"Beh in realtà l'ho lasciato io, mi ha tradita, la notte prima della mia dimissione da quest'ospedale" ammisi alzando le spalle con voce rotta. Luca mi guardò un istante con un pizzico di tristezza nello sguardo, non commentò continuò a camminare fino a quando non ci fermammo davanti ad una porta.
"Eccoci, lo studio dell' Alfredi" disse accennando un mezzo sorriso.
"Grazie per avermi guidata fin qui" gli dissi facendo un sorriso finale.                                         "Figurati, ripeto mi fa piacere vederti star bene" disse poi fece una breve pausa, poi continuò
"Ah Ludovica! Mi dispiace per te e Federico ma lasciatelo dire da un traditore seriale, o ho tradito la mia ragazza centinai di volte, lei lo sa ed inizialmente ho faticato per avere il suo perdono, suo padre mi odia e per di più è il mio capo, lei mi ha perdonato sinceramente e da quel momento le altre non sono pi esistite, sono innamorato di lei perdutamente e l'ho capito soltanto quando lei ha abbattuto tutte le barriere e mi ha riaccolto nella sua vita, ho visto Federico durante quelle giornate ed ti posso assicurare he ti ama follemente, ascolta le parole i un'estraneo Ludo, perdonalo, adesso torno a lavorare, buona visita".
Dopo l'ultima frase Luca sparì nei corridoi dell'ospedale, non mi diede tempo nemmeno di aprir bocca, devo dire che le sue parole mi avevano toccato nel profondo ma in quell'istante pensavo soltanto alla visita con la dottoressa, dunque presi un respiro e bussai alla grande porta che mi trovavo difronte.                                             "Avanti" disse la delicata voce della dottoressa Alfredi. Entrai allineano dello studio super ordinato, quel luogo profumava moltissimo ed entrava moltissima luce dalla grande finestra. "Salve Doc" le dissi sorridendo, lei mi fece cenno col capo di sedermi su una delle due sedie opposte al lato della scrivania dove sedeva lei.                                                                 "Ciao Ludovica, che felicità vederti e sapere che hai di nuovo i tuoi innumerevoli ricordi con te"disse lei sorridendo, poi si mise seria e mi guardò negli occhi.                                                   "Allora io ho già parlato con tuo padre ma voglio sapere tutto da te com'è successo?" Chiese lei.
"Allora la nazionale stava giocando e Federico era entrato in campo da qualche istante, al mio fianco avevo Nicolò e Thessa improvvisamente ebbi una forte fitta in testa che durò solo qualche istante, poi Federico ha segnato, ha fatto un goal magnifico dottoressa, lo stadio è andato in visibilio, poi mi guardò e mi ha indicata, quel goal meraviglioso era per me e poco dopo il dolore è tornato, forte, molto forte, sentivo come se la mia testa si stesse aprendo in due, il dolore fu così forte che svenni, fortunatamente ripresi quasi subito conoscenza e quando aprii gli occhi ricordavo tutto" spiegai alla dottoressa Alfredi.                   "Certo è molto più dettagliato il tuo racconto che quello di tuo padre" rise lei, si alzò in piedi, stirò il camice bianco con le mani poi le disinfettò e indossò i guanti.
"Perfetto Ludo adesso ti visito" disse lei, io mi alzai e mi accomodai sul lettino alle mie spalle. Finita la visita mi guardò e sorrise per poi dire: "Tutto perfetto Ludovica, puoi andare tranquillamente, va tutto bene" infine sorrise. Ascoltando le sue parole sorrisi anch'io, la ringraziai e uscii di corsa dall'ospedale.
Chiamai un taxi ed arrivò dopo qualche istante.
"Salve" mi salutò gentilmente l'uomo
"Salve, a Coverciano" dissi io e l'uomo mise in moto.
Arrivati pagai la corsa e scesi nell'ampio parcheggio.
Feci qualche passo per entrare all'interno della struttura quando il suono di un clacson attirò la mia attenzione.
Mi voltai e vidi Federico all'interno di un'auto.
"Che vuoi?" Urlai, Federico fece qualche passo con l'auto in modo che non fossi più frontale a lui ma laterale ed abbassò il finestrino.
"Non voglio nulla" dissi lui
"E allora perché hai suonato?" Domandai
"Non ti volevo semplicemente mettere sotto" rise
"Mhm" mormorai
"Che c'è? Ci sei rimasta male?" Domandò dopo aver notato la mia faccia scontenta
"Oh no! Assolutamente no!" Dissi fredda guardandolo negli occhi.
"Mi sembrava" rispose lui
"Dove stai andando?" Chiesi incuriosita dal vederlo fuori dalla struttura.
"Gelosa?" Domandò a sua volta
"Assolutamente no ma dopo che mio padre non ha dato a Nicolò il permesso di venire con me mi puzza la cosa, tutto qui" giustificai la mia domanda
"Capisco, comunque non ti riguarda" disse lui freddo
"Ah! Non mi riguarda perfetto" dissi gelida ma con sguardo triste dopo le ultime parole di Federico.
"Il mio mondo non gira soltanto intorno a te cara Ludo" precisò lui
"Fottiti Federico" dissi poi mi voltai e inizia a camminare verso l'ingresso.
"Ludo!" Urlò lui
"Dimmi" urlai voltandomi.
"Sei bellissima quando ti incazzi" disse lui alzando poi il finestrino, d'istinto gli feci il dito medio e poi mi rivoltai.
Entrai in campo come una furia, mi tolsi la borsa e la gettai per terra e come se fossi un vecchio straccio mi sedetti sugli spalti dando poi un calcio al sedile davanti il mio.
"Ma vaffanculo!" Urlai convinta che intorno a me non ci fosse nessuno.
"Grazie gentilissima" disse Giggio alle mie spalle
"Ei" gli sorrisi
"Ciao piccolina, è andata bene la visitina?" Chiese
"Molto" risposi semplicemente
"E allora perché sei così nervosa?" Chiese
"E tu perché non sei in campo?" Chiesi a mia volta
"Pausa bagno" rispose ridendo
"Ok non volevo saperlo" Risi a mia volta
"Avanti, dimmi perché stai così incazzata" disse dolcemente il ragazzo.
"Indovina" risposi
"Mi sa che il motivo per cui sei nervosa ha un nome e un cognome" suppose
"Ben detto" confermai l'ipotesi
"E che ha fatto?" Domandò Giggio
"Sembra totalmente disinteressato a me, ma poi dove cazzo è andato?" Chiesi
"È uscito?" Domandò a sua volta Giggio
"Si, era dentro un'auto nel parcheggio" ammisi
"Io non so dove sia andato piccolina ma puoi chiedere a Nicolò so che hanno parlato mentre ero in ospedale" confessò il ragazzo
"Davvero!?" Domandai sbalordita
"Si" confermò lui
"Vado subito a parlare con Nic" dissi urlando per le scale.
Arrivata nel bel mezzo del campo papà mi bloccò.
"Tesoro com'è andata la visita?" Mi chiese
"Tutto bene, non c'è niente che non va, dove sta Nicolò?" Chiesi di fretta
"È in spogliatoio, ma raccontami meglio della visita Ludo" insistette papà
"Dopo devo parlare urgentemente con Nicolò" dissi correndo via.

All'improvviso || Federico ChiesaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora