Pt: 150

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"Finalmente eccoti!" Disse Nicolò vedendoci arrivare.
"Anche per me è un piacere" rispose Federico ridendo dato che Nico si era rivolto soltanto a me
"Bró scusa ma non siete paragonabili" rise Nico
"Hai sentito i tuoi?" Chiesi dopo aver assaggiato il cappuccino.
"Si, si stavano preparando per andare in aeroporto, tu non hai sentito Marti?" Chiese lui
"No, ma adesso è tutto chiaro, probabilmente i tuoi staranno faticando a svegliarla" dissi
"Tipico" disse Nic
"Buongiorno belli!" Esclamò Giorgio avvicinandosi
"Buongiorno capitano" sorrisi ed anche gli altri ricambiarono il saluto.
"Non vedo l'ora di arrivare a Roma" disse esaltato Teo
"Esatto, ho bisogno del mio letto" scherzai sotto sguardo presente di Federico.
"Io non vedo l'ora di sentire le persone urlare con noi!" Disse Ciro
"Ma è successo già ieri" specificai
"Non ne hai mai abbastanza delle urla compiaciute dei tifosi quando sei un calciatore" spiegò il ragazzo.
"Vero" confermarono tutti i presenti al tavolo.
La colazione continuò nel migliore dei modi, eravamo tutti allegri per la vittoria della sera prima avevamo vissuto una vera e propria notte magica, tutte le fatiche dei ragazzi erano state ripagate e adesso ognuno era pronto a tornare alla propria vita, dalla propria famiglia, nella propria squadra ma l'avventura di questi azzurri non sarebbe finita qui, avevano i mondiali alle porte e una pressione in più sulle spalle quella di essere i campioni d'Europa e doversi qualificare a tutti i costi.
"Ragazzi è ora di andare" disse Vialli attirando l'attenzione di tutti.
Saliti in pullman Lorenzo come suo solito attivò la cassa, tutti insieme iniziammo a cantare, urlare, applaudire, l'euforia non era affatto passata anzi era ancora sul nascere.
Saliti in aereo l'equipaggio fece i compimenti a tutto lo staff, a papà e ai ragazzi.
I ragazzi avevano tutti quanti indossato l'abito elegante della nazionale, erano così carini che non smettevo di fotografarli e farmi selfie con loro. Mi mancheranno da morire.
Atterrati un pullman con il logo degli europei ci accolse, era di quelli a due piani con il fuori scoperto. I ragazzi urlanti salirono sulla vettura e insieme alla coppa iniziammo a percorrere le strade di Roma.
"Mamma sto in botta!"commentò Nico
"Si vede" Risi
"Devo riprendermi, dobbiamo vedere Mattarella" sottolineò
"Dai che ora ti riprendi. Bevi un po d'acqua" dissi passandogli la mia borraccia grigia.
"Grazie Fragolina" disse
Il pullman continuava a camminare e i ragazzi a far casino, la gente urlava ai lati del pullman. Un ragazzo passò persino un megafono a Nico che a sua volta passò a Leo e quest'ultimo iniziò a urlare "chi non salta un inglese è, è!" e tutti i ragazzi gli andarono dietro saltellando e urlando insieme ai tifosi che da sotto il pullman li acclamavano.
Furono delle ore fantastiche, piene di gioia, Federico era così felice ed entusiasta ed io non potevo che star bene vedendolo così.
"Ludo sto una merda" rise Nico ancora in botta per la sera prima
"Non si direbbe" Risi
"Vabe mi sto divertendo ma tra poco sbocco" rise
Nicolò divenne bianco in viso
"Siediti e bevi un po d'acqua" dissi passandogli ancora la borraccia
"Meglio se la tengo io" disse
"Concordo e metti questi" dandogli i suoi occhiali neri
"Sei la mia salvezza lo sai vero?" Disse
"Lo so amore" risposi. Nico bevve un sorso e mise gli occhiali ed eccolo ripartire alla carica con gli urli.
I ragazzi incontrarono Mattarella, fecero le fotografie e poi tornarono sul pullman.
"Nicolò sembrerai uno strafatto in quelle foto" lo prese in giro Lorenzo.
"State zitti mi scoppia la testa" disse Nico
"Arrivati a casa vai dritto a letto" dissi
"Assolutamente" confermò lui.
Ed eccoci qui. Siamo arrivati al momento dei saluti.
"Promettimi che quando arrivi da Thessa mi chiamate" dissi a Manul abbracciandolo
"Certo ma non piangere, ci vedremo presto" disse
"In che senso?" Chiesi
"Ti fidi di me?" Domandò Manuel
"Ovvio" risposi
"Allora tranquilla Ludo" concluse lui dandomi poi un bacio sulla guancia e sparendo nel nulla.
Ed uno è andato.
Improvvisamente qualcuno mi abbracciò da dietro.
"GGG" dissi riconoscendo le mani di Donnarumma
"Piccolina vieni qui" disse lui.
Giggio mi strinse forte a se.
"Ma piangi?" Chiesi
"Nha! Mi è entrato un granello di polvere in un occhio" scherzò
"Mhm si come no" risposi abbracciandolo ancora è così via salutai tutti gli altri.
"Lollo!" Esclamai quando Lorenzo si avvicinò a me.
"Quando vorrai casa mia sarà sempre aperta per te lo sai" disse lui
"Lo so, mi mancherai davvero tanto" ammisi
"Anche tu" rispose, abbracciai Lorenzo e successivamente salutai anche Ciro, con lui però ci saremmo visti a cena essendo che anche lui vive qui a Roma.
"Abbiamo finito, possiamo andare?" Chiese Nicolò stremato
"No! Non ho ancora salutato Matteo!" Sbuffai
"Eh amore capisco, ma non c'è" ridacchio Federico
"L'ho notato, magari è in bagno" sperai.
"Aspettiamo altri dieci minuti qui, se non spunta ti mollo qua" sbadigliò Nicolò
"Eh va bene" sbuffai.
I minuti passavano e di Matteo nemmeno l'ombra.
"Basta Ludovica andiamo" disse serio papà
"Che palle che siete" sbuffai.
Presi lo zaino da terra e lo misi solo su una spalla.
"Ei! Aspetta! Volevi andartene senza salutarmi" sentii urlare alle mie spalle dopo esserci allontanati di qualche passo dal punto in cui aspettiamo Matteo.
"Lo sapevo!" Urlai guardando Nico, Fede e papà.
Mi voltai e corsi letteralmente tra le braccio di Matteo.
"Dove stavi?" chiesi con la faccia sulla sua maglia.
"Stavo cercando una cosa" disse
"Cosa?" Domandai
"Questo" disse dandomi la busta che aveva tra le mani.
"È per te" continuò.
"Ma sei scemo! Non dovevi!" Dissi
"È una cazzata, davvero" dissi lui alzando le spalle.
Aprii il regalo era un piccolo album per fotografie.
"Così stampi le foto di quest'esperienza e le conserverai per sempre" disse sorridendo
"Ti adoro" dissi abbracciandolo ancora
"Anch'io bubi" disse dandomi poi un bacio sulla testa.
"Non voglio lasciarti andare" dissi
"All'inizio di questa esperienza non l'avresti mai detto" rise
"Già" Risi anch'io
"Eh invece eccoci qui, sei la mia migliore amica Ludo. Anche se io non lo sono per te" disse ma lo interruppi.
"Sh! Nicolò per me è mio fratello oltre ad essere il mio migliore amico e anche tu nel tuo piccolo lo sei. Grazie per il regalo Matteo, grazie per tutto! Ti voglio un bene pazzesco" dissi
Matteo sorrise e mi attirò a se abbracciandomi
"Ludo dobbiamo andare" Urló Federico
"E voi stronzi non mi salutate?" Scherzò Teo.
I ragazzi si avvicinarono e si salutarono, papà saluto Matteo ed infine lui disse: "ci vediamo presto"
"Lo spero" rispose
"Tu stai tranquilla sarà prestissimo" sorrise voltandosi poi e sparendo tra la folla.

All'improvviso || Federico ChiesaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora