Nuova vita

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No one's pov
La settimana seguente per Toni è un susseguirsi di lezioni, preparativi per il funerale e suo zio che cerca di rallegrarla ma con scarsi risultati. I due hanno già fatto le valigie, e anche se Toni non desidera proprio partire, deve farlo a meno che non voglia andare in quel collegio orrendo.
Arriva così, in quella monotonia infelice il grande giorno. Suo zio le aveva comprato un vestito nero. Toni non mette mai vestititi o gonne, ma questo lo mette con piacere. Guardandosi allo specchio le sembra di vedere sua mamma da piccola, perché lei si metteva sempre abiti eleganti. Alle 15:00 una macchina grande, di colore nero parcheggia davanti alla casa. La famiglia, o meglio ciò che ne è rimasto, si mette ai sedili dietro. Quello è il veicolo che li avrebbe portati al cimitero. Non hanno invitato nessuno, perché Josh e Rebecca si erano trasferiti solo due anni fa e visto che lavoravano fuori da Riverdale non conoscevano nessuno. Non hanno invitato neanche FP. Toni aveva chiesto di invitarlo, insieme a Jughead, ma quando aveva scoperto che era un Serpent, lo zio rifiutò senza pensarci due volte.
Edward: -il funerale di Josh e Rebi non sarà rovinato da quei vagabondi dei serpents- aveva detto. È una giornata piovosa, quindi prendono un ombrello dello stesso colore dei loro abiti.
Pioviggina, quella pioggia fastidiosa che Toni odia. Lo zio ha ingaggiato due ragazzi per seppellire le due bare, e visto che si stanno rifiutando di lavorare con la pioggia, li paga il doppio. Pregano, ed Edward dice le solite parole che si dicono ad un funerale, parole che Toni non sa, e che non avrebbe voluto sapere. La cerimonia dura poco, il tempo di seppellire le bare, fare le preghiere ed hanno già finito. La prossima tappa? Il viaggio. Ebbene sì, lo zio dice che non ha tempo da perdere e che deve subito tornare a lavoro. Toni vuole molto salutare Jug, ma quando lo dice al suo cosiddetto "genitore", quest'ultimo risponde che a Chicago avrebbe avuto molti altri amici e che non c'è nulla di cui preoccuparsi. La bambina sta per abbandonare il luogo dove è nata, la casa dove è cresciuta e dove è stata bene. Sta per andare in un luogo completamente sconosciuto e non sa neanche se si sarebbe trovata bene o meno. Lì tutto sarebbe stato nuovo; nuova scuola, nuove persone, nuova vita. Chissà se avrebbe mai rivisto Jughead o FP. Lui sarebbe diventato un Serpent? Oppure un mascalzone che deruba case? E lei invece sarebbe diventata un'attrice come ha sempre sognato? Non può saperlo. Si promette solo che tornerà, ai suoi diciott'anni, e la prima cosa che avrebbe fatto sarebbe stata quella di andare da Pop's. Quelle luci le sarebbero mancate un sacco, però forse a Chicago ci sarebbe stato qualcosa di simile.
Zio: -Toni sei pronta? Dobbiamo stare in aeroporto alle 18:00-
Toni: -sono pronta-
Zio: -preso tutto? Guarda che se dimentichi qualcosa non la potrai più riavere. Ti ho avvisata-
ha preso tutto. Il libro di fiabe, tutti i suoi vestiti, la lucetta rosa...Non nega che è curiosa di vedere la nuova città dove avrebbero vissuto, però sapere che i suoi genitori non ci sono e che non ci saranno più stati la rattrista sempre di più. E poi suo zio non si avvicina neanche un po' a sua mamma e suo papà. Le manca la dolcezza di Rebecca, il sorriso di Josh.
Zio: -Toni- La voce di Edward la riporta sulla Terra. Alza la testa nella sua direzione.
Zio: -ti sto chiamando da cinque minuti. Andiamo, il taxi è arrivato- ad un certo punto un'idea si fa largo nella testa di Toni.
Toni: -arrivo-
Zio: -fai presto non vorrai mica perdere l'aereo- quando lo zio esce lei si fionda sull'unica penna che ha lasciato sul tavolo. Prende un foglio ed inizia a scrivere. Siamo andati a Chicago. Non so se tornerò, spero di sì. Mamma a papà sono morti. Mi mancano molto. Toni.
Non sa il perché di quella breve lettera, ma pensa che forse qualcuno la leggerà. La lascia sul tavolo della cucina e raggiunge suo zio in macchina. L'aeroporto non dista molto infatti in mezz'ora sono già lì che mostrano i documenti e i biglietti al controllore. L'aereo sarebbe partito alle 20 in punto, perciò hanno ancora un'ora. Si siedono sui comodi sedili di metallo. I bagagli sono già stati spediti quindi viaggiano con una sola borsa dove lo zio tiene tutte le cose che sarebbero potute servire nell'aereo: una rivista, un album da disegno e delle matite colorate per Toni, dei panini ecc.
Zio: -hai fame?- cenno negativo.
Zio: -va bene, io vado a prendermi un caffè, rimani qui torno subito- Toni non si muove. È intenta a guardare gli aerei che partono. Ognuno con una destinazione diversa. Si volta verso il bar dove è andato e lo vede conversare con una bella donna. Sorseggiano caffè ridendo. Poi l'uomo le fa vedere il telefono, ed la donna inizia a digitare sul suo. Di sicuro si stanno scambiando i numeri. Lei gli domanda qualcosa, forse se è da solo o con qualcuno, perché lui fa un cenno verso la bambina. Poi Toni pensa che le sta raccontando ciò che è successo perché la donna fa una faccia come per dire oddio, mi dispiace tantissimo. Continuano la conversazione. Edward si è completamene dimenticato della nipote, e se non fosse stato per l'auto parlante che annuncia l'imbarco tra 5 minuti, sarebbe rimasto lì con quella donna a sorseggiare caffè e raccontarle della propria vita. Si allontana da lei, voltandosi una volta per farle capire di chiamarlo, aggiungendo in più l'occhiolino.
Zio: -vieni Toni andiamo- l'aereo non è molto grande, però ci sono un sacco di persone. Bambini che piangono, anziani che si preparano a dormire, adulti che lavorano al computer. Dopo un'attesa di dieci minuti finalmente l'aereo parte. Per Toni non solo sarebbe stato il primo viaggio al di fuori di Riverdale ma anche il suo primo volo in aereo. Se non fosse per la morte dei genitori, e il trasferimento in un'altra città, avrebbe detto che tutto ciò è molto eccitante. Si accoccola sul sedile guardando dal finestrino. Tra 7 ore avrebbe iniziato una vita completamente nuova.

Before the sparkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora