I tuoi stupidi consigli

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Toni's pov
Sweet Pea: -Toni, lei è la mia ragazza, Olivia- obbligo o verità. Lascerò i Ghoulies. Questi sono i ricordi che affiorano nella mia mente appena sento pronunciare quel nome. La ragazza che inizialmente sta dietro di lui, si mette davanti al mio amico. Non è cambiata molto, a parte per i capelli che sono diventati più corti e che le arrivano alle spalle. È più alta di me, del resto non ci vuole molto visto che sono alta solo un metro e cinquantotto. Mi sorride leggermente mentre io continuo a spostare lo sguardo da lei a Sweet.
Olivia: -piacere- ecco un altro di quei sorrisi smaglianti che in tre anni non sono cambiati di una virgola. Mi presento a mia volta anche se so il suo nome e lei il mio. Sweet sa che è una Ghoulie? Sa che è lei la tipa grazie alla quale mi sono fatta i capelli rosa? Sa che è una criminale?
Sweet Pea: -sediamoci dai- dopo che ci siamo accomodati, inizio con le domande. So capire abbastanza bene le persone e voglio sapere che intenzioni ha con Sweet Pea.
Toni: -allora, Olivia raccontaci di te-
Sweet Pea: -Toni- dice rimproverandomi.
Olivia: -tranquillo, è tutto ok-
Olivia: -diciamo che ho mollato la scuola al quinto anno, così come la gang dove stavo prima, ed ho iniziato a lavorare in un negozio d'abbigliamento- non si fa nessun problema ad ammettere di essere stata in una gang. È anche più grande di Sweet. So che gli piacciono le ragazze più grandi, però almeno per una volta si sarebbe potuto scegliere una più piccola ed indifesa.
Toni: -come mai hai lasciato la gang?-
Olivia: -ho capito che non era più il mio posto, i membri non sono stati contrari anche perché non ero poi così brava nella lotta e cose del genere- dice guardando Sweet mentre sorride, appoggiando la testa sulla sua spalla. Ordiniamo qualcosa e mentre mangiamo le faccio altre domande.
Toni: -come vi siete conosciuti?- questa volta la domanda è rivolta a Sweet che è rimasto in silenzio per la maggior parte della serata.
Sweet Pea: -al drive-in, per puro caso- continuiamo a mangiare, finché Olivia non deve tornare a casa.
Olivia: -io devo proprio andare, ciao amore- mi guarda sorridendo. Appena esce dalla porta mi scaglio contro Sweet, ovviamente in silenzio per non disturbare le altre persone.
Toni: -ma sei impazzito?-
Sweet Pea: -perché?-
Toni: -sai con chi ti sei appena messo insieme?-
Sweet Pea: -con una bella ragazza?-
Toni: -no cazzo, con una criminale-
Sweet Pea: -Toni, capisco che sei gelosa, però non rivolgerti a lei in questo modo-
Toni: -non capisci Sweet, lei è ancora peggio di tutte le altre che mi hai presentato. È lei che mi ha fatto giocare ad obbligo o verità, anni fa-
Sweet Pea: -Toni, te l'ha detto, è acqua passata, sono ormai quattro anni che non è più in quella gang- mi guarda dritto negli occhi per farmi capire di smetterla di parlare così della sua ragazza.
Toni: -sai anche tu che-
Sweet Pea: -no Toni. Questa volta non ti ascolterò. Anzi sai cosa? Ogni volta che ti ascolto va tutto male. Quindi evita i tuoi stupidi consigli- si alza e dopo aver dato una banconota a, esce dal locale lasciandomi da sola con le lacrime che minacciano di uscire per la rabbia. Lo rendo triste. Ho appena reso infelice una persona. Eppure io voglio solo il meglio per lui. A quanto pare è meglio lasciarlo con Olivia e non immischiarsi. Sento un vuoto dentro, xl e se una parte di me fosse stata strappata via. Mio fratello ha appena detto che non ha bisogno dei miei consigli e questo in parole povere sta a significare che non ha bisogno di me. Guardo le luci rosse per riuscire a calmarmi. Invano. Finisco il mio milkshake al cioccolato ed esco, dato che il conto lo ha già pagato lui. Voglio chiamare Cheryl, ma avrei fatto fatica a trattenere le lacrime e non voglio farla preoccupare. Decido di tornare alla roulotte. Almeno dovessi piangere, lì nessuno mi vedrà nessuno. La luce nella roulotte di Sweet è spenta, sarà da qualche parte, visto che di solito la spegne solo alle due o alle tre di mattina. Ancora non riesco a capire come faccia a venire a scuola sempre in orario e perfettamente riposato. Nella mia testa continuo a sentire le frasi di poco fa. Affondo la testa nel cuscino e dopo qualche secondo sento che questo è quasi completamente bagnato e anche sporco del mascara colato. Vado in bagno per struccarmi. Mi guardo allo specchio. Guardo la mia mano. La distendo però, appena sto per colpire il vetro mi fermo. Devo farlo per per Cheryl. So che si preoccuperebbe ed io non voglio. Ha già avuto troppe preoccupazioni in questi anni e tu devi solo darle sensazioni positive e non incontrarla con una mano ferita. Se non ci fosse stata lei, ora avrei di nuovo le mani sanguinanti e lo specchio rotto.
In questi anni, avrò cambiato cinque specchi. Ho però qualcos'altro da colpire, infatti dopo essermi messa dei pantaloni della tuta e una canottiera, inizio a prendere a pugni il sacco da box. La tristezza fa posto alla rabbia, che se anche momentanea ha un effetto immediato. Continuo a motivare la rabbia con tutte le frasi che non ho e che non direi mai in faccia a Sweet, però qui, nel silenzio tombale, posso farlo. Tra poco mi pentirò di tutte le cattiverie dette, però mi devo pur sfogare in qualche modo. Abbraccio il sacco facendomi dondolare dal suo movimento sotto il mio peso. Scoprirò cosa vuole Olivia e avrei fatto ragionare Sweet. Non può passarla liscia.

Before the sparkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora