Toni's pov
Fantastico, ricomincia la scuola. Altri cambiamenti, altre persone nuove da sopportare. Quanto sono stancata di tutto questo. Mio zio è insopportabile, torna ogni sera a casa ubriaco fradicio e io devo aiutarlo a togliersi le scarpe, metterlo a letto ed assicurarmi che non vomiti sul pavimento come è successo molte volte. Se quando ero piccola un po' mi controllava e si preoccupava, da quando ho compiuto dodici anni è come vivere da sola. Anzi i ruoli si sono invertiti. Io gli devo preparare la colazione, il pranzo, la cena, badare a Nek, stirargli i vestiti, è come se il bambino sia lui. I ricordi dei miei genitori stanno pian piano svanendo, infatti mi ricordo solo il sorriso di papà e le giornate che trascorrevamo da Pop's, tutto il resto vuoto totale. Darei qualsiasi cosa per tornare con loro a Riverdale, e invece devo stare qui con un ubriacone a cui non importa nulla di me.
Edward: -Tooni, portami i grissini- urla dal salotto.
Toni: -non puoi prenderli da solo? Sono occupata- ed è davvero così. Ho scoperto solo stamattina di avere il primo ciclo, e visto che di assorbenti in casa non ce ne erano, stavo cercando di fare qualcosa di comodo ed accettabile con qualche pezzo di carta igienica.
Edward: -brutta ragazzina, portami subito i grissini ho detto!- ormai quando deve rivolgersi a me è tutto un miscuglio di insulti. Gli porto ciò che mi ha chiesto.
Edward: -dopo pulisci tutto perché io sono molto...- non riesce a finire la frase che si addormenta. Fantastico, ci mancava solo questo. Mentre lui russa io mi metto a raccogliere tutte le lattine e le cartacce di cibo sparse qua e là. Butto tutto nel grande cassetto dell' immondizia che sta in cucina, poi prendo Nek, gli metto il guinzaglio ed insieme usciamo. Per strada scrivo un messaggio a Jacqueline. L'unica cosa di cui sono grata a mio zio è il telefono che mi ha regalato per il mio undicesimo. Almeno posso scrivere con la mia amica e sapere le ultime novità di Riverdale. Mancano solo otto anni e ci sarei tornata, me l'ero promesso. Con Jack ci dobbiamo incontrare nel parco, perciò visto che ho ancora tempo, posso fare un salto al supermercato e comprare gli assorbenti. Gli animali non possono entrare quindi lego Nek alla sbarra ed entro da sola. Compro gli assorbenti e qualche patatina da mangiare insieme alla mia amica. Quando arriviamo all'entrata del parco Jacqueline e Saki, il suo dobermann, sono già arrivati. Come al solito lei è puntualissima. Sempre in anticipo alle lezioni e ai nostri appuntamenti, tutto il contrario di me, che arrivo con i miei soliti cinque minuti di ritardo.
Jacqueline: -sei sempre la solita- dice riferendosi all'orario.
Toni: -lo so, ormai devi essere abituata- le rivolgo un rapido sorriso prima di togliere il guinzaglio a Nek cosicché possa camminare un po' libero.
Jacqueline: -insomma? Come va?-
Toni: -uno schifo- dico lasciandomi cadere sulla panchina.
Jacqueline: -tuo zio?- annuisco. Sa tutto riguardo la mia situazione. Sa anche che non lavora e che viviamo solo con i soldi della rata mensile che il collegio per ragazzi senza genitori ha prescritto a mio zio, così ogni volta mi porta dei contanti che chiede ai genitori con la scusa di dover comprare qualcosa. Al contrario della mia, la sua famiglia è più che benestante. Vivono in una villa a quindici minuti da scuola e anche se Jacqueline può essere scambiata per una ragazzina snob era in realtà è molto gentile, basta solo conoscerla a fondo. Le sono infinitamente grata per ciò che fa per me.
Toni: -Jack grazie, per tutto- dico all'improvviso. Mi sento sempre di non ringraziarla abbastanza.
Jacqueline: -scherzi? Sei la mia migliore amica, farei di tutto per te- la abbraccio. Lei rimane sorpresa da qual gesto dato che non amo molto il contatto fisico, però poi ricambia e restiamo così per qualche secondo.
Jacqueline: -ti voglio bene Toni-
Toni: -anche io Jack-
Jacqueline: -ti ho portato una cosa- mi porge una busta. La apro e dentro vedo due collanine con un ciondolo a forma di cuore.
Toni: -sono bellissime-
Jacqueline: -e ci soni anche questi- dice porgendomi la solita busta contenente soldi.
Toni: -Jack no, non posso accettare. Sei la mia migliore amica non la mia mamma-
Jacqueline: -lo dici sempre però poi riesco a convincerti, perciò prendi questi soldi e falla finita. Ora andiamo-
Toni: -dove?-
Jacqueline: -visto che mi parli sempre di questo Pop's, ieri mi sono messa alla ricerca e ho trovato un posto simile. Quindi ora torniamo a casa per riportare i cani e alle 18:00 ti vengo a prendere con l'autista. E non si accettano obiezioni-
Toni: -sei ancora seduta? Dai muoviti, sennò facciamo tardi-
Jacqueline: -senti chi parla- le do una leggera spallata ridendo.
Jacqueline: -a tra poco, ciao ciao- ritorno a casa. Mio zio si è svegliato e sta in corridoio a fissarmi.
Toni: -sì?-
Edward: -dove sei stata?- puzza di alcool e fumo, come del resto tutta casa. L'odore non è quello delle solite sigarette, è più pungente. Erba.
Toni: -non ti è interessato per anni ed ora ad un tratto ti interessa?- chiedo fredda.
Edward: -non osare parlarmi in questo modo ragazzina- dice prendendomi per il polso e stingendo sempre di più.
Toni: -lasciami, devo incontrarmi con Jacqueline-
Edward: -oh no, tu oggi non vai da nessuna parte- mi trascina in camera e dopo avermi preso il cellulare chiude la porta. Sento la serratura scattare. Mi ha chiuso dentro. Inizio a battere forte le mani contro la porta, anche se so che è inutile. Non posso neanche uscire dalla finestra perché ci sono le grate e ovviamente la chiave per toglierle ce l'ha lui. Fantastico, oggi non sarei uscita. Anzi non so neanche quando e se sarei uscita. Può benissimo scordarsi di me. Domani sarebbe stato il primo giorno di scuola media e non voglio assolutamente saltarlo.
Toni: -che bastardo- mi butto sul letto con la rabbia che mi assale e con la tristezza di non poter andare con Jack a quel fast food. Lei si è impegnata per trovare un luogo simile al Pop's e io le do buca senza neanche avvertirla. Con tutti quei pensieri che mi frullano per la testa non mi accorgo neanche che si è fatto buio. La mia amica dovrebbe arrivare a momenti. Sento un auto parcheggiare nel vialetto. Mi affaccio e vedo la macchina di Jack. La vedo uscire e suonare il campanello. Mio zio esce chiedendo chi fosse e cosa volesse.
Jacqueline: -sono la migliore amica di Toni. Ci siamo dovevamo uscire adesso-
Edward: -Toni non è in casa-
Jacqueline: -mi sembra strano, le ho parlato due ore fa ed ha accettato-
Edward: -non so, non mi ha detto nulla, ora se vuoi scusarmi devo andare-
Jacqueline: -non è preoccupato per sua nipote? Non sa neanche dove sia-
Edward: -è una ragazza ormai e non sono affari miei dove va, ora sono occupato- le chiude la porta in faccia. Inizio a battere contro il vetro della finestra, ma tutto lo sforzo è inutile, non mi sente. Allora inizio a battere le mani sulla porta urlando.
Edward: -zitta se non ti vuoi perdere il primo giorno di scuola- quanto lo odio.
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Before the spark
RomanceToni: -Cheryl tu non devi morire- Cheryl: -perché no?! La mia vita fa schifo, ho una vipera al posto di una madre normale, non servo a nessuno e- Toni: -tu servi a me- ~~~ La Choni è una delle ship più amate di Riverdale, però come era la vita di C...