Ricordi

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Toni's pov
Per fortuna questa mattina mio zio ha aperto quella dannata porta permettendomi di andare a scuola. Mi ha chiesto anche scusa, dicendo che fosse ubriaco e che non intendesse farmi del male. Il polso è ancora gonfio. Mi ha promesso che non avrebbe più bevuto in vita sua ed io ci spero tanto, anche se non gli credo. La scuola media che frequentiamo è nello stesso edificio delle nostra scuola primaria perciò l'arredamento e i colori sono gli stessi. Jacqueline si è iscritta ovviamente alle lezioni di cheerleading dato che lo desidera da quando è piccola. Io ho rifiutato il suo invito. Non ho la minima voglia di ballare con una stupida divisa e con dei ridicoli pom pon davanti ad un'infinità di gente, dato che soffro anche di ansia da palcoscenico. Poi mi mantengo in forma da sola; spostare un uomo di 70 chili dal divano al bagno, dal bagno in cucina e dalla cucina di nuovo al divano ogni giorno, non è un lavoretto da quattro soldi. Prima correvo anche con Nek, però ormai è diventato troppo vecchio per correre perciò lo porto fuori solo per fargli fare le sue cose e dopo lo riporto a casa. Il pomeriggio, dopo scuola rimango a guardare Jacqueline che si allena. È davvero bravissima. Riesce a fare la spaccata con una facilità impressionante.

Una volta uscita dal campo grondante di sudore, ci incamminiamo verso casa mia.
Oggi mio zio ha detto che sarei potuta andare in quel fast food. Per tutto quello che aveva fatto ieri ho pensato, questo è il minimo che possa fare.
Jacqueline: -allora ci vediamo alle sei e niente scherzi che l'altra volta mi sono presa un colpo-
Toni: -l'avevo capito. Non si telefona quindici volte ad una persona a meno che non sia successo qualcosa-
Jacqueline: -ero preoccupata- ripete dandomi una carezza sul braccio. Conosce mio zio e da quanto le ho raccontato, sono sicura che avesse pensato al peggio. L'autista intanto è arrivato.
Jacqueline: -a dopo- la saluto con un cenno della mano. Entro in casa e stranamente non c'è puzza né di alcol né di fumo, anzi l'intera casa profuma con il solito detersivo al limone che uso per pulire.
Toni: -niente birra oggi?-
Edward: -te l'ho promesso, niente birra e niente sigarette. E nella tua camera c'è una sorpresa- lo guardo con una faccia confusa. Sul letto c'è una grande busta di carta. La ribalto e da essa cadono un sacco di vestiti nuovi. Magliette, jeans, scarpe, di tutto e di più. Stranamente ha anche azzeccato il mio stile.
Edward: -ti piacciono? Spero che le misure siano giuste-
Toni: -li adoro, ma dove hai preso i soldi?- chiedo guardandolo sospetta.
Edward: -che domande mi hanno preso per un nuovo lavoro, ho chiesto un anticipo e come vedi me l'hanno dato-
Toni: -che lavoro?-
Edward: -dai che ti importa, l'importante è che si paga bene no?- annuisco lentamente.
Toni: -giusto-
Edward: -a che ora ti viene a prendere la tua amica?-
Toni: -alle sei-
Edward: -mancano due ore faresti meglio a prepararti. Dammi i vestiti che ti metti e te li stiro-
in poco tempo sono pronta e alle sei meno cinque esco di casa. Scommetto che Jack arriverà precisamente alle 18. Sto guardando il mio cellulare e appena sul display del orologio compare il numero 18, la solita macchina della mia amica parcheggia nel vialetto di casa. Vedo un finestrino abbassarsi e compare la faccia della mia amica.
Jack: -hai svaligiato un negozio di vestiti per caso? Dai entra- entro nel veicolo e vedo che mi sta squadrando.
Jacqueline: -le scuse dello zio per quello che ha fatto ieri?-
Toni: -a quanto pare-
Jacqueline: -almeno ha buon gusto, queste scarpe sono bellissime e poi è il tuo colore preferito-
sorrido, forse mi sto facendo troppe paranoie riguardo al lavoro di mio zio. Devo solo rilassarmi e godermi la serata con la mia migliore amica. Arriviamo al locale dopo una mezz'oretta buona. È proprio nel centro di Chicago. E come ha detto Jacqueline somiglia un sacco al Pop's. Le lanterne rosse lo illuminano completamente e i divanetti all'interno sono messi nello stesso modo. L'autista dice che sarebbe venuto a riprenderci alle 20:00.
Jacqueline: -entriamo o restiamo qui a guardare le lucine?- entriamo e l'odore che sento mi fa ritornare a quei bellissimi ricordi: mamma e papà, i nostri milkshake, la torta al cioccolato, Pop Tate che mi sorride.
Jacqueline: -dove ci sediamo?-
Toni: -lì, vicino alla finestra- è il posto che di solito occupavo nel fast food di Riverdale. Il menù è quasi lo stesso, quindi prendo il solito, milkshake al cioccolato, cheeseburger e anelli di cipolla.
Toni: -tu cosa prendi?-
Jacqueline: -prendo un hamburger,  milkshake alla vaniglia e patatine-
Toni: -grazie per avermi portato qui Jack, appena sono entrata è come se avessi rivissuto tutti i ricordi con mamma e papà-
Jacqueline: -lo so Toni, non c'è bisogno che mi spieghi. Ti capisco e sono felice che tu abbia potuto rivivere quei momenti seppur per qualche secondo- arriva il nostro ordine, che gustiamo con enorme piacere. Non mangiavo un hamburger così buono da un anno e solo ora mi accorgo quanto mi fosse mancato. Tra tutte le chiacchiere e il cibo delizioso si fa tardi. L'auto è arrivata, perciò bisogna lasciare quel posto che mi fa rivivere i ricordi migliori. Un giorno tornerò dal vero Pop's e non lo abbandonerò mai più.

Before the sparkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora