Promesse

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Cheryl' s pov
Quando quel tipo ha colpito Toni alla testa e lei è caduta, mi si è mozzato il respiro. Mi sono avvicinata a lei abbassandomi e riprendendo la sua mano. Mi ha detto scappare ed è ciò che sto facendo. Anche Archie, Betty, Veronica e Jug mi hanno detto di andarmene perché alle Suore interesso io, perciò loro se la sarebbero cavata. Ma ormai non mi importa. Sorella Woodhouse in una sola frase ha riassunto tutte le mie paure e le mie insicurezze che ora mi girano per la testa. Non ce la farai,  non potrai mai essere felice. Sembra una frase banale, ma per me non lo è.
In quelle ultime due ore ho provato felicità, un'enorme felicità che adesso è stata messa da parte dalla tristezza. Non posso farcela, quella suora ha ragione. Mi ritorna in mente JJ, mio padre, mia madre, tutto. Non posso farcela,
Cheryl: -scusa JJ ma oggi infrangerò la mia promessa- mi trovo nella macchina di Betty, diretta ad un posto che conosco fin troppo bene: lo SweetWater River. È abbastanza lontano, infatti arrivo dopo mezz'ora. Rivedrò finalmente rivisto JJ. Mi avvio verso il ponte. È situato ad un altezza di dieci metri e ci si può arrivare con una scalinata ricavata dalla pietra. Il paesaggio che si vede è magnifico, ma se si vuole fare ciò che ho in mente io è tutto tranne che bello. Sotto c'è un enorme quantità di massi appuntiti. Fortunatamente sarebbe stata una fine non dolorosa e rapida. Mi siedo sul ponte. Voglio godermi questi ultimi minuti di vita. Non so com'è l'aldilà, però tutto è meglio della mia vita.

Toni' s pov
Apro gli occhi. Davanti a me ci sono Betty, Jug, Archie e Veronica che mi guardano.
Veronica: -grazie a Dio-
Toni: -Cheryl dov'è?- chiedo immediatamente. Provo a rialzarmi ma Betty me lo impedisce.
Betty: -aspetta qualche minuto- apro e chiudo gli occhi, la vista diventa nitida.
Toni: -dov'è.-
Betty: -non lo sappiamo-
Toni: -come sarebbe a dire che non lo sapete?- mi alzo nonostante il dolore alla testa. Solo allora vedo il panorama circostante, un ospedale.
Toni: -dove siamo?-
Jughead: -al Riverdale Hospital-
Toni: -cos'è successo?- mi raccontano in breve tutto ciò che è successo, dal mio svenimento alla fuga di Cheryl arrivando a come sono finita in questo ospedale. Quella Suora le ha detto seriamente quella frase? Ho la testa fasciata e il dottore ha detto che devo stare a riposo qualche giorno, ma io non posso aspettare. Mi riposerò quando troverò Cheryl, di nuovo. Mi fiondo verso la porta. Betty prova a fermarmi ma io sono irremovibile.
Jughead: -lascia almeno che ti accompagni- rifiuto il suo invito. È una cosa tra me e lei ormai. Sello la moto, non mettendo neanche il caso per non fare pressione sulla ferita. Rifletto per un secondo su dove andare. Lo SweetWater River. Parto a tutta velocità verso il fiume. Grazie a Dio è lì. Sta in piedi sul ponte, e si sta sporgendo verso l'acqua. Realizzo subito cosa sta per fare.
Toni: -Cheryl no- grido con tutta la voce che ho. Faccio uno scatto fino al masso e la afferro letteralmente per la punta delle dita prima che cada. La trascino a terra ed insieme cadiamo sull'erba, gemo quando la ferita si apre. Respira fatica e trema. Le metto sulle spalle la mia giacca. Non mi guarda neanche per un secondo, continua a fissare il vuoto.
Toni: -Cheryl- si sdraia sull'erba dandomi le spalle. Mi sdraio anch'io a pancia in su, mentre guardo il cielo. Rimaniamo così per qualche minuto fino a quando non la sento singhiozzare. Mi appoggio sulla mano mentre mi sporgo verso di lei. Quando confermo che sta piangendo mi sdraio più vicina e poggio la testa sul suo fianco. Mi guarda smettendo di piangere e ricominciando a fissare il vuoto.
Toni: -vuoi parlarne?- non risponde.
Toni: -vuoi rimanere qui per sempre?-
Cheryl: -lo avrei già fatto se non fossi arrivata tu- non è una risposta seccata bensì triste. Mi fa tenerezza vederla così, quando piange le lacrime mi salgono agli occhi e devo fare uno sforzo enorme per non piangere a mia volta.
Toni: -Cheryl, non devi morire-
Cheryl: -perché no? La mia vita è orribile, ho una vipera al posto di una madre normale e se non non servo alla mia stessa madre a chi potrei servire?-
Toni: -servi a me- dico interrompendola e guardandola dritta negli occhi. Abbassa lo sguardo.
Cheryl: -non sai di che parli. Finirai per odiarmi come tutti gli altri-
Toni: -non riuscirei mai ad odiarti-
Cheryl- Toni, perché mi perseguiti dal primo giorno? Cosa diamine hai visto in una come me?-
Toni: -ho subito notato qualcosa in te, ho pensato che ci sia qualcosa che nascondi dietro a quella marionetta di stronza che usi ogni giorno- abbassa lo sguardo osservando un sassolino per terra con tristezza. Vedendo che non mi risponde, continuo a parlare.
Toni: -cos'è che nascondi al mondo intero e perché hai voluto porre fine a tutto?- una lacrima inizia a scenderle lungo la guancia pallida. Mi avvicino a lei e gliela asciugo col pollice. Continua a rimanere in silenzio. Sicuramente dentro di lei si sta svolgendo una guerra tra cuore e mente, ed io spero che vinca il primo.
Cheryl: -ho solo paura-
Toni: -di cosa?-
Cheryl: -vivo con la costante paura di non farcela, di non essere all'altezza. Ogni giorno voglio porre fine alla mia esistenza, e oggi se tu non fossi arrivata sarei già in un mondo migliore con JJ- sono disperata. Solo in quel momento realizzo che se non fossi arrivata, lei ora non ci sarebbe più.
Toni: -mio dio- lacrime iniziano a scendermi più numerose. Mi guarda.
Toni: -se avessi fatto anche un secondo di ritardo ora non saresti qui, cazzo- mi siedo con le gambe al petto mettendomi le mani sugli occhi. Sento che si sta sedendo anche lei. Mi mette un braccio intorno alle spalle e mi stringe a sé. Dopo qualche secondo cambio posizione sdraiandomi e appoggiando la testa sulle sue cosce. Inizia ad accarezzarmi i capelli.
Cheryl: -Toni-
Toni: -sì?- dico alzandomi e sedendomi davanti a lei.
Cheryl: -grazie- la guardo confusa.
Cheryl: -per tutto- mi abbraccia. Quando ci stacchiamo da quel abbraccio, il migliore che io abbia mai ricevuto, ci guardiamo negli occhi. Questa volta è lei a compiere il primo passo. Si avvicina lentamente a me e posa le sue labbra sulle mie. Le sposto una ciocca di capelli. Lei è la prima a staccarsi. Mi guarda sorridendo, con il mascara colato e una parte del rossetto cancellata. Mi guarda sorridendo prima di sporgersi e baciarmi di nuovo. Ci sdraiamo di nuovo.
Rimaniamo così per qualche ora, in silenzio, e quando sto per alzarmi e dirle che dobbiamo andare, mi accorgo che sta dormendo. Non voglio svegliarla, perciò rimango nella mia posizione sorridendo perché sono riuscita a salvarle dalle grinfie della morte.

Before the sparkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora