Si comincia

1.2K 43 5
                                    

No one's pov
Il muoversi dell'aereo, le luci spente e il cielo notturno che si vede dal finestrino le mettono una tale sonnolenza, che dopo un po' non riesce più a combattere la stanchezza e si addormenta.
Il sedile è così comodo, la temperatura perfetta né troppo fredda né troppo calda. L'indomani alle 7 sarebbero arrivati. Lo zio le ha raccontato che nella sua casa c'è anche un vecchio pitbull, che si chiama Nek. Toni non vede l'ora di vederlo. In più Edward dice che la casa ha un bel giardino, dove può giocare, e soprattutto la nuova scuola dista solo cinque minuti dall'abitazione. Sembra il sogno di chiunque, vivere in una grande e bella città, in una casa spaziosa con un cane ed un giardino, la scuola vicina, però Toni vuole solo tornare nella sua piccola città e nella sua piccola casa, andare nella sua scuola, stare con i suoi genitori.
Riverdale era sua, ci era nata e lì era tutto così familiare e bello. Sogna lei che sta al Pop's con Jughead, mentre bevono milkshake al cioccolato e mangiano la famosa torta di Pop Tate.
Ecco la vita che vuole. Si sveglia a causa della voce del pilota che parla dal auto parlante, Gentili passeggeri, siamo in arrivo a Chicago. La temperatura è di 15 gradi. Il viaggio è trascorso senza turbolenze. Vi ringraziamo per aver scelto Chicago Airline. Toni si stropiccia gli occhi e finalmente la vede. La sua nuova città. È completamente diversa da Riverdale. Grattacieli di venti piani e più, strade che traboccano di macchine. È così moderna. Manifesti elettronici mostrano le pubblicità di telefoni e cereali, i parchi sono immensi. L'aereo atterra perfettamente. Le assistenti di volo sfrecciano di qua e di là aiutando i passeggeri a prendere i bagagli dalle mensole e salutando coloro che stanno scendendo.
Toni: -chiamiamo un taxi?-
Zio: -no, ho lasciato la mia macchina al parcheggio. Andiamo- scendono al piano -2 del parcheggio del aeroporto. Insieme ad altre macchine è parcheggiato un suv blu metallico che attira molto l'attenzione. È proprio quello il veicolo dello zio Edward.
Zio: -stai dietro o davanti?-
Toni: -dietro- le ricorda quando i suoi genitori la portavano da qualche parte e Josh le sorrideva nello specchietto retrovisore.
Toni: -tra quanto arriviamo?- domanda quando ancora la macchina sta uscendo dal parcheggio.
Zio: -mezz'ora, quaranta minuti, dipende dal traffico, però tranquilla, questa bellezza va molto veloce, quindi tieniti forte- Edward è un pirata della strada. Sfreccia da una parte all'altra, sorpassando e talvolta tagliando la strada alle altre macchine, beccandosi di rimando un insulto o un gesto non molto cortese. Lui però se ne frega altamente. In meno di mezz'ora arrivano all'abitazione. Non è come Toni se la aspettava. Ha un giardino un po' malandato, invaso dalle erbacee, alcuni muri esterni della casa sono avvolti dall'edera. Entrano in casa. C'è un odore nauseante.
Zio: -hey Nek! Bello dove sei?- da quella che Toni capisce è la cucina, esce trotterellando un cane che, se si mettesse sulle zampe posteriori sarebbe risultato più alto di Toni. Appena vede il suo padrone accelera, iniziando ad abbaiare e saltargli addosso.
Zio: -amico mio, hai combinato un bel disastro qui, non ti si può lasciare da solo neanche una settimana vero?- dopo aver fatto le feste al cane, Edward si ricorda della bambina che se ne sta ancora in piedi sull'uscio della porta.
Zio: -che ci fai ancora lì fuori? Entra. Questa casa è anche tua da ora. Dai aiutami a fare un po' di pulizia. Io pulisco tutto dai bisogni di Nek, mentre tu sistema i tuoi vestiti nell'armadio della camera. Dormirò in soggiorno quindi la camera è tutta tua- si mettono al lavoro. Per tutta casa ci sono lattine di birra vuote e qualche bottiglia di vino sparpagliate qua e là. L'appartamento è composto da una piccola cucina, un bagno, un salotto, ed una camera da letto. Toni apre la valigia ed inizia a mettere tutti i vestiti dentro l'armadio e i vari cassetti che lo compongono. In meno di tre ore ripuliscono da cima a fondo tutta casa, che ora odora di un profumo al limone, e sistemano tutte le loro cose. Lo zio inoltre è andato al negozio di alimentari in fondo alla strada, comprando del cibo uno spazzolino da denti per Toni, un kit letto rosa, ed infine vari detersivi e saponi. Non se ne sono accorti, ma sono già le due del pomeriggio e la fame si fa sentire, dato che hanno mangiato solo i panini che Edward aveva preparato per il volo.
Zio: -cosa vuoi per pranzo?- Toni fece spallucce.
Zio: -hamburger con qualche patatina fritta?- annuisce.
Zio: -perfetto un quarto d'ora e sono pronti. Ah e domani andremo a vedere la tua nuova scuola, cosicché da lunedì puoi iniziare le lezioni- Toni va nella sua camera. Nek è salito sul letto e lei gli si accoccola vicino. È molto dolce, lo bacia sulla testa e lui ricambia leccandole la guancia. È ancora triste, ovviamente come lo sarebbe stata qualsiasi persona dopo aver perso entrambi i genitori, però inizia già ad essere più felice, forse perché è una bambina e non comprende la gravità della situazione, oppure la comprende benissimo ma vuole solo andare oltre. Pranza da sola in cucina. Lo zio ha accesso la TV e sta guardando come al solito una partita mangiando e bevendo birra. L'hamburger e le patatine sono buone. Dopo aver mangiato, va fuori con il cane.
Il giardino è contornato da una sorta di recinto, per cui lo zio non deve controllarla. Anzi, Toni pensa che se anche sarebbe uscita a giocare sulla strada allo zio non sarebbe importato comunque nulla. Tira la pallina di gomma a Nek che la riprende e gliela riporta ogni volta. A quanto pare non è abituato che qualcuno giochi con lui. Quando diventa troppo buio i due rientrano. Edward sta russando in soggiorno. Toni prende la sua lucina rosa, la accende e con Nek vicino si addormenta.

Before the sparkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora