18- Tess - Drop in the Bucket

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Olly sostiene che dovrei dargli buca, che non è una cosa buona quello che sta succedendo

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Olly sostiene che dovrei dargli buca, che non è una cosa buona quello che sta succedendo. Io lo so perfettamente ma non posso rimanere in questo limbo, in attesa, ancora per molto. So che Arthur mi userà e mi butterà via, non sono una sprovveduta, ho capito come funzionano i tipi come lui. Con Dan... Accidenti, inciampo mentre tento di infilare una il vesito e saltello in modo davvero poco femminile.

<<Sei ancora in tempo, non farlo. Ti prego.>>

Olly è molto seria. Io ci ho provato, ho tentato di farmi piacere Sadhill ma non c'è niente da fare, l'appuntamento è stato un incubo, non facevo che ripensare ad Arthur, a quello che mi ha detto, alle sue mani sulle mie caviglie. Sadhill si è comportato benissimo, abbiamo visto un film horror e abbiamo scherzato, io per un po' ho tolto il muso che avevo. Con lui c'è un'enorme familiarità ma non è il tipo di passione che ti fa strappare i capelli. Quando mi ha riaccompagnata a casa ha provato a baciarmi. L'ho lasciato fare, era bello, me ne rendevo conto ma il suo sapore dolciastro, così diverso da quello di Arthur, mi infastidiva. E' così quindi? Non posso semplicemente avere quello che mi incendia senza bruciarmi. E non ho resistito, Arthur furioso dietro la scrivania è stata una delle cose più erotiche che io abbia mai visto, ho in mente il tamburellare impaziente delle sue dita, il tono strafottente. Terribilmente sicuro di sé e contemporaneamente così enigmatico.

<<Stai attenta almeno, niente di avventato.>>

Olly mi corre dietro come una mamma preoccupata.

<<Ma scusa pensavo fossi tipa da droga e rock'n roll!>>

<<Tess ! Dico sul serio, so che ti ho detto di lasciarti andare ma io non intendevo certo di lanciarti contro un muro a una velocità di trecento kilometri orari! Buttarti a capofitto tra le braccia di un uomo che è spesso ubriaco, che ha una fidanzata che sposerà tra poco, che nella sua vita dà le cose per scontato...>>

Il suono del citofono interrompe la sua lista, so che poteva andare avanti ancora un po'. Me ne rendo conto benissimo. Decido di non farlo salire, mi ha fatto sentire in imbarazzo il modo in cui si è guardato intorno l'ultima volta e insomma, ho visto casa sua e capisco bene la differenza. Io sono abituata ad avere un basso profilo ma lui ovviamente no. E io sono una donna troppo orgogliosa per permettergli di farmi sentire una sguattera. Ho tentato di mettere qualcosa di adatto, indosso un tailleur abbastanza elegante grigio scuro, gentile concessione dall'armadio di Olly. Sono i completi da figlia dell'alta società che ogni tanto è costretta a usare quando deve tornare a casa. Il meno possibile, in verità. Ho tirato i capelli su in una crocchia, lasciando solo qualche ciuffo qua e là e ho anche messo il profumo costoso di Olly e i tacchi un po' meno alti del solito. Quelli come lui frequentano dei ristoranti di tono, immagino, e io non voglio sentirmi inappropriata. Prendo la borsetta scura e una mantellina elegante, nera. La temperatura sta scendendo e fa un po' freddo, la sera. Scendo velocemente la rampa di scale, abbiamo l'ascensore  ma ci mette una vita. Qui ad Augusta gli appartamenti come il nostro sono degli edifici a trenta piani e bastano tre o quattro persone per intasare tutto. Mi tengo al corrimano, non che ne abbia bisogno, sono abituata ai trampoli. Apro la porta a vetri col fiatone, non è difficile notare la sua macchina nera, sportiva e lucida. Guardo poco più giù l'utilitaria bianca e millenaria che mi divido con Olly. Chi voglio prendere in giro? Quanto sono diversi i nostri mondi? Mi aspetto che lui si faccia trovare fuori dall'auto, invece intravedo la forma della sua testa dall'abitacolo. Sadhil venerdì mi ha aperto la portiera della sua modestissima macchina, lui no, aspetta che entri. Vedo che si ravvia i capelli, il gesto che so che fa quando è nervoso. Mi avvicino ai finestrini e picchietto con le nocche. Mi sembra scortese lanciarmi all'interno dell'abitacolo. Mi prende un po' il panico. Lui è stato chiaro, cosa credevo che facesse? Che mi corteggiasse come una regina? Mi può andare bene, mi dico, i patti erano chiari. Sono un po' delusa ma la sensazione di essere elettrizzata, resta. Basta che lui sia intorno a me per sentire l'aria crepitare e non mi sono mai sentita più viva di così. Lui si sporge dalla mia parte, fa scattare la serratura, e apre la porta da dentro. Si è chiuso a chiave in macchina? Mi guardo intorno, non sarà un quartiere in ma non è nemmeno così fuori mano. Lo osservo bene, è vestito in maniera molto casual, ha dei jeans strappati, una maglietta a maniche corte che deve aver visto tempi migliori e ha gli occhi un po' arrossati. Mi siedo composta e per un attimo mi chiedo se faccia uso di qualcosa e se è prudente che io lo faccia guidare.

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