Glenn si chiude la porta alle spalle e il mio il cuore batte contro lo sterno. Le uniche due vie di fuga che ho a disposizione sono la porta e la finestra. Mi ripeto mentalmente.
La porta e la finestra.
Per questo quel click suona come una maledetta condanna. Il dolore funziona esattamente come l'amore, arriva in maniera placida, la resa e la presa di coscienza spesso seguono un iter lungo, delicato. Ma una volta che si affermano è come se fossero sempre stati lì. E questo è quello che è accaduto con la violenza cieca che mi riserva. Si accanisce sulla mia anima e sul mio corpo e io non ricordo più cosa c'era prima di tutto questo. Ogni volta il suo controllo è più labile e lo è anche la mia mente. L'unico mio pensiero attuale non è questo matrimonio. Quello semmai sarà solo l'inizio di una lunghissima agonia. No, è come sottrarmi a tutto questo, e l'unica cosa che mi viene in mente, è così sconcertante, che non riesco neppure a pensarla o a dirla. Inizio a cullarmi in una fantasia pericolosa, disturbante e rassicurante. Mi dico che la finestra è abbastanza alta. Anche questo pensiero si è affermato in maniera così graduale, da farmi credere che fosse già da qualche parte dentro di me, in attesa di essere formulato. E alla fine penso che in fondo si tratta solo di un piccolo salto nel buio e che poi non mi sentirò più così sola. Perché nel buio ci sarà qualcuno ad aspettarmi.
È quello che mi racconto quando mi fa voltare contro il materasso e mi chiede di ripetere di chi sono e io vorrei gridarlo davvero a chi appartengo. Ormai non ci sono più dubbi su questo; Appartengo a me stessa. E a nessun altro, ed è curioso che a farmelo capire sia servito tutto questo male. Ma poi vorrei anche dirgli che seppure mi senta l'unica padrona del mio corpo e della mia anima, nonostante le apparenze e nonostante senta il suo sesso duro premere contro di me, so anche che l'amore non è solo una decisione. Lo avrei amato se avessi potuto, so bene che Glenn si sente solo quanto me, e che forse è il più danneggiato di tutti. Ma non riesco più a provare compassione con lui, si sta dannando con queste maledette mani che non fanno che scavare e prendere senza dire né grazie, né per favore. Le sue spinte e i suoi affondi fanno solo male, servono a marchiarmi, a dominarmi e infine vogliono piegarmi. Niente grida all'amore. Ma io sono stata amata un mese fa, da un uomo che non mi ha lanciato addosso tutto questo aspettandosi chissà cosa, limitandosi a darmi fiducia. E quello spazio che mi ha lasciato, che non ha invaso, durante quella notte d'estate, coi grilli che cantavano e l'erba che ci pizzicava è stato un regalo che adesso ha un valore inestimabile. Mi aveva avvertita Irina, mi aveva detto cosa sarebbe successo se avessi permesso l'invasione di quel piccolo universo dentro di me che mi rende quello che sono. O che ero. E Glenn è proprio quello a cui punta, è tutto lì, il centro nevralgico delle sue manie. Sa che l'unico modo per farsi amare è rendermi un'altra, se mi spezzo e cambio in maniera totale, spera che il campo magnetico che mi lega a Arthur si romperà con me. Che illuso che è, come tutte le persone che amano troppo, e male.
<<Mi vuoi?>>
Non rispondo e lo schiaffo arriva puntuale.
<<Mi vuoi?>>
Ma è una maledetta domanda retorica visto che il suo cazzo ha già iniziato a penetrarmi, sento una sua mano che mi tiene bloccata la mascella e che poi si sposta sui capelli.
<<Parlo con te, piccola Tess. Dove sei andata? Torna qui...>>
Indosso ancora l'abito da sposa, si è limitato a tirarlo su per la fretta.
<<Sono qui, mi stai scopando...>>
<<Ma io voglio scopare anche la tua mente, amore mio.>>
<<Non ce la faccio più, Glenn.>>
<<A soddisfarmi? Questo potrebbe essere un problema.>>
Arriva un altro schiaffo, stavolta più forte e tanto per rendere tutto meno angosciante, mi tira anche i capelli. Sento il suo sesso diventare ancora più duro, succede ogni volta che mi colpisce. Ma stavolta molla la presa, esce da me e mi fa girare. Mi tocca con una mano il viso. È una carezza, adesso. Tento di guardarmi allo specchio il meno possibile, ormai, non mi riconosco più in mezzo a questa pelle tumefatta, mi sento in colpa per come mi sono ridotta. Quindi evito quello della toeletta.
<<Lo sai Glenn. >>
<<Ti riferisci a questa stronzata che mi stai dicendo da qualche giorno? Che non mi ami? Sei così volubile, Tess? O sei bugiarda? D'altronde, che sei una racconta un sacco di balle, lo sapevo bene. Non hai fatto altro da quando Arthur è tornato nella tua vita, quindi perché ora dovrei credere che non mi ami? Forse è una bugia anche questa.>>
<<Questo matrimonio é un errore.>>
<<Ne abbiamo già parlato, mi sembrava avessi capito.>>
<<Avevi promesso di non colpirmi più. Lo avevi promesso.>>
<<Era chiaro che non avevi capito bene quale fosse il piccolo accordo implicito, non avevi considerato la postilla, amore mio. >>
<<Non chiamarmi così!>>
Ma il suo sguardo glaciale mi ammonisce e mi fa capire che non è il caso di insistere, che non è il momento di rivendicare le mie ragioni.
<<Stavo dicendo...>>
Mi accarezza la testa come se fossi un animaletto, con infinita pazienza. Ma ormai lo so bene che la pazienza è solo una sua facciata. La sua personalità è un gioco di specchi che non porta da nessuna parte, un'infinita e inquietante rifrazione di contraddizioni.
<<...Che non dovevi umiliarmi così ieri sera. Era una pessima idea invitare Sebastian, quell'altra femminista e la tua amica. Devi lasciarti il passato alle spalle, io farò di te una signora di un certo livello, non puoi mischiarti a persone che ti saranno tanto inferiori.>>
<<Sono i miei amici!>>
<<Io sono il tuo unico amico, piccola Tess. Vedi qualcuno, qui? Persino il tuo Arthur, se ne frega di te. Se ti avesse amata ancora non credi che sarebbe già arrivato? Un impulsivo come lui, non si sarebbe arrampicato alla tua finestra come un patetico Romeo?>>
So che un fondo di verità nelle sue parole c'è. Non ho fatto altro che pensare che nel frattempo lui ha iniziato la sua vita normale con quella donna, in una nuova casa tutta per loro e che Carol renderà la loro unione ancora più salda. È così perfetta, Carol, così simile a lui.
Il suo accenno alla finestra, tuttavia, me la fa guardare con un certo, spaventoso desiderio. Non c'è più nessuno a cui interessi di me, lo avevo capito anche senza che lui me lo dicesse. Mia madre è delusa dal mio atteggiamento e anche i miei amici lo sono. E Arthur, lui... ha ragione Glenn. Non è qui.
<<Sai che ho ragione su di lui, non è così? Devo ammettere che il modo in cui ti ha lasciata andare, mi ha persino stupito. Pensavo che avrebbe combattuto di più per te, insomma diceva di amarti così tanto. Ma in fondo bisogna considerare che è stato anche quello che ti ha consegnato nelle mie mani, mentre io che ti amo sul serio, non lo farei mai. >>
<<Nemmeno tu mi ami, Glenn.>>
Rispondo in automatico. Ma ha ragione lui, in fondo, nonostante l'amore che diceva di provare, è stato Arthur a permettere che mi accadesse tutto questo. E non ha mai tentato davvero di stare con me. Non è venuto più a cercarmi, si è limitato ad andare avanti con la sua vita.
<<Si che ti amo. Sono qui per questo. Ma Arthur, invece, non c'è, piccola Tess. Non è qui. Sei bellissima con questo vestito.>>
Mi indica la camera in cui siamo, ovviamente, soli.
Non è qui.
Mi ripeto, guardando una volta di troppo verso la finestra, lasciata aperta in maniera invitante mentre Glenn, ancora morbosamente eccitato continua a farsi spazio, a forza, dentro di me.
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TESS
General Fiction"La verità, Tess. Non lo so perché, non lo so che ci faccio qui. Io mi sposerò tra pochi mesi, e non posso tirarmi indietro. Non sarà come in tutti quei film da donne in cui all'ultimo minuto uno manda tutto a puttane. Non ho niente da offrirti, o a...