"La verità, Tess. Non lo so perché, non lo so che ci faccio qui. Io mi sposerò tra pochi mesi, e non posso tirarmi indietro. Non sarà come in tutti quei film da donne in cui all'ultimo minuto uno manda tutto a puttane. Non ho niente da offrirti, o a...
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La mia attenzione è sui muscoli dell'addome di Glenn che si contraggono ad ogni sua spinta. I suoi movimenti sono un cristallino manifesto della voglia che ha di me, dell'attesa e si, anche della rabbia. Mi ripete continuamente che sono la sua "piccola Tess". Anche a letto Glenn è come nella vita, è controllato, vuole avere il comando, lo vedo che non si lascia andare e così non faccio io. È come se fossimo destinati a non incontrarci mai e basta poco per rendersene conto.
È instancabile, sembra aver deciso di voler combattere una gara contro il fantasma di Arthur. Ma non è tipo da orgasmi multipli come lui. Glenn dosa la sua energia, è per la resistenza, per l'autodisciplina. Sono ore ormai che siamo su questo letto e lui non ha ancora raggiunto l'orgasmo. E sembra ancora terribilmente arrabbiato con me. Mi ordina di fare delle cose in maniera secca, isterica.
È sudato, si puntella sul gomito e mi fissa un attimo, fermandosi.
<<A cosa pensi, piccola Tess? Non era così che lo avevi immaginato, vero?>>
Anche se nessuno dei due ha raggiunto l'orgasmo si sfila velocemente, si copre con il lenzuolo e mette un braccio sotto la testa guardando il soffitto.
<<Che succede Glenn?... Perché hai smesso?>>
<<Rispondi alla mia domanda.>>
Mi dice asciutto, con lo stesso odioso tono, con cui, per tutta la notte, mi ha sussurrato miliardi di cose cattive mascherate da ordini sessuali.
<<No, non me lo aspettavo così. Sei sempre stato gentile con me dopo quella notte.>>
Sento un brivido e mi ricopro velocemente. Mi sento piuttosto umiliata.
<<Smettila Tess, so che sei più intelligente di così.>>
Mi dice frustato.
<<Quanto tempo ci metti a venire con lui? È? Basta che ti entri dentro? O è sufficiente che ti infili una mano sotto al vestito come ha fatto oggi? Perché ho visto la tua espressione stamattina e vedo la tua adesso... Dannazione, Tess! Mi conosci così poco da credere che mi accontenterò di questo schifo? Hai una considerazione così bassa di me?>>
La sua voce è gelida. È come se avesse cancellato gli ultimi tre anni. Ripenso al modo in cui si stava aprendo con me ultimamente, ai suoi sorrisi, i suoi abbracci e le sue innumerevoli attenzioni nei miei confronti per ogni aspetto che mi riguardasse. Sembrava che l'intero universo di Glenn girasse intorno a me.
<<Capisco che tu possa essere deluso...>>
<<Cazzo! La mia non è delusione. Come fai a non capire? Te ne sei stata rigida come una mummia sotto di me, pensavo avessi iniziato a provare qualcosa nei miei confronti!>>
<<Infatti è così!>>
<<Si, eh? Perché mi ami, per questo non senti niente quando facciamo sesso. Per questo motivo, era meglio quando...>>
Capisco dove vuole arrivare e mi arrabbio sul serio, non può tirare in ballo questa storia come se niente fosse. Mi alzo e mi metto seduta.
<< Avanti continua... mi preferivi drogata? Mi preferivi completamente alla tua mercé? È davvero un colpo basso questo!>>
Silenzio. Glenn si stropiccia gli occhi.
<<Scusami.>>
Si alza e mi accarezza la schiena, il primo suo gesto gentile nei miei confronti dall'inizio.
<<Mi dispiace, ho perso la testa. Mi vergogno profondamente per queste mie ultime parole. Sono arrabbiato, oggi, amareggiato. Ho aspettato tanto e mi sembra di non essere in grado farti provare niente. >>
<<Non è così.>>
<<Ti...ti piaceva?>>
Ora il tono è diverso, meno acido, quasi speranzoso.
<<Si.>>
Dico per l'ennesima volta con un sospiro.
<<Si, Glenn. Anche io ho aspettato tanto e ti desideravo.>>
<<Avrei dovuto farlo l'altra sera, sarebbe stato tutto diverso, non ci sarebbe stato quel coglione in mezzo a noi.>>
<<Non c'era neppure adesso.>>
Dico stancamente.
<<Lasciamo stare Tess. Per stasera è meglio se vado a dormire nella stanza degli ospiti. Abbiamo bisogno di calmarci.>>
Mi assale la paura, non ho dormito mai da sola negli ultimi anni e l'idea mi spaventa.
<<Resta con me.>>
Gli dico. La sua espressione si addolcisce e mi accarezza i capelli. È compiaciuto di sapere che ho bisogno di lui, stavolta ha perfettamente intuito, che non c'è nessuna finzione, dietro le mie parole.
<<Vorrei davvero. E vorrei anche essere più padrone delle mie emozioni. Mi fai andare fuori di testa, piccola Tess. Ma stanotte abbiamo bisogno di stare un po' separati.>>
Mi sta punendo.
<<Non serve.>>
<<Si, Tess. Ho bisogno di calmarmi, non voglio ferirti ed è quello che farei...>>
Mi deposita un bacio sulla fronte. Gli prendo le mani. Non voglio dormire da sola. Non sono ancora pronta. Ho bisogno di lui. Glenn mi deposita un altro bacio sulle mani. E subito dopo si scioglie la mia stretta.
<<Ti prego, per favore Glenn.>>
<<No.>>
<<Mi vuoi punire.>>
Gli dico tutto d'un fiato. Mi conosce bene. Sa che mi sta sottraendo l'unica cosa che ci lega davvero, le notti che passiamo abbracciati a chiacchierare.
<<No, lo farei se rimanessi.>>
<<Non è vero.>>
Mi sorride, soddisfatto, vittorioso. Passerebbe sopra a chiunque, Glenn, per chiudere una partita in vantaggio.
<<Per favore.>>
<<No.>>
<<Lo so cosa stai facendo.>>
<<Buona notte, piccola Tess. >>
<<Non sarà una buona notte.>>
Dico col broncio. Mi giro e abbraccio un cuscino, lo sento accostare la porta. Resto sveglia nel buio e solo per un breve istante, mi chiedo com'è la nuova vita di Arthur e cosa starà facendo. E poi mi addormento, e sogno gli alberi, l'estate, le sue mani, le sue parole, la sua bocca e nostro figlio. Mi sveglio all'improvviso urlando, ma non c'è nessuno, stavolta Glenn mi ha lasciata da sola.