54 - Tess - Congratulations / -18h

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Mi forzo con tutta me stessa di allontanarmi da lui, trascino le mie gambe nella direzione opposta, verso il salotto, Sebastian mi sta cercando tra la folla mentre Glenn gli sta parlando

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Mi forzo con tutta me stessa di allontanarmi da lui, trascino le mie gambe nella direzione opposta, verso il salotto, Sebastian mi sta cercando tra la folla mentre Glenn gli sta parlando. Sono terribilmente agitata, il cuore batte nei polmoni, in gola, rimbalza nel cervello. So che doveva andare così, che è l'unica possibilità per noi due. Mi basta poco per richiamare alla mente tutte le volte in cui il comportamento di Arthur è stato meschino, il nostro primo "appuntamento" in quel motel fatiscente, per dirne una. I tradimenti, se così si possono chiamare. No, immagino di non potermi neppure prendere questa libertà, non sono io quella tradita, non ho nessun diritto verso di lui. La sua futura moglie sorride poco lontano da me, non mi ha salutata. Forse sa di noi, magari sono quel genere di coppia aperta disposta alla condivisione dell'altro. Se Arthur fosse solo mio, non potrei mai acconsentire ad una cosa del genere. Quando prima lei lo ha baciato davanti a me ho sentito una fitta di gelosia terribile, mi sembrava di non riuscire a respirare.  Arrivo di fronte a Sebastian, Glenn poggia il suo braccio all'interno del mio gomito. Sebastian mi guarda accigliato, è preoccupato per me. Si è probabilmente accorto dell'assenza mia e di Arthur.

<<Tess, cara. Ti stai divertendo?>>

<<Si, ti ringrazio, Glenn, è una serata perfetta.>>

<<E mi crederesti se ti dicessi che è destinata a migliorare?>>

Mi sembra che la stretta all'interno del mio braccio aumenti di intensità, ma forse dev'essere solo un'impressione, gli ormoni in subbuglio a causa del mio attuale stato mi stanno rendendo piuttosto sensibile agli stimoli esterni.

<<In che modo?>>

Gli domando sovrappensiero. Mi pare di non aver mai visto Glenn così su di giri.

<<Prendi qualcosa da bere.>>

<<Magari più tardi.>>

<<Come vuoi, lungi da me il forzarti, mia cara.>>

<<Vuoi mangiare qualcosa? Da quando siamo qui non hai ancora toccato niente, ed è un peccato, le tartine di pesce sono fenomenali. >>

Sebastian viene in mio soccorso, mi prende la mano in un gesto istintivo e protettivo.

<<Ha ragione Sebastian, voglio che i miei ospiti traggano il maggior piacere possibile durante le mie cene. Dagli retta, prendi una tartina, è tutto delizioso.>>

Ci allontaniamo e andiamo verso il buffet.

<<Brrr odio quell'uomo. Il modo in cui ti guarda mi fa accapponare la pelle.>>

Sbircio il viso di Sebastian, c'è qualcosa di estremamente rassicurante in lui, nella sua mascella dai tratti regolari, nei gesti misurati delle sue mani mentre mi porge una tartina e un tovagliolo. Non c'è niente dello tsunami emotivo che mi provoca Arthur, nemmeno la minima traccia di ambiguità nella sua voce serena.

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