17- Arthur - One

2.3K 180 8
                                    

Sto finalmente tirando un sospiro di sollievo

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Sto finalmente tirando un sospiro di sollievo. Da qualche giorno le cose sembrano andare per il verso giusto. Sabato ho cenato coi genitori di Anne e abbiamo iniziato a decidere qualcosa sul matrimonio. La cerimonia e il ricevimento si terranno qui al porto di Augusta. La mia fidanzatina è entusiasta, è strano a dirsi, ma quello che ha fatto, vale a dire la storiella con l'allenatore, non ha lasciato strascichi davvero significativi. In un certo senso questo fa sentire meno in colpa me, per tutte le avventure che ho avuto in ufficio. Ho passato gli ultimi giorni in questo limbo piacevole, dove sembra che niente possa davvero toccarmi. Ho deciso di cancellare per sempre Tess, quando la mattina di sabato, mi sono ritrovato ubriaco nel letto di una bionda di mezz'età, con la testa e sopratutto col portafogli vuoto. Non mi ricordavo quasi niente tranne il pessimo inizio serata trascorso con lei. Il suo rifiuto. Chi è questa tipa per rifiutarmi due volte? E perché dovrei pregarla per darmi quello che donne molto più attraenti di lei mi concedono senza troppe storie? A questo punto l'indiano avrà avuto quello che invece a me è stato negato. Ma non mi interessa, ho deciso che nonostante gli errori che io e Annie abbiamo fatto è ora di mettere le cose a posto, dobbiamo ricominciare daccapo. Persino i miei rapporti con Glenn stanno migliorando, abbiamo pranzato insieme ieri e sembra aver dimenticato i suoi malsani propositi. E se lui è stato in grado di farlo, posso passare oltre anche io. Mi ha chiesto se posso fare i colloqui per le nuove cameriere del country club e io ho accettato. Sto entrando nell'ottica che Glenn ultimamente ha fatto molte cose per me, col lavoro e il resto e che invece di odiarlo potrei ricambiare la sua gentilezza. Non mi è piaciuto il verso che i nostri rapporti hanno preso in passato e sono assolutamente deciso a non lasciargli mai più accesso a Annie. Ma per quanto riguarda tutto il resto, Tess compresa, la cosa non mi tocca più. Non posso controllare tutto e non ho voglia di farlo. Stiro il motore della mia macchina al massimo. Adoro le carreggiate della stradale, mi permettono di divertirmi portado all'estremo la mia piccola. Oggi indosso un completo più sportivo, lancio un'occhiata distratta alle lancette, sono quasi le cinque, sono perfettamente in tempo. Parcheggio nell'ampio spazio dedicato al personale dietro all'edificio del club. Riesco a intravedere qualche montagna del campo di golf. La temperatura sarebbe ideale per una partitina, penso stirandomi sornione. Supero l'ingresso e noto la fila di ragazze in attesa. Alcune mi danno le spalle parlottando tra di loro. Le supero velocemente e mi posiziono nello studio di Glenn. Devo dire che non mi dispiace questo tipo di potere, anzi. Chiamo Reginald e gli dico di iniziare a mandare le ragazze in ordine di cognome.

Circa tre ore dopo maledico Glenn. Tutto questo è davvero una rottura di palle incredibile. Ormai non ascolto nemmeno più quello che dicono le ragazze, diciamo che dopo le prime tre, ho usato la penna rossa per cancellare quelle poco attraenti e ho lasciato passare quelle che mi sarei trombato. Sto pensando di chiamare Reginald e farmi sostituire mentre faccio qualche tiro nel campo qui vicino. Un timido bussare alla porta rovina i miei piani, questa è l'ultima, mi dico mentalmente.

<<Vieni>> suona abbastanza scortese.

La maniglia gira e mi trovo davanti due occhi marroni che mi fissano con sgomento. Resto per un attimo interdetto. Con la penna a mezz'aria. La vedo venire avanti, ed ecco che il mio stupore si trasforma presto in rabbia. Perché me la trovo dappertutto? Decido che gli farò tre domande di rito e poi la depennerò. Mi dà fastidio, lei e questa sua aria dimessa. Non ho voglia di trovarmela tra i piedi quando vengo a rilassarmi. Lei non dice nulla, si siede composta nella sedia dall'altra parte della scrivania con le mani in grembo. Non la saluto. Decido di iniziare a bruciapelo, in fondo sono io che comando. Porta un paio di jeans e una maglietta bianca e stranamente ha ai piedi delle scarpe da ginnastica. E' la prima volta che la vedo così poco provocante. Solo il trucco in faccia è accentuato. Si guarda nervosa le mani, evita il contatto visivo con me.

TESSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora