"La verità, Tess. Non lo so perché, non lo so che ci faccio qui. Io mi sposerò tra pochi mesi, e non posso tirarmi indietro. Non sarà come in tutti quei film da donne in cui all'ultimo minuto uno manda tutto a puttane. Non ho niente da offrirti, o a...
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Sono ancora nella stessa posizione, il mio corpo è rimasto teso per tutto il tempo. Le mie mani sono imbrattate di sangue e lo è anche lo schermo dello smartphone. Faccio per pulirlo con un dito ma peggioro la situazione lasciando la mia impronta grottesca sul display. Carol per fortuna sta dormendo. Ho fatto un disastro. Ho tenuto duro per tre anni, volevo essere una persona migliore, per tutto il tempo non facevo altro che pensare che tutto questo era per lei, che in fondo c'era una piccolissima possibilità anche per me, di meritare il suo amore. Nessuna donna, niente alcol e figurarsi le droghe. Osservo con tristezza il bicchiere di scotch, anche quello insanguinato. Rovino tutto quello che tocco. Lo sto facendo anche con la piccola Carol? Ho sbagliato oggi? Si, so che è così. Posso raccontarmi quanto voglio che ero nel giusto, che ho picchiato Igor per mia figlia, per passare del tempo con lei. La verità è che l'ho fatto perché sono stanco di tirare dritto, di fare le cose per bene se non posso avere la mia Tess. È quasi sera ed è giugno. Dovrei alzarmi e cucinare qualcosa, ma non riesco a schiodarmi da qui. Sento il suono del campanello e sobbalzo. Ha fatto presto. Resto per un attimo incerto, con il chiavistello in mano. Poi sospiro. Dovrei ucciderlo con le mie mani, so che dovrei farlo. E so che non lo farò.
Ha le mani in tasca e dimostra dieci anni in più. La sua carnagione pallida ora tende al grigiastro.
<<Arthur.>>
Dice solo. E so che in questa parola Glenn ha racchiuso tre anni. Mi colpisce come una scure, l'improvviso pensiero, che per quanto contorto e perverso possa suonare, c'è ancora un legame tra noi.
Mi faccio da parte e torno a sedermi dov'ero prima, poggiando i gomiti sulle ginocchia. Lui entra e come se fosse a casa sua, accende la piccola luce vicino al divano. So che sta osservando l'appartamento poco prima che i suoi occhi si puntino sulle mie mani.
<<Vuoi che ti aiuti a togliere il sangue?>>
Come se fosse possibile, Glenn. Magari bastasse un po' di acqua e sapone per quello che abbiamo fatto.
Scuoto la testa.
<<Arthur, non ti aiuterò se non mi parli.>>
Buffo, è rimasto tutto congelato. Tre anni e sono ancora allo stesso punto.
<<Voglio solo sapere dov'è lei.>>
Si alza nervoso e inizia a percorrere il piccolo appartamento avanti e indietro.
<<È tutto qui? Dopo tre anni che non ci vediamo?>>
Annuisco.
<<Mi interessa solo lei. Voglio solo sapere dov'è Tess.>>
<<Abbiamo così tante cose di cui parlare, siamo rimasti separati così a lungo... mi sei mancato, Arthur.>>