54 - Arthur - Cards on the Table

1.3K 97 6
                                    

Mi sembra che un rumore sordo mi stia rimbombando nelle orecchie

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Mi sembra che un rumore sordo mi stia rimbombando nelle orecchie. Mi siedo ma la seggiola sembra poco stabile.

<<Ci sono delle cose che devo dirti.>>

Attacca Sebastian, so che è nervoso, il suo viso segnato da profonde occhiaie parla per lui.

<<Ieri l'ho vista.>>

Non sembra passato un giorno da quando Glenn mi dette quei test di statistica e Sebastian mi avvertì sotto la pioggia battente che i membri della confraternita mi stavano cercando. Ma io me ne fregai dell'avvertimento. Alla fine, qualunque cosa facciamo, sembriamo proprio destinati a girare in tondo e a tenerci stretti i nostri ruoli. È sempre stato una specie di angelo custode, in fondo, per me. E la sua amicizia è sempre stata forse più sincera di quella di Glenn.

<<Ok.>>

Recupero l'uso del diaframma. Faccio un profondo respiro, almeno niente di irreparabile, ma non sono pronto al resto della frase.

<<È così diversa... ma non è questo il motivo per cui sono qui. Quel pezzo di merda la picchia.>>

E rieccolo quel ronzio nelle orecchie che mi permette a malapena di distinguere le sue parole, il sangue sale verso il viso. Il calore esplode nel petto, no, non il calore, la rabbia cieca e assoluta.

<<Sei sicuro?>>

Potrebbe essersi sbagliato. Non è una cosa da Glenn questa, non è così violento. Finora è sempre stato fuori di testa ma controllato, ligio. Tranne quella volta che ha distrutto la sua stanza perché c'ero stato con Elise. Lì mi spaventai sul serio, sembrava completamente fuori di testa mentre rovesciava e rompeva tutto quello che gli capitava sotto tiro. E' così che si comporta quando le persone non fanno quello che si aspetta.

Pericoloso.

Come mi sento io in questo momento. Mi alzo in piedi, stringo e rilascio i pugni. Me la prenderei con chiunque mi capitasse a tiro. Sebastian si avvicina e mi sfiora, sto per colpirlo, devo colpire qualcosa, ma è la faccia di Glenn che voglio. Mi schiva e mi spinge tirandomi giù per le spalle di nuovo sulla sedia.

<<So quello che provi ma devi ascoltarmi.>>

<<Non lo sai. Non hai idea di quello che sto provando in questo momento, di quello che provo per lei da quando la mia maledetta vita e la sua si sono incrociate.>>

<<Ascoltami, Arthur. Non sarei venuto da te ad innescare una specie di bomba ad orologeria se non fossi perfettamente sicuro di quello che dico.>>

Mi fido di lui. Penso istintivamente. Ricordo bene il sapore del sangue in bocca quando non l'ho fatto. I suoi occhiali rotti sul marciapiede bagnato e la sua faccia sconsolata.

<<Ci ha invitati in uno strano locale che sembrava più un vecchio teatro fuori mano.>>

Li hai portati tutti lì, Lentiggini?

Quella serata passata insieme in quel locale fumoso è stampata nitida nella mia mente. Ci ho pensato spesso negli ultimi anni. La mia gelosia, la mia voglia di lei, quella sensazione fortissima di dover conservare e immagazzinare ogni dettaglio di quei momenti. Il suo viso arrossato dai baci e poi la sua fuga da casa mia dopo la confessione d'amore.

<< Appena l'ho vista mi sono accorto che qualcosa non andava, non sembra più la stessa, e non è solo per quel livido che aveva sotto l'occhio e il labbro rotto...>>

<<Ma cosa diavolo...?>>

Mi alzo di nuovo in piedi, sento che le gambe sanno esattamente dove andare, so che non aspetto altro che correre da Glenn e pareggiare i conti.

<<Si, e con lei c'era Glenn. Ma entrambi ecco... erano strani. Che Glenn fosse uno psicopatico mi è sempre sembrato ovvio ma non l'ho mai visto ridotto così. Le stava addosso, incollato, seguiva ogni sua mossa, decideva per lei, parlava per lei come se fosse stato un dannato ventriloquo. Sai che non sono una persona violenta, ma ho pensato di mettergli le mani addosso persino io. E anche Tess è così cambiata, dopo quella maledetta notte su quel dannato aereo.>>

<<Di cosa stai parlando? Che è successo sull'aereo?>>

E penso che non c'è niente che possa fare male come questa sensazione di totale impotenza per tutto quello che la mia Lentiggini ha passato da quando mi conosce. Penso che niente possa essere più tremendo della sensazione di totale inutilità e fallimento che mi sovrasta in questo momento. Invece mi sbaglio. C'è molto, molto peggio.

<<Era incinta quando l'ho portata via.>>

E quel fruscio fastidioso che sento dall'inizio diventa fortissimo, sembra che voglia spaccarmi il cervello a metà. Il cuore, quello è già rotto.

TESSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora