30 - Tess - Foregone Conclusion

2.1K 172 12
                                    

Dire che sono confusa sarebbe un eufemismo

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Dire che sono confusa sarebbe un eufemismo. Arthur si è precipitato a casa di mia madre e poi qui. So che dovrei essere arrabbiata o almeno indignata con lui e in parte lo sono. Ma vederlo nelle condizioni in cui è arrivato, fragile e arrabbiato con il mondo, mi spinge ad essere protettiva nei suoi confronti. Irina mi ha parlato ancora dei suoi figli e dell'ex marito. So che vuole darmi un messaggio, sta tentando di mettermi in guardia da lui, dal mio cavaliere imperfetto che ora sta abbandonato sui sedili con la cintura di sicurezza e l'espressione imbronciata. Stiamo raggiungendo il centro di Augusta, le luci notturne si riflettono sul parabrezza e sulle mani di Irina creando un effetto caleidoscopico. Le guardo affascinata, vorrei rallentare questo momento, godermi la sensazione di lui così vicino. Chiudo gli occhi un secondo, è potente l'effetto che lui mi fa, è come se riempisse tutti i vuoti emotivi che ho. Mi dà la strana illusione di mettermi in pausa da me, la mia concentrazione è tutta su di lui e quello che ho intorno diventa acuto e brillante. Tremo all'idea di essere diventata dipendente da questo tipo di sensazioni e in ultima analisi da Arthur, ma so che è tardi, che non gli avrei mai perdonato tutte le stronzate che sta facendo, altrimenti. Sono quel tipo di donna, quindi. Mi auguro di no, non resisterei di nuovo.

<<Ci puoi lasciare qui!>>

Arthur in un secondo si libera della cintura. Sembrava un animale in cattività. Si stiracchia e afferra la maniglia della portiera.

<<Qui? Dove, Arthur?>>

Chiede con calma Irina.

<<Davanti all'Oshio.>>

Indica l'insegna di un ristorante.

<<Come preferisci. Va bene per te, Tess?>>

<<Si, grazie.>>

Credo che se dipendesse da lei continuerebbe a girare in tondo per tutta la notte, pur di non lasciarmi sola con lui. Accosta e accende le quattro frecce.

<<Chiamami se serve qualcosa.>>

Annuisco.

<<Certo.>>

Gli do la mano e lei la stringe un po' più del necessario.

<<Allora?>>

Arthur è impaziente vicino a me, mi prende per il braccio. Trovo la cosa buffissima, forse mi spezzerò a metà se continuano così.

<<Sarò nei paraggi.>>

<<Grazie.>>

Vedo con la coda dell'occhio Irina che riparte. Arthur mi accarezza le spalle e mi circonda con le braccia.

<<Lentiggini, è stata una lunga giornata, eh?>>

Mi spinge il petto contro il suo torace, è la seconda volta che lo fa, che mi abbraccia. Restiamo un po' così, io ascolto il battito del suo cuore e lui mi accarezza i capelli. Entrambi dobbiamo avere un pessimo aspetto. Rabbrividisco. Senza dire niente lui si toglie la giacca e l'appoggia sulle mie spalle.

TESSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora