57 - Arthur - the Help

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<<Avanti, aiutami

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<<Avanti, aiutami.>>

Resto come imbambolato, perché Tess è così bianca? Tento di chiamarla. Una, due, tre volte.

Lentiggini, Lentiggini, Lentiggini.

Finché non mi resta più fiato in gola. Sono accovacciato vicino a lei ma ho paura di toccarla.

<<Glenn chiama qualcuno, Glenn, cazzo!>>

Lo farei io, ma sono un po' confuso, la cocaina e tutto quello che ho bevuto mi annebbiano questa cazzo di testa.

<<Glenn!>>

Lo supplico in lacrime. Sto piangendo? Dov'é quel suo cazzo di damerino?Dov'é finito Sebastian?

Glenn non sembra allarmato, anzi, si allenta il nodo della cravatta.

<<Signori, a quanto pare la serata termina prima del previsto. Porterò la ragazza in una delle camere degli ospiti e chiamerò un dottore. Non dovete preoccuparvi, sono sicuro si tratti solo di un blando problema di pressione.>>

La stanza piena fino a poco tempo prima si svuota completamente, le persone sussurrano uscendo e sorpassandoci per niente preoccupate. Le tengo la testa con entrambe le mani e guardo le sue labbra. Le sue belle labbra che poco fa hanno baciato Sebastian davanti a me. Glenn dice che non è niente di grave, che sia solo il mio cervello a farmi brutti scherzi?No, non credo. Il viola è viola sia da sobri che da ubriachi. Passo un dito sulle sue labbra e mi sembrano di ghiaccio.

<<Amore, vieni?>>

Mary Anne tenta di sollevarmi. Ma io non vado da nessuna parte, sento Glenn rispondere per me.

<<Anne, ti avevo detto che Arthur doveva rimanere da me per decidere gli ultimi dettagli per domani, ricordi?>>

Anne guarda le mie mani sotto la testa di Tess, e segue con gli occhi il movimento che faccio per sentire se respira.

<<D'accordo. Per me domani è una giornata impegnativa. E' meglio se vado a riposarmi.>>

Lancia un'occhiata in direzione di Tess ma non dice niente. Cos'è? Glenn ha il potere di mettere un filtro davanti agli occhi degli altri?

<<Glenn dobbiamo chiamare qualcuno, è gelata.>>

Glenn aspetta che Anne esca e una volta rimasti soli si avvicina.

<<Quanto hai bevuto? Smettila di fare l'imbecille e aiutami ad alzarla.>>

Le sue parole mi riscuotono. Non oserà toccarla, non oserà se Tess sta male.

<<La portiamo nella stanza degli ospiti?>>

Dico speranzoso.

<<No, la portiamo nella mia.>>

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