10 - Glenn - The Heartless Clown

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So che Arthur è qui, sento i suoi occhi su di noi

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So che Arthur è qui, sento i suoi occhi su di noi. Ma non l'ha riconosciuta. Non ancora. Ho tentato di immaginare questo momento dall'inizio, sapevo che quello che è successo non sarebbe stato semplicemente dimenticato. Tess è davvero notevole stasera, leggera anche, nel suo vestito estivo di Gucci. Sono andato con lei a sceglierlo ieri pomeriggio, prima di parlare con Arthur, quando Anne mi ha chiamato raccontandomi in maniera concitata quello che aveva combinato. Ero sicuro che sarebbe successo prima o poi. Tess non è stata troppo sorpresa quando le ho annunciato in tutta fretta che saremmo tornati a Augusta. Non è mai stata molto sorpresa di niente, ultimamente. Potrei giurare che non lo sarà nemmeno tra due minuti, quando vedrà coi suoi occhi il motivo di tanta sollecitudine.

E' arrivato vestito in maniera oscena, un paio di jeans rovinati e una giacca di pelle da bad boy. Storco il naso e scuoto la testa nella sua direzione. E' un pessimo risultato questo, considerando la buona educazione che pensavo di avergli impartito. La mia creatura ribelle si mette ad aiutare il cameriere, che ha appena rovesciato il suo vassoio pieno di flute, sbattendogli contro. Tess, nel frattempo, secondo un codice segreto consolidato, mi sta facendo chiaramente capire che Everett l'annoia. Stringe il mio braccio e la lascio fare. In questo ultimo periodo, durante le cene, spesso faccio in modo di conversare con lui il più possibile, solo per farmi toccare da lei. Per fare questo gioco, il nostro gioco. A Everett piace Tess. Come dargli torto. E' perfetta, è un pensiero che ho spesso ultimamente a proposito di questa nuova, forte Tess, risorta dalle sue ceneri. Metto una mano sopra la sua e la trascino verso di lui. Sono perverso, ma devo sapere, devo vederlo coi miei occhi.

Arthur mi è mancato infinitamente in questi anni. Non ho fatto che pensare a lui senza rendermi conto che avevo la soluzione proprio sotto gli occhi, una bellissima soluzione piena di lentiggini che per un po' mi ha persino dissuaso dai miei soliti giochetti. Mi ha tenuto buono per quasi tre anni, tre anni in cui ho tentato di fare meglio che in passato, in cui ero totalmente assorbito dall'educazione della mia nuova creatura. E adesso siamo alla resa dei conti, ecco la verifica finale.

Sembrerebbe che la mia vecchia creatura e quella nuova, non abbiano intenzione di convergere. Ma sono qui per forzare la mano. Arthur raccoglie i cocci, fantastica metafora, a dire il vero, e Tess è presa a fissare la punta di una delle sue scarpette sperando di non rovinarle con la terra. Poi lei si rende conto. La sto ancora toccando, ora la mia mano è intorno al suo polso. Conosco bene le basi della psicologia gestuale, so che non è casuale. E' l'avvertimento che dò a entrambi, il limite che voglio imporre alla loro interazione. Nessuna reazione da parte di Tess. E' un'ottima alunna, molto più sveglia e devota di quanto Arthur non sia mai stato. Ma si sa, un figlio è sempre un figlio nel bene e nel male e spero ancora che lui possa sorprendermi. Non si accetta facilmente la sconfitta quando ci si è impegnati tanto come ho fatto io con lui. Ero pieno di speranze.

<<Allora, Arthur non sono stato di parola?>>

Mi conosco bene abbastanza da sapere che quello che vorrei davvero, non è tanto vedere chiaramente questa rabbia e questa gelosia, che lui prova perché pensa che io gli abbia sottratto qualcosa.

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