4- Arthur- Touch her

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Accidenti, non ho dormito un cazzo! Pensavo che i quattro Martini e il sesso con Mary Anne mi avrebbero steso, invece la mia insonnia sta decisamente peggiorando

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Accidenti, non ho dormito un cazzo! Pensavo che i quattro Martini e il sesso con Mary Anne mi avrebbero steso, invece la mia insonnia sta decisamente peggiorando. E mi ritrovo un mal di testa bestiale e la voce stridula della mia donna nelle orecchie. Alan, cinque giorni fa mi ha parlato di una sospensione temporanea dal lavoro. Mi dice che serve a far calmare le acque, in attesa della riunione con il grande capo, quel pezzo di merda di Glenn Welsh. Attualmente odio Glenn ma sono piuttosto ottimista, abbiamo condiviso tutto all'università, specialmente i nostri migliori hobby: sesso e donne. Ci passavamo i piaceri della vita come si passa una sigaretta, peccato che poi si sia comportato da pezzo di merda. Prima mi ha chiesto di farsi un giro con Mary Anne e poi mi ha sputtanato con lei. Ammetto di non essermi comportato da signore, anzi. Ma non sono mai stato particolarmente possessivo coi miei beni in carne e ossa, mentre sembrerebbe che io lo sia particolarmente coi beni di lusso. Geneviéve, la mia analista, mi definisce un materialista patologico, dice che non mi lego troppo nei rapporti, perché mentre gli oggetti posso controllarli, e lo faccio, un essere umano mi getta nel caos, e così tenterei continuamente di svalutare le mie relazioni per non starci male, nel caso di una delusione. Fanculo anche agli psicanalisti, io sono così e basta, c'è una gigante voragine nera dentro di me, ma ormai ci sono abituato, è come l'aria che respiro. Il rumore dello sportello del mio gioiellino, che Mary Anne ha sbattuto con malagrazia, mi fa saltare i nervi e arriva fastidioso proprio al centro dell'emicrania. Detesto chi tratta le mie cose con noncuranza, è più forte di me. Per compensare la sua violenza, io accosto la mia portiera con il massimo tatto. Mentre mi avvicino a Mary Anne, continuo a pensare a Glenn, anche lui sembra avercela a morte con me, ma è normale, ora che quel maledetto è al vertice, per lui io sono solo scomodo, lo conosco meglio delle mie mutande, anche lui ha un enorme buco nero dentro. Oddio la testa mi pulsa e non sembra accennare a voler smettere, raggiunta Mary Anne la incastro tra il mio corpo e la portiera,dove appoggio la mano destra aperta, l'altra la uso per strofinarmi la fronte. Chiudo gli occhi un attimo.

<<Scusami Anny, mi sento un pò sotto pressione, ultimamente.>>

Riapro gli occhi per vedere se la mia frase abbia sortito l'effetto sperato sulla mia fidanzatina indignata, quando la vedo. All'inizio è come è un pugno alla bocca dello stomaco, una macchia di colore rosso, sullo sfondo del cielo dai colori pastello dell'asilo di Pennsville. E' insieme ad un'altra ragazza, minuta, rispetto a lei, mora,pallidissima e tatuata. In mano tiene una specie di enorme cubo di Rubik, e noto che si stava già gustando la scena. Fisso gli occhi nei suoi, e lo sento, è come se tra noi ci fosse uno strano filo di elettricità. Ma per quale motivo? Cosa c'entro io con quella ragazzina, vestita come una versione porno di Cappuccetto rosso? Ha delle altissime scarpe col tacco, che creano quel contrasto che già avevo notato con la sua espressione semplice e dolcissima. Per la seconda volta, mi vengono in mente flash molto poco ortodossi della piccola Lentiggini, l'ho ribattezzata così, mentre mette la sua boccuccia a cuore sul mio cazzo. Mary Anne segue la traiettoria del mio sguardo. Sono fottuto.

<< Cos'è? Vuoi fare una donazione ai poveri? Perché guardi Tess Milton? >>

Mi riscuoto immediatamente, stacco la mano dalla portiera, afferro nervoso il polso di Mary Anne e la trascino verso l'ingresso.

<<Cosa vuoi dire?>> Ringhio << Stavo guardando la tizia che sembra uscita da un film di Tim Burton>>

<< Oh mio dio! E' Olivia Marten, a quanto pare lei si che è votata al recupero di casi umani, il padre è abbastanza ricco. Non so proprio perché si conci in quella maniera e frequenti simili scherzi della natura. La biondina, invece, vedi quelle scarpe ? Si veste come una zoccola, e si vocifera che in questo caso l'abito faccia il monaco, mi tocca studiarci insieme per il progetto sull'intelligenza emotiva dei bambini di Pennsville>>

Strano penso, eppure mi era sembrata così innocente. Quindi, a quanto pare, mi ero sbagliato. Ultimamente non faccio che prendere cantonate, sia in affari, che in amore. Ripenso a Glenn, firmerà la mia condanna? Conoscendo quel vecchio pezzo di merda, direi che è quasi sicuro. Cristo, che ne sarà della mia fottuta carriera? Mi devo distrarre, o le tempie mi esploderanno. Mi concentro sull'interno dell'asilo, è una struttura colorata e moderna, i bambini sono disposti in maniera alternata con gli studenti a dei tavolini esagonali con sedie colorate. E' più forte di me, cercare la piccola Lemtiggini. È curioso, non la conosco, eppure il suo modo di muoversi è così familiare, così come le sue espressioni. Mi fa pensare ad un'ancora, in mezzo al mare in tempesta. Mi riscuoto immediatamente dal mio sentimentalismo,se non altro per il tempo necessario a notare, come la piccola Tess, sembri avere confidenza con un cazzo di Indiano. Spinge scherzosamente il suo corpo contro quello del ragazzo in questione e noto come lui gradisca le sue attenzioni. Poi gli afferra una mano. In un batter d'occhi sono al tavolo di Tess, dove lei continua a parlare in piedi, con quell'affare e sembra non avermi notato.

Il microfono installato alla cattedra inizia a gracchiare, tra le pareti azzurre dell'asilo.

<<Prova prova...>>

Sgattaiolo vicino a Tess, non dico nulla e la guardo. Lei mi guarda, prima con curiosità, poi quando vede che non accenno a distogliere gli occhi dai suoi, cede e li abbassa.

<<Ciao>>

Mi dice, è un suono stentato e quasi sussurrato. Mi concentro sulle sue lentiggini.

<<Tess, noto con piacere che ti ricordi di me.>>

Alza lo sguardo e mi fissa sorpresa. L'indiano è un bel ragazzo dagli occhi a mandorla. Continua a tenere una mano di Tess, vorrei staccargliela, giuro. Mi ritrovo a pensare che il colore degli occhi di Tess e del fottuto bastardo sono dello stesso marrone. Come se si appartenessero, come se facessero parte dello stesso mondo, da cui io sono escluso. Ignoro la confusione di Tess e per togliere la mano del tizio dalla sua non mi viene in mente niente di meglio che allungargli la mia.

<<Piacere Arthur, tu sei...?>>

<<Sono Sadhill.>>

Non gli sto simpatico, forse sa leggere nella mia anima. E vede il buio.

<<Cosa volevi, Arthur?>>

È Tess a parlare, che ora mi guarda sicura e tranquilla, non mi viene in mente di meglio.

<< Domani sera danno una festa all' Height e il proprietario mi ha detto di invitare qualche studente per rendere l'evento più noto. Vi faccio mettere in lista?>>

Ecco, ci mancava solo che mi comportassi come un p.r. del cazzo. Poi mi avvicino a Tess e le sfioro il braccio. E' solo una prova, voglio sfidare questo campo magnetico che il suo corpo crea col mio, voglio vedere quanto è reale. Tess mi guarda curiosa, e sento la pelle del mio braccio diventare d'oca. Nemmeno da quindicenne ero così su di giri per due tette e un culo. Forse mi sono rincoglionito. Mi allontano dal lì e mi avvicino alla mia, poco perspicace , Mary Anne, che nel frattempo si è sistemata tra due bambini. Metto una mano sulla sua sotto lo sguardo di Tess, e niente, non sento niente.

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