Mi sembra di uscire da quella casa come se fossi un sopravvissuto scampato a qualche sorta di disastro. Stephanie mi passa una mano intorno alla vita e mi sostiene, ha paura che possa cadere da un momento all'altro dopo la mia ultima prova di coraggio davanti a loro due.
Che bisogno c'era di farmi tutto questo se sapevi già che lo avresti sposato?
È Steph che guida, concordiamo sul fatto di riportare Carol dalla madre viste le mie attuali condizioni. Non è mai successo prima d'ora e detesto che questa sia l'ennesima, indiretta intromissione di Tess nella mia vita. E decido sul serio che sarà l'ultima. Anche la mia mente deve avere pena di me stasera, perché non indugia su quello che è accaduto con lei, come se fosse un sogno troppo sbiadito e lontano per richiamarne le immagini. So che non sarei in grado di gestirlo, quindi me ne tengo lontano. Non ci indugio, stavolta. Augusta ci sfila vicino, testimone buia e silenziosa di tutti i miei fallimenti. Pensavo di averla già pagata, ma a quanto pare mi sbagliavo, quando si tratta di lei niente è mai abbastanza e ho deciso di eliminarla dalla mia vita come ho fatto coi miei eccessi. Perché fa lo stesso identico effetto intossicante della droga o dell'alcol, e a quanto pare, è in grado di lasciarmi stordito nella stessa perversa maniera.
Stephanie non mi ha fatto ancora domande, questo mi conferma che è una brava persona, che capisce perfettamente la situazione e che merita la mia stima. E mi maledico per non aver fatto quello che andava fatto quando, oggi pomeriggio, la felicità mi ha colpito come una carezza, e non come un maledetto pugno nello stomaco. Avrei dovuto tutelare quella scintilla che intuivo, quella placida serenità e non rincorrere... cosa? Un'ideale? Una maledetta e strampalata idea romantica? No, non voglio più essere l'ultimo dei romantici, non mi reggerebbe il cuore, è troppo malandato ormai. Ho chiuso con questa cosa idiota dell'amore vero.
Persino Carol che si addormenta nel sedile davanti, accanto a Steph, quando la consegno nelle braccia di Anne non dice niente, mi abbraccia e mi dice che ci vedremo sabato. Sono davvero un uomo che non vale nulla, se mia figlia di due anni e mezzo pensa di dovermi proteggere. E questo non dovrà accadere mai più. Lei non ha pensato a me nemmeno per un secondo mentre diceva quel sì. Mi ha persino guardato negli occhi come se fosse tutto un gioco del cazzo.
Io e Stephanie rimaniamo in silenzio per un po', sguazzo in una specie di vergognosa umiliazione. È possibile a questo punto tornare quello che ero prima? Il bastardo materialista senza rimorsi?
<<Arthur...>>
Inizia Steph. Non sono l'unico a sentirmi umiliato a giudicare dal suo tono.
<<Mi dispiace, davvero. Sono stato uno stupido. >>
<<Ok.>>
Risponde semplicemente ora sono seduto accanto a lei. Mi appoggia per un attimo la mano sopra la mia abbandonata sulle gambe, un gesto semplice e confortevole. Continua a guardare la strada.
<<Mi piaci davvero Arthur, mi sei sempre piaciuto. E finalmente capisco perché sembri sempre un po' tormentato.>>
<<Già.>>
<<Cosa c'è tra voi?>>
<<A quanto pare niente per cui valga la pena combattere.>>
Rispondo monocorde mentre Stephanie parcheggia fuori da casa mia.
<<È lei il motivo per il quale mi hai detto di no quando stavamo per fare sesso?>>
<<Si. >>
<<Non voglio avere un uomo con la testa troppo impegnata da qualcos'altro per badare a me. Sono già stata l'altra e non mi è piaciuto, ne bastato. Possiamo andarci piano se vuoi, possiamo tentare. Ma senza bugie, dico davvero. Vediamo che succede... insomma... se per te va bene.>>
Un discorso onesto che non fa una piega. Le prendo il viso tra le mani e la bacio disperatamente. Non mi accorgo neppure che sto singhiozzando come una dannata, stupida femminuccia. Ma non riesco a smettere, allora, visto che non so come gestire la cosa, continuo a baciarla, le infilo la lingua nella bocca, mi prendo un po' di conforto. Stephanie prova a interrompere il bacio.
<<Arthur...>>
La sento dire mentre il mio viso e il suo è pieno delle mie lacrime.
<<Shhh...>>
Le dico continuando, prendendomi un po' di calore come un disperato, un patetico uomo che si aggrappa a quello che trova, anche ad una scintilla in mezzo al buio più nero.
Mi stacco da lei col respiro affannato, devo avere un aspetto terribile.
<<Vieni su con me?>>
Le dico lasciandola di stucco. Stephanie si guarda intorno e si passa la mano sul viso, poi la osserva, è leggermente bagnata. Temo che mi dirà di no, che anche lei mi respingerà come ha fatto tutto il resto, come ha fatto mia madre, mio padre e Tess. Come hanno fatto tutti finora. Un'altra voce da aggiungere all'infinita lista di chi non mi ha voluto abbastanza. Di chi ha pensato che non valesse la pena restare con me. Poi alza il viso su di me e noto che i suoi occhi non sono marroni come sembrano, ma con la luce del lampione qua fuori, hanno una leggera sfumatura di verde. E che è una bella donna e io sono un coglione.
<<Sì.>>
È il secondo si, che sento oggi. Il primo mi ha condannato, spero che questo, invece, mi salverà.
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TESS
General Fiction"La verità, Tess. Non lo so perché, non lo so che ci faccio qui. Io mi sposerò tra pochi mesi, e non posso tirarmi indietro. Non sarà come in tutti quei film da donne in cui all'ultimo minuto uno manda tutto a puttane. Non ho niente da offrirti, o a...