"La verità, Tess. Non lo so perché, non lo so che ci faccio qui. Io mi sposerò tra pochi mesi, e non posso tirarmi indietro. Non sarà come in tutti quei film da donne in cui all'ultimo minuto uno manda tutto a puttane. Non ho niente da offrirti, o a...
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Un'altra serata come ce ne sono state tante ultimamente, sono tutte terribilmente simili.
<<Hey stai bene?>>
Glenn si avvicina e appoggia le sue mani gelide su di me, mi alza il mento e mi fruga con quello sguardo leggermente vacuo. Ma non fa più alcuna differenza, sono di ghiaccio anche io, ormai. Oh, no, ecco che si avvicina Everett. Siamo andati spesso a cena insieme, lo trovo di una noia mortale, lui e sua moglie, la sua pluri - tradita e ricchissima moglie. Conosco qualche amichetta di suo marito, persino. Arriccio una ciocca di capelli tra le dita mentre i miei occhi si perdono oltre il limite visivo dell'immenso giardino di Glenn. Si è comportato in maniera strana negli ultimi giorni, era elettrizzato. Ormai lo conosco abbastanza da sapere che non ha mai picchi emotivi di nessun genere, è imperturbabile. Ma non sono neppure tanto curiosa di scoprire il motivo di tutto questo. Sarà qualcuno dei suoi noiosissimi affari? No, non l'ho mai visto eccitato per questo. Ieri abbiamo preso un jet in tutta fretta per ritornare qui. Mi ha detto solo che si trattava di una questione urgente. Primavera, estate, inverno. Non mi accorgo più delle stagioni che passano e del tempo. Non tengo più il conto. E pensare che prima ero così emozionata quando vedevo i fiori sbocciare sugli alberi e questa luce particolare, calda e gialla che c'è ad Augusta a giugno. Ma era un'altra vita, quella. Mi appartiene come potrebbe appartenermi un sogno.
Fisso una delle mie costose Louboutine rosa pallido. Un regalo di Glenn per il mio ultimo compleanno. Fa uno strano effetto, trovarsi dalla parte giusta della società. E' come essere in una gabbia dorata. Si ha tutto e non si possiede davvero niente. Ma è riposante essere vuoti. Non c'è dolore, si galleggia e basta tra un mare di cose insensate, di formalità, etichette, cene e poi spa, shopping, drink a bordo piscina. Il pensiero più profondo che ho durante la giornata è come posso acconciare i capelli. Sono un'esperta di moda e riviste, le sfoglio con noncuranza, una dopo l'altra, come faccio con gli anni della mia vita. Devo trovare il modo di fermare l'invadenza di Olivia. Sta sfruttando i suoi genitori per mettersi in contatto con me. Avrebbe dovuto capire che non volevo avere niente a che fare con lei quando mi sono fatta negare. Non ho intenzione di vederla, non ce ne sarebbe nessun motivo. Lei rivuole la sua amica ma la sua amica non esiste più. E la stessa cosa vale per Sebastian. E' davvero cocciuto quell'uomo. Doveva rimanersene ad Elgin, non tentare di venire qui per salvarmi. Io mi salvo da sola e l'ho già fatto. L'unico modo per non farsi bruciare è farsi fuoco, o ghiaccio, in questo caso. Inizia a suonare il violinista. Bach. Riconosco questa musica, ma non tocca nessuna corda dentro di me. Niente vibra, la lascio scorrere, semplicemente. Sono diventata bravissima in questo. Adesso so come si resta a galla, so come si fa a sopravvivere. Ed è fantastico.
Everett mi strizza un occhio. Sono sicura di non dispiacergli a questo vecchio porco. Lo vedo da come mi guarda il seno, lo sorprendo a fare il gesto osceno di leccarsi le labbra, spesso. Ma so come tenere a bada quelli come lui. Metto la mano sul braccio di Glenn e dò una leggera stretta. E' il nostro codice segreto, significa che sono annoiata. In genere la sua reazione è repentina ma stavolta resta fermo e si guarda intorno. Tento di seguire il suo sguardo ma non vedo niente di interessante così torno a fissare le mie scarpe.
<<E tu Tess? Sarai dei nostri al club sabato?>>
<<Non lo so Everett sono piuttosto negata a golf. Temo che le mie origini provinciali mi tradiscano in queste occasioni.>>
<<Oh, mia cara, non direi proprio. Se posso permettermi stasera sei davvero incantevole.>>
Stringo ancora il braccio di Glenn, ma lui in tutta risposta mi tiene ferma la mano con la sua, si scusa con Everett e si precipita in avanti. Da qualche parte arriva chiaro un rumore di vetri rotti. Tento di capire qual è il cameriere che stasera passerà un brutto quarto d'ora.
Ma Glenn continua a spingermi e mi tocca guardare dove metto i piedi, perché, se c'è una cosa che ho imparato, è che le scarpe coi tacchi e questo pratino inglese non vanno d'accordo per niente e il rischio di essere risucchiati, come se si fosse nelle sabbie mobili, è reale. La musica diventa più acuta, le luci si abbassano, e sento gli invitati applaudire dall'altra parte del giardino. Il violinista ha appena terminato la sua esibizione, ma noi, a quanto pare, abbiamo appena iniziato.
So che la mia faccia non tradisce nessuna sorpresa, forse perché non lo sono. Sapevo che sarebbe successo, prima o poi. Quando si smette di contare non ci si preoccupa più del quando. Arthur si trova inginocchiato davanti a me, tra i vetri rotti, e la bocca è leggermente aperta. Mi pare di vederlo arrossire leggermente ma non accenna ad alzarsi. Nei suoi occhi c'è lo sgomento più totale.