39 - Arthur- Open a Hornet's Nest

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<<Oh, tesoro

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<<Oh, tesoro. E' stato così dolce da parte tua! Che schifezza kitsch è questa? La voglio fuori di qui!>>

I miei occhi mettono faticosamente a fuoco la figura alta che si  staglia contro la luce delle tapparelle. Maledetta Rosa, quante volte devo ricordargli di chiuderle prima di andarsene? Mi passo un braccio sopra gli occhi e sospiro.

<<La cucina è un disastro.>>

Anne si avvicina e mi scruta da vicino. Perché le ho dato le chiavi? Accidenti a me. Ha invaso il mio territorio, mai prima di allora l'avevo vista in questi termini. Vedo che afferra la ballerina sul comò.

<<Non mi sembri in forma, tesoro.>>

<<Non toccarla!>>

Grido, alzandomi e prendendola in mano. Sono ancora vestito? Guardo il completo elegante, solo la cravatta è allentata. E' un dettaglio che non mi sconvolge più di tanto. Mi viene in mente che le sue unghie lunghe intorno a quella porcellana bianchissima, sembrano gli artigli di un'aquila. Mi ha svegliato dal mio sano torpore, e adesso rieccolo il dolore affacciarsi puntuale. Mi avvicino a lei che ha spalancato gli occhi elegantemente truccati, un pugno nero sul suo viso pallido. Come una bambina non mi molla il carillon.

<<Ti senti bene?>>

Se mi sento bene? Facendo forza e allargando i suoi artigli riesco a salvare la ballerina, la metto sotto al suo vetro e poi in un cassetto che chiudo con entrambe le mani e con un sospiro di sollievo, è finalmente al riparo. Sento Anne avvicinarsi mentre stiro i muscoli contro il legno, facendo forza con le braccia.

<<Hai dormito vestito? Perché in cucina è ancora apparecchiato per due? E perché hai distrutto l'orologio? Mi piaceva quell'orologio, lo hai pagato un sacco di soldi all'asta del Vermont.>>

La sofferenza mi sovrasta all'idea che ancora di là ci siano le sue cose. Lei è dappertutto, dentro e fuori di me. Ho detto io a Rosa di non toccare niente. Gracchia terribilmente la voce di Anne, fastidiosa come un unghia sulla lavagna.

<<Chi ha cenato con te? Pensavo che non avessi fame... mi avevi detto che...>>

<<Con Glenn.>>

<<Ah, mi fa piacere che tu e Glenn...>>

Deve smettere di parlare, sentire il nome di Glenn è ancora peggio, mi ricorda tutto, le mie azioni vengono a galla peggio dell'olio nell'acqua, possiedono la stessa sfacciata leggerezza.

Mi giro e la imprigiono contro il muro. Servirà a qualcosa? So già di no, l'ho visto succedere con Kate, con quell'altra stagista, lei non farà la differenza. Non Anne. Ma è familiare e voglio che la smetta di parlare.

Mi fa un sorrisetto compiaciuto.

<<Non vuoi farti una doccia, prima?>>

<<Si, spogliati.>>

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