11 - Arthur - Move of Pawns

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Oggi è iniziata una nuova giornata come vice amministratore, sono in una sorta di trance quando vengo accompagnato da una leziosa Bett al mio nuovo ufficio, che è all'ultimo piano, ed è grande almeno tre volte quello di prima

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Oggi è iniziata una nuova giornata come vice amministratore, sono in una sorta di trance quando vengo accompagnato da una leziosa Bett al mio nuovo ufficio, che è all'ultimo piano, ed è grande almeno tre volte quello di prima. E' arredato in stile scandinavo, le linee dell'arredamento sono pulite e pratiche. Niente fronzoli, ma non per questo, poco lusso. Ogni oggetto è studiato, dalla scrivania di metallo col piano in vetro, ai quadri alle pareti, unici oggetti in cui il colore è libero di esprimersi. So che Glenn è un estimatore di Chagall. Guardo la copia  presente qui, la conosco,si chiama "All'imbrunire",  un uomo riceve un bacio da una donna  vestita di rosso che gli fa diventare la faccia blu. Il parallelismo con la mia dama lentigginosa è impossibile da evitare. Mi sto davvero impegnando a lasciar perdere, ma la mia mente, capricciosa e ribelle, torna a lei anche se non voglio. So che ormai non ho altre possibilità, si è fatta negare, lei non prova niente per me e io sono abituato  bene per darmi troppa pena. E poi c'è l'interesse di Glenn a rendere tutto ancora meno allettante. Forse stasera al party potrei prendere la stagista dei grafici e farmi una sveltina qui in ufficio. Mi siedo alla scrivania. Chiodo schiaccia chiodo, ne ho tutto il diritto. E' simile a Mary Anne, alta, magra, curata e castana. Metto il viso tra le mani, coi gomiti appoggiati sul piano in vetro. Inizio ad immaginare di portare qui la stagista e spogliarla. Ma ecco che subito quella faccia comune, seppur attraente diventa un pochino più tonda e lo sguardo diventa quello scuro di Tess. Mi alzo come se la sedia mi avesse morso il culo, quando vedo la porta aprirsi.

<<Ho interrotto qualcosa?>>

Glenn col suo sorrisino fa capolino dalla porta. Indossa un vestito molto elegante color antracite, e come sempre ultimamente, non è un piacere vederlo. Ma ora è il mio capo e non posso sputare in faccia alla fortuna.

<<Posso sedermi?>>

Mi chiede indicando il divanetto grigio vicino alla grande vetrata.

<< Non sei nella posizione di dovermi chiedere il permesso, l'azienda e tua, come lo è quel divano. >>

Ok, l'ho detto con meno accondiscendenza di quanto avrei voluto. Devo darmi un calmata. Mi sistemo un ciuffo di capelli ribelle e mi posiziono su una poltrona di fronte a Glenn che si trova già seduto e a suo agio.Non credo di aver mai visto Glenn cedere, tranne quell'unica volta, il giorno in cui mi hanno riempito di botte.

<< Scusami, sono un po' teso ultimamente.>>

<< Dovresti proprio trovare il modo di rilassarti, non giova alla tua salute tutto questo. Vieni più spesso al club, no? Un po' di sana attività fisica ti rimetterà al mondo.>>

Perché Glenn si comporta in maniera così affettuosa? E se fosse cambiato? Poi le immagini si sovrappongono nella mia testa. Anne drogata, la mano che penzolava senza forza dal divano, gli occhi eccitati di Glenn 'è una bambolina, guarda Arthur!', quella risata e l'odore del mio vomito sull'erba appena tagliata. E' stata la mattina dopo che ho detto a Anne di sposarmi. Come ho fatto a dimenticarlo?

Lo hai rimosso.

<< E poi mi manca giocare con te. Everett e Armando mi annoiano.>>

Mi sembra che abbia volutamente sottolineato quel giocare. La mia potrebbe essere solo paranoia.

<<Vedrò di capitare più spesso. >>

Lo dico come a voler liquidare la questione.

<<Allora? Sei contento della promozione? Ti piace il tuo nuovo ufficio?>>

A gambe incrociate fa il gesto di allargare le braccia e includere tutto l'ambiente intorno a lui.

<< Come potrebbe non piacermi? Sai che ho un debole per questo stile, ho arredato un'intera casa così.>>

<< Lo so, per questo ho dato disposizioni che il tuo spazio lavorativo fosse allestito in questa maniera.>>

Dice, senza provare a nascondere un evidente autocompiacimento. 

<< Tutta questa preoccupazione per me... che scopo ha, Glenn?>>

<<Fai un torto a te stesso pensando ci sia sotto qualcosa. E' davvero un peccato vedere che tu abbia così poca fiducia in te. Te l'ho detto, ti volevo al mio fianco, mi ha disturbato la freddezza che mi hai riservato negli ultimi tempi.>>

<< Vorrai scusarmi Glenn, se non mi bevo questa versione di te così sentimentale.>>

<<Oh, avanti Arthur, ammetti che il periodo più bello l'abbiamo passato insieme, hai già dimenticato i vecchi tempi? Io e te siamo sempre stati inseparabili.>>

<< Visto che ne stiamo parlando, Glenn, io davvero non ho mai capito cosa ti legasse a me, tu hai sempre avuto tutto, il tuo nome era un passe partout per quello che io potevo solo sognare...>>

<< Vedi? Continui a sottovalutarti, non c'è gusto nell'avere qualcosa che non si può condividere. Sei brillante, ma ogni tanto vedo che fai una certa fatica ad immagazzinare i concetti.>>

Stringe gli occhi ora, come se parlare gli costasse un'enorme sforzo o come se si trovasse di fronte a una classe di studenti indisciplinati. E' sempre stato così il nostro rapporto, lui era l'insegnante, e io l'alunno.

E adesso, cosa siamo diventati Glenn? Vuoi fare di me il braccio al servizio delle tue manie?

<< Non farla più complicata di quello che è, sii contento della tua promozione come io lo sarò di un amico ritrovato. Questo è il tempo di gioire, Arthur.>>

Si alza e si dirige verso la porta.

<< E quando sarà il tempo in cui pagherò per tutto questo? >>

Mi risponde di spalle, continuando a tenere la mano sulla maniglia della porta. Il tono è abbastanza sostenuto, riesco a sentire perfettamente la sua risposta.

<< Sei venuto con me all'Opera, vero? Dovresti sapere che per avere un dramma è necessario dare al protagonista qualcosa da perdere. Più la posta è alta, più la tragedia è annunciata. Ti sei chiesto perché si mettano sempre in scena storie sull' amore perduto? Sono le più interessanti, le più struggenti. Dammi retta Arthur, goditi questo tempo favorevole.>>

So a cosa si riferisce. Speravo si fosse dimenticato di lei, per questo non ho tirato fuori l'argomento. Ma l'ha fatto lui, ha iniziato a spostare i suoi pedoni, per fare largo alla Regina. Riesco a prevedere la sua mossa.

E' per te il party e non per me, vero? Sta' lontana, Lentiggini.

Ma ho un'idea, so come fare per mettere i bastoni tra le ruote a Glenn.

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