57-Arthur - Detonation

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Continuo a prendermi la testa tra le mani, mi tiro i capelli, mi alzo in piedi e poi mi siedo di nuovo

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Continuo a prendermi la testa tra le mani, mi tiro i capelli, mi alzo in piedi e poi mi siedo di nuovo. Il ronzio alla fine se n'è andato e la verità mi è caduta addosso con tutta la sua terribile e inquietante forza. Chiedo a Sebastian di raccontarmi di nuovo di quell'aereo, di Glenn, di mio figlio.

<<Perché non me l'ha detto?>>

Glielo domando come se potesse darmi tutte le risposte e come se questa fosse la deviazione precisa, il bivio che ha fatto finire in un fottuto burrone le nostre esistenze. Tutto mi appare sotto una luce diversa, il dolore di Lentiggini e il mio, mi sembrano mescolati ora in una poltiglia scura e spaventosa, come deve esserle sembrato quella notte l'oceano sotto ai suoi piedi.

Il mio bambino. Il nostro bambino.

Continuo a pensare che era incinta di me. Sarebbe stato fantastico, se solo me lo avesse detto non l'avrei mai abbandonata, la amavo già disperatamente. Ma poi Sebastian, imparziale e onesto mi ricorda che ho avuto una buona dose di colpa in tutto questo.

<<Come ti è venuto in mente di lasciarla nelle mani di quello psicopatico? Io lo so che la ami, Arthur. Lo sapevo anche prima, perché hai permesso che la drogasse e la violentasse?>>

<<Non l'ha violentata.>>

Rispondo come un disco rotto, con la voce bassa.

<<Magari non quella sera ma adesso sicuramente è quello che fa. Era così persa, così fragile, spezzata. Col viso...>>

<<Lo so, non dirlo ancora!>>

Lo fermo con rabbia come se anche solo sentirlo fosse intollerabile. E lo è. Mi sento spezzato anche io, vorrei tanto dirlo a Sebastian. Vorrei fargli capire una cosa di una semplicità e di una chiarezza sconcertante.

Il suo dolore è il mio dolore. Quello che Glenn sta facendo a lei, lo sta facendo a me.

I miei piedi vorrebbero correre da Tess e salvarla, portarla via, ora che so tutto, dirle quello che non le ho detto mai. Ma col tempo ho capito che essere impulsivi non risolve ogni cosa, che l'istinto può rivelarsi un'arma a doppio taglio. Così stavolta cerco di respirare, anche se l'ossigeno sembra tossico e l'immagine di Tess abusata in questa maniera mi fa solo venire voglia di urlare.

Mi alzo e poi mi risiedo, diviso in due negli atteggiamenti e nei pensieri.

<<Devo andare lì.>>

<<Non ti farà entrare. È davvero fuori di testa.>>

<<Perché lei non è scappata finora?>>

<<La sai la risposta, Arthur.>>

Si, la so. L'ha ricattata come fa in genere , le avrà ficcato qualche minaccia in testa, esattamente come ha sempre fatto con me. Minacce, raggiri e paura. Ecco come ottiene quello che vuole, sia in amicizia che in amore.

<<È quello che immagino avrà fatto anche con te.>>

Sebastian mi legge nel pensiero.

<<Sei un altro da quando ti sta lontano. Sei tornato quello che eri prima di incontrarlo al college. Ma nessuno meglio di te sa come funziona Glenn. Nessuno meglio di te sa come detonare l'esplosivo. L'unica cosa di cui devi accertarti, è che lei non ci vada di mezzo.>>

È difficile pensare in questo momento. La mia stupida testa continua a immaginare come sarebbe stata col pancione se tutto fosse andato come doveva andare, come saremmo stati felici. Indugio sul pensiero che il mio amore era destinato a diventare qualcosa di tangibile, potente, e che sarei stato l'uomo più felice del mondo. Eppure so anche che il vecchio Arthur non ragionava così, che ero intossicato da tutte le stronzate di Glenn, ero pieno di rancore e reso cieco dalla paura. Ma ora non ho più paura e la mia unica priorità è riscattarmi, salvarla e salvarmi.

<<Ok, forse so come agire.>>

Mi alzo, stavolta deciso ad andarmene. In testa l'immagine di Tess incinta si mischia a quella di Tess che perde il bambino. Non pensavo di poter provare un simile shock. Mi giro verso Sebastian che condivide molta della mia preoccupazione.

<<Mi dispiace di averti picchiato, avrei dovuto farlo a lui. Mi dispiace per tutto.>>

<<Sei ancora in tempo per questo.>>

Mi dice Sebastian. Il mite Sebastian mi suggerisce di farlo a pezzi. Ma non avevo certo bisogno di un suggerimento, non questa volta.

<<Grazie.>>

<<Vai. Corri, Arthur.>>

Non aspettavo altro. Ma non corro direttamente da lei. Il passato può essere una grande risorsa se si è disposti ad imparare qualcosa.

Esco dall'Ignis e prendo il telefono.

<<Devi aiutarmi, Gloria.>>

E dal modo in cui mi risponde so che non aspettava altro.

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