41 - Tess - Better safe than sorry/13Days

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<<Accidenti a questo coso!>>

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<<Accidenti a questo coso!>>

Prendo a calci il tornello mentre Tom mi guarda dalla parte opposta.

<<Credo si sia smagnetizzata, prima, quando l'hai passata senza uscire. Vuoi riprovare con la mia?>>

<<Mi dà un codice di errore anche la tua.>>

Mi guardo intorno alla ricerca della guardia, che in genere sta appostata all'entrata come un segugio e di cui, ovviamente, ora si sono perse le tracce. Sono in trappola.

<<Non puoi chiamare il signor Welsh?>>

<<No, è in riunione per l'appalto Africano, potrebbe licenziarmi in tronco.>>

Mi appoggio al tornello esausta, non è neppure scavalcabile vestita in questa maniera, potrebbe scucirsi la gonna troppo stretta e sarebbe davvero la ciliegina sulla torta.

Chiudo gli occhi in un istinto di evasione, poi sento il click. Sono libera?

<<Ti riporto io.>>

Sebastian non ha una bella cera ma sfodera lo stesso il suo rassicurante sorriso.

<<Dobbiamo passare insieme, altrimenti il sistema si ricorda che sono uscito e per oggi non puoi più passare, Glenn ci va giù pesante con le misure di sicurezza, quando c'era Alan bastava un cenno al portiere. Ora le cose sono un po' cambiate.>>

<<Ecco quello che è successo Tess, hai passato la carta e il server pensa che tu sia già fuori.>>

Guardo la mia bella carta dorata e la rimetto nella borsetta. Poi l'occhio mi cade su quella di Sebastian che è argentata esattamente come quella di Tom. Posso vedere Tom seguire lo stesso ragionamento. Non mi era mai passato per la testa che la mia posizione potesse essere tanto immeritata. O si, ma era solo più comodo non rifletterci troppo. Mia madre ha tentato di aprirmi gli occhi e ora mi rendo conto che avrei dovuto ascoltarla nel silenzio della sua cucina prima che arrivasse Arthur a distruggere tutto.

<<Va bene.>>

Non c'è niente di particolarmente attraente in lui, non è bello da togliere il fiato come Arthur, non emana quella forza selvaggia. Ma una piccola parte di me trova irresistibile la sua normalità. I tratti regolari del viso, la bocca piccola e non troppo carnosa. Niente invita all'eccesso, niente grida al pericolo.

<<Ho parcheggiato dall'altra parte della strada.>>

Mi vergogno di dire che ho un autista personale, ecco un'altra stranezza, così non dico nulla. Mentre gli passo davanti faccio cenno di no con la testa, vedo che Samuel capisce e riparte senza di me.

<<Ti senti bene? Non hai problemi a guidare?>>

Chiedo a Sebastian che mi cammina accanto tenendosi la spalla.

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