"La verità, Tess. Non lo so perché, non lo so che ci faccio qui. Io mi sposerò tra pochi mesi, e non posso tirarmi indietro. Non sarà come in tutti quei film da donne in cui all'ultimo minuto uno manda tutto a puttane. Non ho niente da offrirti, o a...
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Torno a casa il tempo necessario per cambiarmi e farmi una doccia. Ignoro volutamente di guardare l'ora. So cosa accadrebbe, inizierei ad immaginarla con lui e sono stufo marcio di tutto questo, di essere sempre al punto di partenza.
Chiamo Carol e stavolta Anne si mostra un po' meno ostile. Sa che se accetto l'aiuto di Glenn, è lei che rischia di essere messa da parte. Non lo farei mai in ogni caso, per il bene di Carol. La voce di mia figlia mi riscalda, mi distrae per un po'. Mi chiede quanto manca a sabato e quando le dico che sabato è domani, dà uno urletto. Mi dice come si vestirà, è un vezzo che ha spesso ultimamente. Mi tratta come se fossi il suo cavaliere romantico, Carol è l'unica ad avere ancora una buona idea di me, è la sola persona che mi sia rimasta. Mi spiega che Anne ha fatto pulire la sua maglietta con l'unicorno, che è rosa- fucsia (come so bene perché gliel'ho regalata io) e che si farà le trecce. Sa che mi piacciono e che le faccio tanti complimenti, ogni volta. In realtà temo che Carol inizi ad avere paura di perdermi, di essere abbandonata, soprattutto dopo tutta la faccenda di Igor. Le prometto che passeremo l'intera giornata insieme e sembra tranquillizzarsi un po'. Metto un completo abbastanza elegante, salgo in macchina e tento di occupare la mente con qualche canzoncina allegra che danno alla radio.
L'idea di sapere quello che accadrà tra Glenn e Tess è più fastidiosa di qualunque cosa. Non solo perché sento questo legame con lei, più che altro perché avevo riposto in questo rapporto tante aspettative che riguardavano la mia vita. Guido con calma e parcheggio all'indirizzo che mi ha dato Stephanie. Il suo palazzo è abbastanza fatiscente e ricorda un po' quello dove viveva Tess. Non voglio fare paragoni e soprattutto non voglio fare gli errori del passato. Quel primo appuntamento in cui è andato tutto storto con lei, perché ero arrabbiato con Glenn. L'avevo aspettata in macchina, non le avevo aperto la portiera e infine avevo guidato come un pazzo per portarla in un motel. Avevo visto in maniera chiarissima la sua delusione e semplicemente me ne ero fregato.
Stavolta scendo e suono al citofono. Aspetto una decina di minuti e vedo Stephanie elegante, anche lei con un tailleur, come Tess, venirmi incontro. Sorride, non porta gli occhiali dalla montatura pesante e sulle labbra ha un rossetto rosso, che sembra un pugno in un occhio anche se lei, ha per natura, un colorito olivastro. Tento di distrarmi da quell'insegna lampeggiante che sono le sue labbra.
Che colore era il tailleur che indossava Lentiggini? Grigio?
Non mi ricordo con esattezza, ma ho quest'immagine precisa di lei che tiene in mano le sue scarpette col tacco mentre cammina a piedi nudi sulla sabbia, col sole del deserto alle spalle e i capelli biondi fuori dallo chignon. Pensavo di avere tutto il tempo del mondo quella sera, ero davvero un'idiota.
<<Hey.>>
Stephanie mi si avvicina e mi dà un bacio sulla guancia. Abbiamo lavorato fianco a fianco per anni e quando siamo in ufficio c'è una grande complicità. Ma non qui, considerato quanto mi sento in imbarazzo.