59 - Tess - Diversion

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Finalmente i miei muscoli, rimasti tesi per tutto il tempo, si rilassano quando lo sento uscire dalla camera

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Finalmente i miei muscoli, rimasti tesi per tutto il tempo, si rilassano quando lo sento uscire dalla camera. Spero se ne sia andato per sempre ma so che non sarò così fortunata. Il vestito da sposa è sgualcito e calpestato ai piedi del letto. Non me l'ha strappato solo perché mi servirà per il matrimonio, ma il suo stato riflette lo stesso bene quello della mia anima. Sento delle voci in corridoio, immagino siano le stesse che lo hanno spinto ad andarsene. So che avrebbe continuato ancora e ancora, oggi. Ha avuto tre orgasmi di seguito e più la sua cattiveria cresceva, più cresceva la sua eccitazione. Mi alzo in piedi e mi avvicino a questa finestra enorme che dà sul giardino. Mi tenta in maniera irresistibile. Non mi interessa se sono nuda e se qualcuno dal giardino mi vedrà, in fondo una parte di me desidera che tutti sappiano, che vedano quello che un uomo può fare in nome dell'amore. Che oltre al viso possano guardare anche i morsi e i lividi che ho sul corpo. Ho pensato per tutto il tempo che anche Arthur alla fine mi ha abbandonata e questo ha fatto molto più male delle percosse, fa più male di tutto anche se non capisco il perché. No, questa è una bugia, lo so il perché, è lui che forse non lo saprà mai. Apro la finestra girando lentamente la maniglia, il vento che arriva da fuori mi scompone i capelli, mi accarezza, mi fa finalmente respirare. Non mi ero accorta che stavo trattenendo il fiato finché non ho ricominciato a sentire l'aria nei polmoni. Uno, due, tre respiri e un piccolo, piccolissimo passo in avanti. Assomiglierà a un tuffo? Guardo in basso, saranno dieci metri. La quercia sembra piccola da qui, impotente. Il vento ne muove le fronde e Arthur mi bacia ancora, ancora e ancora. I suoi occhi verdi sono bellissimi e irresistibili e forse sono il motivo per cui mi trovo qui, i suoi occhi che parlano d'amore, che si accendono appena mi è accanto. La gelosia mi colpisce ancora più forte degli schiaffi di Glenn.

Sei felice Arthur con lei?

La verità è che non voglio neppure saperlo infelice.

<<Tess!>>

Glenn si precipita verso di me e chiude la finestra.

<<Cosa cazzo volevi fare?>>

Mi urla contro ma non mi tocca, è sconvolto e intuisco non sia solo a causa mia. Le condizioni di Gloria stanno peggiorando.

<<Niente, volevo solo respirare.>>

Non mi crede. Mi fa sedere sul letto. Letto, toeletta, finestra, tappeto e libreria, ecco i confini della mia prigione. E ora quel vento che mi toccava il viso ha un sapore irresistibile di libertà e anche quel piccolo tuffo nel vuoto.

<<Mia madre sta molto male, la sua condizione è critica. Mi ha chiesto di anticipare il matrimonio a domani.>>

Allargo gli occhi, il panico mi attanaglia e di nuovo il cuore si blocca come un orologio scarico. Faccio no con la testa. Ho bisogno di più tempo, mi sono sbagliata. Non ti amo, Glenn. Come si scappa da tutto questo?

Ma Glenn mi sorprende, guarda la finestra, deglutisce e poi mi passa una mano sulla spalla. Mi allontano di scatto perché ha premuto proprio sull'ultimo livido che mi ha fatto.

<<Stasera ti farò portare da tua madre come mi hai chiesto. Purtroppo dovrai accontentarti solo di un giorno anziché due, ci sposeremo domani sera, manderò una macchina a riprenderti domani pomeriggio e farò in modo che tu abbia tutto il necessario. >>

Sta ancora guardando fuori come se solo lui vedesse qualcosa. Mi giro anche io ma non c'è niente, nient'altro oltre quello che c'è sempre stato. Dentro di me si accende una scintilla di gioia inopportuna e trascinante. Un piccolo calore che mi pare in grado di accendere tutto. È come se il proprio carceriere avesse all'improvviso tirato fuori un enorme mazzo di chiavi dove brilla anche la tua. Non mi fa più male niente, non sento più dolore.

<<Ovviamente ripongo in te la massima fiducia, è il momento di allentare un pò questa catena. Ma sappi che un passo falso ti costerà caro. >>

Annuisco, non le sento nemmeno le sue parole.

<<Quando?>>

È l'unica cosa che voglio sapere, l'unica che mi interessi davvero.

<<Subito. Datti una sistemata e copri tutto. Il viso non è ridotto troppo male, sono sicuro che domani grazie alla truccatrice non si vedrà nulla, la cosa buona è che neppure le lentiggini si vedono più.>>

Corro ad aprire l'armadio e come se fosse scoppiato un incendio in un secondo mi vesto e spalanco la porta, non ho preso niente, proprio come la vittima di un'improvvisa calamità naturale penso solo a darmela a gambe il più in fretta possibile, velocemente e maldestramente passo un po' di correttore sul viso, ora è Glenn a guardare fuori dalla finestra. Il cuore batte all'impazzata, lo sento in gola, esplode nel cervello.

<<Non dimentichi niente Tess?>>

Glenn si volta verso di me.

<<Non mi saluti? Nemmeno un bacio?>>

La sua voce è triste e ha perso tutta la sua spavalda cattiveria, è anzi gentile e atona.

<<Ciao, Glenn.>>

<<Ciao, piccola Tess.>>

Si avvicina e mi dà un leggero bacio sulle labbra. Lo guardo come per avere conferma che posso andare via, che non ci saranno conseguenze.

<<Vai.>>

Mi dice e non aspetto altro, volo senza voltarmi come una furia, spalanco la porta e la lascio aperta, scendo le scale esterne ad una velocità impressionante senza inciampare.

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