4 - Arthur -Sleeping Beauty

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Chiedo a Louis il permesso di tornare a casa, non mi sento bene per niente

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Chiedo a Louis il permesso di tornare a casa, non mi sento bene per niente. Ho tentato di concentrarmi, ma nella mia testa ronza solo la parola che ha pronunciato Sebastian; sua moglie. Tess è andata semplicemente avanti, e questa dev'essere la punizione per tutto quello che le ho fatto, perché io sono rimasto qui, bloccato, in attesa del nulla. Mancano ancora giorni prima che possa rivedere Carol ma vado lo stesso fuori dal suo asilo, a Pennsville, dove ho visto Tess la seconda volta. Mi appoggio al volante della piccola macchina che ho, non voglio tornare a casa. Guardo verso l'uscita e tento di immaginare com'era quando tutto doveva ancora accadere, quando la mia Lentiggini se ne stava lì, col suo cappottino rosso e io pensavo solo che era bellissima e ancora non potevo sapere quanto l'avrei amata, quanto la mia vita sarebbe stata legata alla sua. Ho ripercorso tutto miliardi di volte, ho tentato di ricostruire il suo viso, di ricordare i suoi gesti, le sue manie. Ma esattamente come successe con mia madre, ho iniziato a non essere più in grado di farlo. Mi resta qualche fugace immagine dei suoi rari sorrisi, della sensazione di averla addosso, di quel desiderio incessante e imbarazzante che avevo e che ho di lei, ma so che dipende dal fatto che il nostro viaggio insieme è stato tragicamente breve, per colpa mia, ovviamente. Se solo avessi visto le cose con la lucidità con cui le guardo ora, se solo avessi capito in tempo, adesso non sarei costretto a vivere in un mondo, in cui l'amore della mia vita, ha sposato un altro uomo.

Sobbalzo al rumore di qualcuno che picchietta sul vetro.

<<Che ci fai qui?>>

Mary Anne è in piedi davanti a me, elegantissima e sicura di sé. Un'altra novità.

<<Volevo vedere Carol.>>

<<Non mi pare che oggi sia sabato.>>

<<Avanti, Anne, cinque minuti, che male ci può essere?>>

<<Non voglio che abbia a che fare con te più del necessario, per lei mi aspetto solo il meglio.>>

Guarda all'interno della macchina con disprezzo.

<<Ho ottenuto una promozione.>>

Confesso. Sento il bisogno di dirlo a qualcuno, anche se lei è la persona sbagliata. Anche se adesso come adesso neppure me ne frega un cazzo.

<<Bene, così invece che pezzente passerai alla categoria morto di fame?>>

Stringo il volante e medito di strozzarla per mettere fine alla sua inutile vita.

<<E' necessario che tu sia sempre così maledettamente stronza?>>

Esco dalla macchina e mi metto davanti a lei. E' un deja-vue, ci troviamo esattamente nella stessa posizione in cui eravamo quando ho visto che Lentiggini mi guardava, mentre un po' di vento le scompigliava i capelli biondi e lei faceva per tenerli fermi. Ho incastrato il corpo di Anne tra il mio e l'abitacolo, in maniera minacciosa. Alzo lo sguardo e fisso i mattoncini rossi dell'asilo. Ma lei non c'è stavolta, nessuno mi salverà da me stesso.

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