27 - Tess - Broken Ballet

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Decido di tornare un paio di giorni da mia madre, ogni tanto ho bisogno che il passato mi faccia da monito per il presente

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Decido di tornare un paio di giorni da mia madre, ogni tanto ho bisogno che il passato mi faccia da monito per il presente. Non so nemmeno io cosa pensare del comportamento di Arthur. Erin lo avrà sedotto? Certo che sì, avranno fatto sesso, le altre non sono pudiche e sentimentali come me, sanno cosa piace agli uomini, cosa li eccita. Sono sovrappensiero mentre guido e quasi non mi accorgo di essere già a Rumpfort. Sorpasso con una certa malinconia la vecchia scuola dove ci sono alcuni bambini intenti ad andare sull'altalena e altri che corrono intorno al piccolo campo giochi con la terra rossastra. Mamma era piuttosto sorpresa quando le ho detto che l'avrei raggiunta per il fine settimana. E' stata una buona idea? Quando suono alla porta tento di darmi una rassettata lisciandomi le pieghe del vestito che indosso. Mia madre apre la porta e non mi guarda negli occhi, dev'essere stanca per le ore di pulizia extra che sta facendo in questo periodo.

<<Hai cambiato look?>>

La sua voce è sempre stata bassa e calma. Era necessario per compensare il resto, le urla e la violenza di mio padre quando beveva. Non la picchiava, in genere si limitava a rompere le cose che aveva attorno, ma se ripenso a quel periodo non posso fare a meno di ricordare che era solo la voce acuta e lagnosa di lui che sentivo, i suoi capricci e le recriminazioni per gli obblighi scomodi che la vita familiare secondo lui comportava. Indossa già il pigiama, sono appena le cinque, controllo il piccolo orologio che ho al polso.

La casa avrebbe bisogno di una ristrutturata, mi guardo intorno facendo attenzione alle cose che vedevo ogni giorno, al quadro con la frutta di fronte al tavolino, all'orologio col gatto nero e la coda come pendolo. Ma faccio fatica, ogni volta che tento di concentrarmi sono solo le mani di Arthur a venirmi in mente e le sue parole cattive.

<<Come stai?>>

Alza le spalle mentre armeggia col bollitore dell'acqua.

<<Come sempre, Sigfredo mi ha proposto di aumentare le ore di lavoro, in realtà in questo periodo mi farebbe comodo per l'affitto e l'ultima rata all'università.>>

Si tocca la schiena all'altezza dei reni e si allunga.

<<E' per questo che sono qui, volevo darti una buona notizia.>>

<<Si?>>

La sua voce è priva di inflessioni. Quanto darei per levarle tutto il peso che porta ma ho sempre saputo che la sua è una battaglia che non sta a me combattere. E' troppo tardi ormai per lei, è una persona danneggiata.

<<Ho trovato un lavoro.>>

Lo dico con entusiasmo, ma ecco le parole di Arthur che mi tormentano.

Sai perché hai avuto il posto. Lei è solo un'inserviente.

<<Che tipo di lavoro? >>

<<Sono l'assistente del direttore di un'industria di importazione e esportazione di legname destinato a costruzioni edili.>>

Vedo che non si scompone, mi chiedo se mi sta ascoltando mentre fissa qualcosa fuori dalla finestra della cucina che dà sul cortile. Sta guardando l'albero là fuori? Mi ha sentita?

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