20 - Tess - From up Here

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No, inutile girarci intorno, non sono più la vecchia Tess

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No, inutile girarci intorno, non sono più la vecchia Tess. Purtroppo tutto quello che è successo mi ha irreparabilmente cambiata mentre lui è lo stesso di prima. Sono in camera ad aspettare il ritorno di Glenn. È davvero incazzato, lo capisco. È da ieri sera che non faccio che ripetergli che non provo più niente per Arthur e poi invece mi faccio trovare con lui addosso. La sua bocca sulla mia e le mani sotto al vestito. L'ho davvero lasciato fare? Si, forse sì. Ma non era desiderio, non proprio. Avrei voluto fargli capire quanto potessi essere cambiata, quanto fossi diventata impassibile al suo tocco, alle sue labbra e al suo profumo. Ed è anche la verità perché non mi sono lasciata andare. Ma è anche vero che bacia ancora come mi piace, che ancora ci sa fare.

Certo che ci sa fare, è stato con tremila donne, ci mancherebbe altro.

Inizio a camminare avanti e indietro, la stanza è la stessa di ieri sera, eppure è tutto diverso. Sento i suoi passi sulle scale, apre la porta e si mette seduto sul letto.

Resto in piedi, in effetti vederlo così mi fa un po' paura. Accarezza il copriletto per farmi capire dove vorrebbe esattamente che mi sedessi. Lo faccio.

<<Tess...>>

Inizia. Il suo tono è duro.

<<Non lo so.>>

Dico rispondendo alla domanda che non mi ha ancora fatto.

<<Non lo so.>>

Ripeto. Assomiglia a un mantra il mio, ad una preghiera.

Non continuare, Glenn. Fermati qui.

<<Mi distrugge tutto questo.>>

Mi dice Glenn accarezzandomi la mano che si porta in grembo. Inizia ad osservarmi le dita con attenzione.

<<Ho sbagliato ad invitarlo qui. E ho sbagliato ieri sera a dirti di no.>>

Avvampo al ricordo di Glenn che mi respinge. Del suo corpo sopra al mio.

<<Non voglio che tu lo veda mai più.>>

<<Ok.>>

Dico sinceramente. Sono d'accordo con lui.

I suoi occhi azzurri mi fissano il collo e scendono sulla scollatura del vestito. Non mi ha mai apertamente guardata così, neppure ieri sera.

<< Ti sta bene questo vestito.>>

<< Grazie.>>

Lo abbiamo scelto insieme. Glenn ama scegliere le cose che indosserò, ama avere l'ultima parola. Decidere. Forse è per questo che ieri sera mi ha detto di no. Perché ero io che lo volevo. Ma adesso è tutto completamente diverso.

Si avvicina e mi bacia di nuovo. Lo ha fatto molto poco negli ultimi tre anni, molto meno che in questi due giorni. Le sue labbra mi sembrano fredde e poco familiari. Non è come prima. Sicuramente è perché so che non è voglia di me la sua, che tutto questo equivale a dare un colpo di spugna, a cancellare Arthur. Sarà per quello, senza dubbio. Ma faccio lo stesso finta di niente, ricambio il bacio e gli passo le braccia intorno al collo.

<<Davvero non lo sai?>>

Mi dice staccandosi da me.

<<Si, forse sì...almeno credo. Volevo vendicarmi. Volevo fargli capire che non provavo niente per lui.>>

<<E per questo ti stava praticamente mangiando e aveva le mani sotto al tuo vestito? Pensi che lui l'abbia vista come una vendetta?>>

<<Non ha fatto in tempo...tu...>>

<<Io cosa? A che punto sarebbero arrivate le cose se non vi avessi interrotti?>>

<<Non lo so.>>

Ripeto di nuovo.

<<Da quando Arthur è tornato nella tua vita, mi dispiace dirtelo Tess, ma sono troppe le cose che non sai più.>>

Non rispondo e lo fisso arrabbiata. Non ha nessun diritto di trattarmi in questa maniera, sembra una brutta copia di Arthur quando fa così.

<<Non guardarmi in quel modo, sono io che dovrei essere arrabbiato. Ho aspettato tre anni per averti completamente e sono bastati dieci minuti di Arthur per mandare tutto a puttane!>>

<<Glenn...>>

<<Sto dicendo una cazzata? O non "sai nemmeno questo"?>>

Scimmiotta la mia voce, si alza e adesso tocca a lui a quanto pare, camminare avanti e indietro. Questa stanza mi sembra soffocante, piccola e claustrofobica come lo sono le mie giustificazioni.

<<Glenn... siediti, io gli ho detto quello che provo per te.>>

Mentre lo dico so che sto forzando la mano, che non dovrei usare questa tattica. Ma potrebbe anche essere la verità, in fondo sono qui con lui.

<<E cosa provi per me? Eh? Gratitudine? Amicizia? Eh? Cosa? Sicuramente non ti fai toccare da me come ti sei fatta toccare da lui.>>

Ha delle macchie rosse sul collo, gli succede sempre quando è nervoso e i suoi occhi sono lucidi, le sue mosse nervose, scattose. Come un meccanismo bloccato, come la puntina di un giradischi che raschia sullo stesso punto all'infinito.

<<Sono stanco di guardare la vita degli altri, sono stanco di stare in panchina. Lo capisci questo?>>

Ormai urla, guardo la finestra e la porta. La sua stanza non mi è mai sembrata tanto piccola e tutta questa intimità è soffocante.

<< Gli ho detto che ti amo.>>

<<Tu cosa? Cosa hai fatto?>>

Sembra ancora più arrabbiato.

<<Perché hai fatto una cosa del genere, perché?>>

<<Ma cosa stai dicendo?>>

Mi alzo anche io e vado verso di lui. È altissimo. Sembra che mi sovrasti completamente.

<<Mi hai usato. Hai usato quello che c'è tra noi per tenerlo lontano. Non è vero che mi ami. Se mi avessi amato lo avrei saputo prima di lui. Cosa stai facendo Tess? Cosa ci stai facendo?>>

<<Non lo so.>>

Confesso monocorde.

Non so che pensavo. Credevo che Glenn sarebbe stato contento, non certo che si sarebbe arrabbiato ancora di più . Se ci ragiono a fondo so che non ha tutti i torti però, Glenn non è mai stato uno che si accontenta delle briciole, Glenn non ci si siede proprio a tavola, se non sa di poter fare un pasto completo.

<< Porti il completino blu sotto?>>

Ora la voce di Glenn cambia, si abbassa di tono.

Annuisco.

<< Posso guardarti, Tess?>>

Non si è mai comportato così, non mi ha mai guardata in questa maniera, forse non mi hai nemmeno mai voluto così intensamente.

E quindi sei tu Arthur, il motore inconsapevole di tutti noi. Sei tu il primo tassello del domino, quello che trascina con sé tutti gli altri.

Tiro giù il vestito chiaro e lo calcio.

Gli occhi di Glenn sono attenti, pericolosi, è vicino alla finestra.

<< Ora girati, fammi vedere per cosa ho aspettato tanto.>>

Le sue parole sono terribili. È ferito, so che è così. Non è mai stato tanto meschino. Ma stasera la ragione è dalla sua parte. Così mi giro e faccio quello che lui mi chiede.

È di nuovo sera nel mio cuore. E non lo so ancora che è perché in fondo, da quell'aereo, non sono mai davvero scesa.

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