7-Arthur - Out of Controll

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Il mio testosterone ha avuto la meglio, ho tentato di stare lontano da lei per tutta la sera

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Il mio testosterone ha avuto la meglio, ho tentato di stare lontano da lei per tutta la sera. Ho pensato che trattandola in questa maniera Glenn avrebbe dimenticato i suoi folli propositi. Mi sono limitato a seguirla con lo sguardo, a fissare quelle gambe a malapena coperte dalla gonnellina rossa con le intenzioni di un lupo affamato. La forma del culo faceva si che la gonna fosse leggermente alzata dietro. Ho visto l'imbarazzo sul viso di quella ragazzina mentre parlava con le persone. Dio, come arrossiva, chissà se è quello che succede anche mentre gode. Dovevo spegnere il mio cervello o sarebbe scoppiato. Allora ci ho dato sotto coi Martini. Uno, due, tre drink poi ho perso il conto e il senso della realtà. Anne continuava a chiedermi di fronte a Cornelia se ero d'accordo a far costruire un enorme tendone sul lido di Augusta per le nostre nozze. Mi sono limitato ad annuire con la testa piena di bollicine. Quattro, cinque Martini... E poi il cazzo di maledetto Indiano ha le braccia della piccola Tess intorno al collo. Penso solo che so che se la vuole scopare, e per quanto ne so potrebbe averlo già fatto. Sento la rabbia rompere gli argini di quel poco controllo che pensavo di avere. Chiedo a Cornelia di scusarmi un attimo, la stanza ora è più buia e loro sono troppo lontane per vedere quello che sto per fare. Che sarebbe, esattamente? So solo che nessuno la deve toccare, che è schifosamente sbagliato. Ho la nausea e non so se dipende dall'alcool o dal modo in cui quel coso la mangia con gli occhi.

Mentre attraverso la stanza a lunghe falcate, per quanto consentono le mie gambe malferme, so con sicurezza che da qualche parte c'è  qualcuno che si sta godendo la scena, non ho bisogno di girarmi e dargli la soddisfazione di fargli capire che ho capito. Mi chiedo solo quando ho cominciato a giocare a dama con Glenn senza rendermene conto. Glenn... Nella testa suona un allarme, ma è lontano, suona nella mia parte razionale, quella che ho affogato nei Martini. Non posso esporre Lentiggini. Non posso buttarla in quest'inferno con me. Sono ancora in tempo per tornare da Mary Anne e parlare di fiori in bottiglia o se è meglio il beige o il blu. Ma io ora vedo solo rosso, il rosso è il colore che mi esplode nel cervello. Davvero le ho chiesto di sposarmi? Forse ero fatto di qualcosa. Sono ancora in tempo a ritirare tutto. Ma sono un debole, è per questo che la merda che ho intorno mi sovrasta così.

Oh Tess, scappa, prendi l'Indiano che è mille volte meglio di me e vattene prima che sia troppo tardi.

Ma nonostante tutto mi ritrovo lì ad interrompere qualcosa che non mi riguarda. Allora perché è come se qualcuno mi stringesse le viscere?

E' questo l'amore, fottuto bastardo. Fa male, eh?

Sento da qualche parte di me. Ma boccio subito l'idea. Questo non è amore, io non amo Lentiggini. Lo so.Io la voglio sono scopare, voglio solo usarla fino a sfinirla. Che se la prendesse pure Glenn dopo, ma prima devo sapere com'è almeno una volta e poi la lascerò andare. Poi la butterò via o la passerò a lui. E' successo migliaia di volte di provare attrazione verso qualcuna, e dopo essermela fatta, arrivederci e grazie.Sento chiaramente, come se fosse una sorta di intuizione acuita dall'alcool che tutto questo azionerà un meccanismo pericoloso, che è l'inizio di un collo di bottiglia senza uscita, che i fatti inizieranno da ora a precipitare.

Ma io non posso farci niente, ed è con un'espressione di infinita disperazione che mi ritrovo di fronte a lei. A questa piccola e bionda calamita. Le confesso i miei peccati, la avverto o almeno credo di farlo. E' come essermi lavato la coscienza. Eppure non c'è assoluzione in quelle due pozze marroni che mi fissano con curiosità. Ed eccole, le sue piccole labbra rosse, porta il rossetto, immagino di spalmarglielo fuori ai contorni della bocca con le mie dita, immagino le mie labbra piene di quel colore acceso.

La voglio baciare, la voglio.

L'indiano mi minaccia, gli ho rovinato tutto. Non mi importa più, non mi interessa più di niente se lei è così vicina. Poi sento la nausea salire, e non so come mai, ma è tutto buio. E alla fine forse sto sognando perché lei è sopra di me. E io sento solo il suo odore di buono, è sapone di marsiglia? Mi fa pensare ai panni bianchi stesi al sole, a qualcosa di pulito, puro. Così lontano da me.

Tu sei diversa da tutto quello che conosco.

<<Dimmi che non mi piacerà quello che sto per fare, Lentiggini. Dimmi che non devo assaggiarti, perché io muoio dalla voglia di farlo. Fermami ti prego...>>

La imploro. Finalmente lo faccio, le massaggio il labbro inferiore con le dita, lo tiro e vedo il rossetto sporcarmi il pollice e l'indice. Lo trovo assurdamente eccitante. Il mio cazzo è pronto da un pezzo, potrebbe lacerare la stoffa considerato quanto è duro.

<< Solo stanotte, Lentiggini. Fammi stare un pò dentro di te.>>

La vedo sussultare. So che lei è lucida, so che mi sta lasciando fare. Si fida di me, e questa cosa mi spezza il cuore.Poi spingo giù la sua testa.

<< Fermati>>

Oh, no piccola, forse non hai capito a che punto mi trovo.

Per sottolineare il concetto spingo il mio cazzo verso la sua fica.

<< Arthur, fermati,noi non ci conosciamo. Tu sei fidanzato, so che sai per sposarti e non puoi darmi nulla che io possa volere, non sono quel tipo di ragazza.>>

<<Oh, andiamo, certo che sei quel tipo di ragazza, guarda come diavolo ti vesti, non andresti in giro conciata come una troietta se non volessi attirare l'attenzione e farti scopate. E hai tutta la mia attenzione, te lo assicuro.>>

Vedo Tess sussultare e so, anche se sono fatto e bevuto che è uno sguardo di profonda delusione.

Sei un coglione, un maledetto coglione.

Sento il suono dello schiaffo, ma non sento dolore, c'è solo una parte di me che è sensibile ora, il mio sangue è tutto laggiù.
E' ferita, con quest'espressione triste sembra ancora più piccola di quello che è.

<< Non mi toccare, brutto bastardo!>>

Mi spinge lontano da lei, ma io sono più forte e arrivo ad avere la mia bocca vicinissima alla sua.  Sento il suo respiro affannato, è eccitata anche lei, ne sono sicuro. O forse no, è solo quello che vorrei. E' questo il fraintendimento tipico dei maniaci? Siamo bocca a bocca, basterebbe così poco.

Diavolo, come fai a resistere? Non lo senti? Non senti queste scintille sulla pelle?

Con la mano libera le accarezzo la coscia arrivando a sentire l'elastico delle sue mutandine.

<<Ho. Detto.Di .Lasciarmi.>>

Sta alzando la voce e scandendo le parole, le trema il mento. Forse sta trattenendo le lacrime. So di avere poco tempo, la bacio. E' come un'esplosione, mai sentito niente del genere, non so di cosa è fatta Lentiggini, ma non credevo davvero esistesse un simile sapore. Per un attimo mi lascia fare, lascia che la mia lingua le accarezzi il palato e sono quasi sicuro di sentirla sussultare, sono quasi sicuro che le piaccia. Poi si stacca e mi guarda malissimo.

<< Che razza di problemi hai? Ti odio! Cosa sei?Un maniaco del cazzo? Dovrei chiamare la sicurezza! Io...Ho detto di lasciarmi andare!>>

<<Scusami...>>

Farfuglio.

Patetico.

Poi sento arrivare un pugno. Non so da dove. Non so chi sia stato. Forse l'indiano. Spero con tutto me stesso che sia stato lui. In un nano secondo, realizzo che non avrei mai dovuto tirare la coca e ubriacarmi. Fa che non sia Glenn. Fa che non sia lui.

Attenta piccolina.

E svengo.

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