15 - Glenn - Ice in the Fire

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Ogni volta provo la stessa sensazione che ho provato quella notte

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Ogni volta provo la stessa sensazione che ho provato quella notte. Quando lei mi ha chiamato dall'aereo e ho fatto di tutto per arrivare in tempo. È stata l'unica volta in vita mia in cui mi sono sentito in colpa. Ma ho pensato che, in fondo, fino a quel momento, lei fosse una responsabilità di Arthur, non mia.

Ora è tutto diverso. Quando la vedo in quel modo so di aver sbagliato a prendere così poco sul serio il suo stato fisico. A forzare le cose. Ma non potevo sapere quanto mi sarei sentito legato a lei in futuro. Sapevo che era incinta, anche se lei lo ignora. Ho solo pensato che... La verità è che non ho pensato a niente, preso com'ero dai miei propositi. Ho sempre sacrificato tutto per i miei piani. Non me ne è mai importato niente del bambino che ha perso, era destinato a soffrire e so bene di cosa si tratta. Ma non ho mai voluto, in maniera diretta, rendermi colpevole della sofferenza di cui cade preda, ogni tanto. Anche se so che è solo per quella, forse, che ora io e lei siamo quello che siamo.

Una coppia. Nel bene e nel male. E Arthur è solo un pezzetto irrisorio del suo passato, ormai.

La piccola Tess è accucciata sul pavimento e respira a fatica. So che è là sopra in questo momento e sotto di lei c'è l'oceano, scuro, profondo e ineluttabile. Me lo racconta ogni tanto, sottovoce, di notte. Continua a dirmi che sperava che sarei arrivato in tempo.

La tiro su e l'abbraccio. Lei si attacca alla mia camicia in maniera convulsa. Non sta piangendo, non lo fa mai. Si è rifiutata di accettare le cure che le ho proposto da un bravo analista.

<<Glenn?>>

Mi dice tenendo gli occhi chiusi.

<<Shhh, ci sono io ora.>>

Annuisce e sembra calmarsi. Adoro quando succede, mi fa sentire potente la dipendenza che ha nei miei confronti. Si rilassa tra le mie braccia e io ne approfitto per godere il suo corpo caldo, l'odore dei suoi capelli. Mi piacciono molto, assomigliano un po' a quelli di mia madre, ma sono meno nordici, più tendenti al colore del grano. Fanno pensare a questo i capelli di Tess, all'estate, al sole.

Li accarezzo.

"Lo sai che tutto quello che adesso ti fa sentire vivo sarà la tua rovina? Non ti basta il mio esempio? Ti sei messo in mezzo a qualcosa che non ti riguardava Glenn. Ma tu hai voluto forzare la mano, anche se lo intuivi già. Lo sai anche adesso."

La voce di mia madre si insinua nel mio cervello. Tenta di mettermi in guardia. Ma non sa di cosa parla, ha letto troppi romanzi.

Tess fa per slacciarsi il vestito legato intorno al collo, ma le sue dita tradiscono il suo nervosismo e non riescono a sciogliere il nodo.

<<Ti aiuto.>>

Si gira e si tira su i capelli che appena ho finito ricadono sciolti sulla schiena. Sono morbidi, invitanti. Guardo la curva del suo fianco, il suo sedere.

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