18 - Arthur - A Crocodile Swallowed the Clock

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Sembriamo due attori in attesa del ciak, entrambi, nello stesso momento, ci giriamo verso Glenn

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Sembriamo due attori in attesa del ciak, entrambi, nello stesso momento, ci giriamo verso Glenn. Ma lui ha occhi solo per la mia Lentiggini, a cui rivolge un lungo, intimidatorio sguardo. Sento una fitta al cuore quando noto, anche se non voglio, quanto lei gli sia devota, e quindi quanta parte dell'esistenza di Tess ignoro perché non ero con lei, mentre invece Glenn c'era. La luce del sole, così forte oggi, viene frazionata dai costosi pendenti del lampadario di cristallo e riflessa sulla carta da parati e sul viso di Tess. Tento di imprimere più dettagli che posso di lei nella mia testa, più Tess possibile per quando non sarà con me.

Smettila di guardarlo così, Lentiggini, ti prego.

<<Allora? Andiamo?>>

Le porgo la mano come se fossi un buffo cavaliere d'altri tempi. Lei la guarda, non la prende e fa un passo verso di me.

<< Ti aspetto in camera nostra.>>

Le dice Glenn. Tess annuisce impercettibilmente. E smette di guardarlo.

È così fredda e controllata.

Le faccio il cenno di passarmi avanti e la osservo scendere lentamente i gradini della veranda.

Cammina pacata guardando l'erba perfettamente tagliata del giardino e sembra attenta a dove mette i piedi, come se il mondo fosse un dannato terreno minato. Le sono velocemente accanto, riesco a sentire il suo profumo da qui, mischiato a quello di questo giardino e dei fiori.

E la voglio, la voglio da impazzire, dannazione!

Chissà perché per un po' di tempo nessuno dei due parla, forse entrambi vorremmo che le cose tra noi restassero in pausa, sospese. O forse lo voglio solo io, perché una volta arrivati alla prima grande quercia in fondo al gigantesco giardino di Glenn, Lentiggini si appoggia al tronco e sospira annoiata.

Anche se non voglio ammetterlo, tutta la mia sicurezza è evaporata e ora mi sento nervoso come una scolaretta. Le parole sembrano bloccate da qualche parte. So che molto dipende da quello che dirò e  questo mi fa sentire teso e insicuro.

<<Ti stai annoiando qui con me?>>

Dico semplicemente. Tess mi guarda indifferente e si mette una mano sugli occhi per ripararsi dal sole che è contro di lei.

<<Si, in realtà si. >>

Altro sospiro.

<<Non capisco il motivo di tanta insistenza.>>

Cerco di aggrapparmi a qualunque cosa. Un'incertezza in questa sua nuova voce sicura, piatta. Un tremore. Qualunque passo falso che mi possa far illudere che ho pensato bene, che anche lei ricambia il mio amore disperato.

<<Lo sai Tess qual è il motivo.>>

È imperdonabile ma non riesco a controllarmi e in due secondi la spingo contro il tronco dell'albero e le sono addosso. Ah, al diavolo. Mi ero ripromesso di andarci piano. Mi ero detto che non l'avrei spaventata, che non l'avrei toccata. Anche se quello spaventato sono io.

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