62 - Tess -To Start Somewhere

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La mia mente è rimasta praticamente distaccata dalla faccenda nelle ultime ventiquattro ore

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La mia mente è rimasta praticamente distaccata dalla faccenda nelle ultime ventiquattro ore. L'unica cosa che continuo a chiedermi è se ho preso abbastanza vestiti, se ho lo spazzolino con me e come sarà la mia vita da adesso in poi. Ah e ovviamente quanto tempo passerà prima che io possa rivedere Olly. In questo momento la sola cosa che so è che quando succederà non sarà di nuovo ad Augusta. Mi è sempre piaciuto viaggiare in aereo, sono il genere di persona che se ne sta col naso appiccicato al finestrino per vedere il più possibile il cielo ad un'altezza così spettacolare. Ma non stavolta, oggi l'unica cosa che mi consola è il rimbrotto della mia pancia, che probabilmente è solo un modo che ha il mio corpo di ricordarmi che non ho mangiato e che io voglio vedere come il tentativo del mio bambino di dire che andrà tutto bene, da adesso in poi, per me e per lui.

<<Vuoi che ordino qualcosa Tess? Qualunque cosa, devi soltanto chiedere, sono passate ore e non hai mangiato niente.>>

Ore, curioso come non mi sembri passato ancora nemmeno un minuto. Sebastian non fa che preoccuparsi per me e a dire il vero non ci sono molto abituata. Ma lo sto lasciando fare, ormai non mi fido più tanto del mio istinto, alla fine mi ha buttata nelle braccia di un uomo come Arthur. Lui che adesso se ne starà nel massimo della sua forma, nella sua giornata più bella sull'altare, vicino a lui, come se niente fosse. Ero solo una pedina senza importanza in un gioco malato. Ero il passatempo di due uomini annoiati. Mi sono chiesta, solo una volta, se quando Arthur mi ha detto che mi amava in realtà non stesse seguendo una specie di copione per rendere il tutto più interessante e mi sono risposta di sì. Che è l'unica cosa davvero sensata, in fondo lui non mi ha portata via da lì. Era un complice, nient'altro che questo. Se c'è una cosa che ho imparato da tutta questa situazione è che quando il dolore, quello mentale intendo, raggiunge una certa soglia lì si blocca. Si ferma e c'è una sospensione, un limite oltre il quale non si può andare, la mente non permette che questo accada. Lo fa per salvaguardarti credo. Allora tu rimani sul baratro di questo abisso nero e lo osservi da una certa distanza con curiosità chiedendoti se ti inghiottirà e quando. Questo è il dolore. Il mio dolore consiste nell'aspettativa che si rendano evidenti i danni che ho subito.

Scuoto la testa per la milionesima volta nella direzione di Sebastian che in risposta mi stringe la mano. Perché ha fatto suo tutto questo? In fondo poteva lasciarmi lì dov'ero. Ripenso a Irina che ci ha portati all'aeroporto, alle mie parole, un fiume confuso di parole per spiegare quello che non riesco a capire. L'uomo che amo ha permesso a un altro... cosa? Lo voglio davvero sapere? O voglio pensare che aver perso i sensi, o essere drogata fossero in realtà una cosa buona perché in fondo è come se si fosse trattato solo di un brutto sogno? Ma i mostri sono reali e in questo momento, ironia della sorte, si trovano in chiesa a festeggiare. Mentre io scappo come un ladro, non so neppure verso dove.

Guardo le mani mie e di Sebastian intrecciate. L'ho baciato per fare un dispetto ad Arthur, per pure egoismo, mentre lui è qui pronto a rinunciare alla sua vita di successo per me, che sono una bugiarda.

<<Cosa stai pensando Tess?>>

Ha aspettato pazientemente con le nostre piccole valige fuori dal taxi mentre raccontavo tutto a Irina, mi ha lasciato il mio spazio. Irina mi ha abbracciata, mi ha stretta, non c'erano lacrime da asciugare. Le lacrime sono per le situazioni che ancora non sono precipitate. E mi ha detto solo "mi dispiace, mi dispiace tanto Tess." Poi ha indicato Sebastian e mi ha detto di fidarmi di lui. E poi ... poi mi ha aggiunta alla sua lista, la lista delle donne che fanno una brutta fine, che si fidano troppo, che lasciano prendere la loro vita in mano agli altri. Proprio il genere di donna che avevo promesso non sarei mai diventata. So che è colpa mia, inutile prendersi in giro. Ho inseguito l'attrazione verso Arthur come fanno le zanzare d'estate con le lampade azzurre. Seguendo la stessa perversa scia autodistruttiva. Ci sono stati miliardi di segnali che ho voluto ignorare, la sua instabilità, l'uso che fa di alcol e droghe, le donne, tutte quelle donne, oltre me, anche se aveva giurato di amarmi.

Se questo è l'amore allora preferisco questo sentimento calmo e sereno che provo per Sebastian.

<<Niente.>>

<<Un niente molto intenso.>>

Sorrido.

<<Ti si forma una piccola ruga qua sopra quando sei particolarmente pensierosa. E hai ragione hai molto a cui pensare.>>

Ferma una hostess e le chiede di portarci un toast. A lui e a sua moglie. E' da quando siamo partiti che mi definisce così, come se l'esserci allontanati da Augusta ci avesse resi qualcos'altro.

<<Tua moglie, eh?>>

<<Da qualche parte si deve pur cominciare. Sei sicura che non vuoi che chiami il mio avvocato? E' in gamba.>>

Solo l'idea mi provoca un brivido di terrore. E' l'ultima cosa che voglio, mettere le mani in quel baratro.

<<No.>>

<<So che non vuoi sentirne parlare. Ma per quello che ne sappiamo ci sono foto e video. Sono prove piuttosto consistenti. Non vuoi che la paghino?>>

<<No, va bene così.>>

Potrei rivederlo alle udienze. Non voglio rivederlo mai più. Né lui né Glenn. Mi accarezza la guancia con le mani. Lo lascio fare e avvicino ancora di più il mio viso.

<<Sei così bella Tess. Se solo ci ripenso... io...>>

E' strano vedere un uomo placido, calmo e buono come lui tanto arrabbiato. Si arrabbierà quando gli dirò tutto? Quando gli dirò del bambino? Non mi interessa stavolta so che qualunque cosa dirà Sebastian non farò gli stessi errori del passato.

<<Non me l'aspettavo, non credevo che lui...>>

Lascio aperta un piccolo spiraglio della vera me. Un attimo di cedimento.

<<E' una scimmia ammaestrata, un coglione, te l'ho detto che la vicinanza con quel maniaco gli ha fottuto il cervello. Ora è vittima di un loop e per quanto mi riguarda può, anzi, deve creparci dentro, ma lontano da te.>>

<<Lo so.>>

<<E' una cosa seria quello che è successo. Non capivo ai tempi perché Elise avesse cambiato all'improvviso casa, ora lo so. Ti rendi conto che potrebbero farlo ancora?>>

Mi rendo conto, ma so che non lo faranno. Che sono stata l'ultima.

<<Lo so, ma guardiamo in faccia la realtà. Glenn è troppo ricco e troppo furbo, sarebbe una battaglia persa.>>

Non ho fiducia nella giustizia. Mi ricordo di tutte le volte in cui mia madre ha denunciato mio padre e di come è finita.

<<Possiamo tentare però.>>

<<No. Dove stiamo andando?>>

Spero che l'improvviso cambio di rotta lo convinca a lasciar stare. So che non sarà così, Sebastian non dimenticherà.

<<Ho una casa a Elgin, in Scozia. Ci sei mai stata?>>

<<Non sono mai stata da nessuna parte.>>

<<Da qualche parte si deve pure cominciare.>>

Già, è arrivato il tempo di rimediare. Arrivano i toast e li mangiamo insieme. Iniziamo da lì, da quei piccoli gesti per noi nuovi. Mi sistema il tavolinetto, accende la piccola luce e per farlo metà del suo corpo si trova sopra al mio. Restiamo per un attimo sospesi a guardarci. Vorrei non fare paragoni quando guardo le sue dita sul bracciolo, ma la mia mente fa da sola. Decido di passarci sopra, di non far vincere il mio stupido, perverso istinto, questa volta. Mi avvicino a e lo bacio, un bacio leggero sulle labbra morbide di Sebastian. Lui ha un piccolo sussulto di sorpresa.

<<E questo?>>

<< Da qualche parte si deve pure cominciare.>>

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