19 - Arthur - the Hotter Now

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Mi sistemo i pantaloni e vado anche io verso di lui

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Mi sistemo i pantaloni e vado anche io verso di lui. Ci guardiamo come due pistoleri che stanno per sfidarsi ad un duello. Entrambi cerchiamo di capire chi dei due farà la prima mossa. E il più impaziente, sorprendentemente è Glenn.

<< Che intenzioni hai?>>

Non mi aspettavo una domanda simile.

<<In che senso?>>

Seguo d'istinto la figura piccola di Tess in lontananza.

<<Con la mia Tess. >>

La sua?

<<Glenn smettila. Non è la tua Tess. È libera di fare quello che vuole.>>

<<In linea di massima hai ragione, ma finché starà con me non sarà libera di fare quello che vuole.>>

Parliamo di lei come se fosse una bambina, il che è obiettivamente inquietante.

Glenn però è serissimo e piuttosto disperato.

<< Quello che ti chiedo è se hai per caso capito che c'è in gioco anche Carol.>>

<<Non vuoi che lei stia con te perché lo vuole, e non perché si sente obbligata o in debito?>>

Glenn incassa il colpo, ma so che è infuriato.

<<Stiamo parlando di te, non di lei. Di te e di tua figlia.>>

<<Posso pagarmi un avvocato.>>

Dico a me stesso più che a Glenn. Sento la voce infantile di Carol. So che lei sarebbe tremendamente infelice senza di me e che io lo sarei senza di lei.

<<Darò Willimson ad Anne, corromperà il giudice come avrebbe fatto per te.>>

Di nuovo sento le ali dell'ape che si avvicinano e il sapore incredibile di Tess. Sa che non sacrificherei mai mia figlia. Sta giocando molto sporco e non è da Glenn. Le sue mosse sono frettolose e senza logica. Ha paura.

<< Non dovevi toccarla. Non dovevi.>>

Aggiunge con i denti stretti e i pugni chiusi.

<< Sei tu che hai forzato la mano e lo sai. Non starà lontana da me a lungo.>>

<<Ne sei sicuro?>>

Mi dice Glenn come se ignorassi qualcosa, qualcosa che sa solo lui.

<<Si.>>

<<Alla prossima mossa falsa puoi dire addio a tua figlia. Trovo disgustoso quello che hai fatto oggi.>>

Ha la stessa, identica espressione che aveva il giorno in cui portai Elise in camera, in questa stessa casa e lui mi disse che lo nauseava l'odore di sesso che c'era nella stanza. Solo che adesso, sono io Elise, per lui. Sono io l'intruso.

Il suo portamento è rigido.

<< Sappiamo tutti e due che lo trovi "disgustoso" perché lei non te l'ha ancora permesso, non l'hai scopata, vero? O lo sapresti che avere Tess è tutto tranne che disgustoso. Anzi, la definirei una sensazione celestiale.>>

Scandisco le parole, gliele sputo contro, insieme a tutta la mia infelicità.

<< Grazie del consiglio sincero, amico, in effetti ho aspettato fin troppo. >>

Si avvicina. Mi sembra che anche la natura sia ammutolita.

<< Allora mettiamola così, lo spettacolo osceno a cui ho assistito mi ha ispirato. Mi sono fatto troppi scrupoli fin'ora. >>

<<Che vuoi dire?>>

Dico incerto, in un soffio. Sono tornato l'insicuro di sempre e lui è il mio burattinaio. Mi tiene per le palle.

<< Che stasera quando sarai in quella topaia che è il tuo appartamento, potrai stappare uno di quei vini da quattro soldi che possiedi e brindare alla notte che io passerò con la piccola Tess. E stavolta sarà molto più che consenziente. Visto che lei ti ha raccontato tutto, ti ha anche detto come mi pregava ieri sera? Non ti vuole Arthur, o non sarebbe corsa da me a chiedermi di scoparla dopo averti visto, non credi?>>

<<Stai mentendo.>>

<<Avanti, vai da lei e chiediglielo. Che aspetti? La conosci la strada, no?>>

Mi guarda intensamente. So che non sta mentendo. E improvvisamente mi tornano subito in mente quei maledetti video.

Non ti piaccio Glenn, non mi vuoi? Non mi trovi bella?

<<No.>>

Dico solo e nel mio "no" è incluso tutto.

<<Oh, si. Si, Arthur. Stasera. Sono davvero curioso provare questa tanto sensazione celestiale e sarà lei a chiedermelo, di nuovo, ora vorrai scusarmi ma devo tornare dalla mia Tess. Ah, dimenticavo, la prossima volta che metti le mani su qualcosa di mio, non sarò più così paziente.>>

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