65 -Arthur - Epilogue

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Ogni volta che finisce il mio turno al lavoro provo questa impellente sensazione di voler tornare a casa il più in fretta possibile

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Ogni volta che finisce il mio turno al lavoro provo questa impellente sensazione di voler tornare a casa il più in fretta possibile. Non voglio perdere neppure un minuto della mia nuova vita di cui ringrazio tutti i giorni il cielo. È curioso perché finora non ho fatto altro che essere in guerra con me stesso e adesso invece, mi sento come se finalmente tutto avesse un senso e io fossi esattamente dove dovrei essere.

Parcheggio vicino alla macchina di Lentiggini, è appena tornata dall'università ed è andata a prendere Carol all'asilo come tutti i giorni. Sono felice che abbia ripreso a frequentare i corsi, è una studentessa brillante e spesso la sera mi chiede se può ripetermi una lezione. Io resto affascinato ad ascoltarla, la prendo in giro e in genere finisce che... Bhé finisce come è sempre finita tra noi, che mi ritrovo tra le sue gambe. Sto riconsiderando il lato erotico dello studio, ecco tutto. Ha adorato la nuova casa, è impazzita di gioia ed è subito venuta a vivere qui. Devo ammettere che niente mi è mai sembrato tanto naturale, è come se fossimo qui da sempre, io e lei e....naturalmente Carol, che mi corre incontro ridendo. Ora ha tre anni e mezzo e non la smette un secondo di parlare, ma che era una chiacchierona si capiva da subito, come da subito ho capito che Tess mi avrebbe fottuto il cervello e.... il cuore.

<<Dov'è?>>

Le chiedo baciandole i capelli.

<<Lentiggini sta cucinando...>>

Mi risponde ora con la faccia preoccupata in una smorfia eloquente. Mi affretto dentro casa e la vedo con l'ipad su cui sta riproducendo una video ricetta. Lo fa sempre più spesso ultimamente, e io e Carol stiamo facendo di tutto per dissuaderla, se c'è una cosa che ho imparato vivendole accanto è che ha tantissime doti, ma la cucina non è una di queste. Mette in pausa il video non appena entro.

<<Ciao amore.>>

Mi saluta immediatamente. Fa un po' di fatica a girarsi, da quando la pancia è cresciuta.

<<Lo sai che non voglio che ti stanchi.>>

Le dico provando questa nuova tattica, che un po' è un pretesto e un po' è la verità. Da quando ho saputo che è incinta sono diventato così apprensivo che spesso mi comporto da rompicoglioni. Tess mi sorride divertita, l'odore è pungente ma l'aspetto dell'intruglio non è terribile.

<<Stai usando una tattica squallida...>>

Mi ammonisce col mestolo puntato contro di me e io faccio un passo indietro. Carol ci si lancia in mezzo a abbraccia il suo pancione.

Un maschio, il mio petto si è riempito d'orgoglio.

<<Quanto manca?>>

Lo sa quanto manca ma ormai lo chiede in continuazione.

<<Tre mesi.>>

Ripeto come sempre. Carol sorride.

<<Potrà giocare a Tennis con me?>>

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